Le squadre 2020: CCC Team
Dopo un primo anno interlocutorio, il team polacco ha condotto un mercato interessante: Zakarin per i grandi giri, Masnada per le vittorie di tappa e Trentin per classiche e pavé
La prima stagione nel World Tour per il CCC Team non è stata proprio esaltante: solo cinque vittorie arrivate per merito di due ciclisti, Van Avermaet e Bevin. Va detto che la squadra era stata messa in piedi in modo un po' raffazzonato dalle ceneri della BMC, ed infatti in questa sessione di mercato hanno cercato di completare la rosa con acquisti di valore. Per le corse a tappe è arrivato Ilnur Zakarin, che dopo il podio alla Vuelta 2017 è finito un po' in un vortice negativo. Per le classiche e le corse sulle pietre ci sarà Matteo Trentin, che con l'olimpionico di Rio forma un coppia di gran classe. Da segnalare anche l'arrivo di Fausto Masnada, uno degli italiani più promettenti, ed il ritorno di Jan Hirt.
ROSA
William Barta (Usa, 1996), Patrick Bevin (Nzl, 1991), Josef Cerny (Cze, 1993), Víctor De la Parte (Spa, 1986), Alessandro De Marchi (Ita, 1986), Simon Geschke (Ger, 1986), Kamil Gradek (Pol, 1990), Jan Hirt (Cze, 1991), Jonas Koch (Ger, 1993), Pavel Kochetkov (Rus, 1986), Jakub Mareczko (Ita, 1994), Fausto Masnada (Ita, 1993) Kamil Malecki (Pol, 1996), Michal Paluta (Pol, 1995), Serge Pauwels (Bel, 1983), Joey Rosskopf (Usa, 1989), Szymon Sanjok (Pol, 1997), Michael Schär (Svi, 1986), Matteo Trentin (Ita, 1989), Attila Valter (Hun, 1998), Greg Van Avermaet (Bel, 1985), Gijs Van Hoecke (Bel, 1991), Nathan Van Hooydonck (Bel, 1995), Guillaume Van Keirsbulck (Bel, 1991), Francisco Ventoso (Spa, 1982), Lukasz Wisniowski (Pol, 1991), Ilnur Zakarin (Rus, 1989), Georg Zimmermann (Ger, 1997)
L’ANALISI
CORSE A TAPPE: Alla squadra mancava un punto di riferimento in questo settore ed infatti è arrivato Ilnur Zakarin, che dopo due stagioni non proprio eccelse aveva bisogno di nuove motivazioni. Il russo ha già fatto sapere che punterà forte sul Giro d’Italia, senza escludere una successiva partecipazione al Tour de France con vista su Tokyo 2020 (dove però non potrà partecipare sotto bandiera russa). Dal mercato è arrivato anche un corridore di ottime prospettive come Fausto Masnada, già vincitore di tappa all'ultimo Giro. Il bergamasco è perlopiù un cacciatore di tappe ma non è escluso che possa anche testarsi nella classifica generale in quanto disputerà sia la Corsa Rosa che la Vuelta a España. Dopo due anni all’Astana torna alla base Jan Hirt, atleta nella piena maturità che vuole concretizzare le sue valide doti di scalatore (quinto al Tour de Suisse e secondo dietro a Ciccone nella tappa del Mortirolo); il ceco è in cerca di maggiore libertà, dato che nel team kazako era principalmente utilizzato come gregario. La squadra polacca potrà contare anche su trentatreenne Víctor De la Parte, corridore molto solido e in grado di difendersi anche a cronometro, terzo nell’ultima CRO Race. Parteciperà a varie corse a tappe anche Joey Rosskopf, a caccia di risultati nelle frazioni contro il tempo.
VOLATE: La prima stagione World Tour di Jakub Mareczko non ha rispettato le attese: qualche piazzamento di tanto in tanto ma nessuna vittoria. Al di là dei risultati ci si aspettava anche una crescita nella tenuta in salita, fondamentale ad alti livelli, ma per ora non sembra arrivare; il 2020 sarà dunque l’anno della verità per il bresciano. Il polacco Szymon Sajnok (già iridato su pista nell’omnium) ha ben figurato alla Vuelta a España, dove spicca soprattutto il terzo posto nella tappa finale di Madrid. Nella corsa iberica si è messo in mostra anche Jonas Koch, velocista atipico, che non ha problemi a buttarsi in fuga e che non si spaventa davanti alle tappe miste. Il velocista più importante sarà comunque Matteo Trentin, pezzo pregiato del mercato invernale e corridore a tutto tondo: non sarà magari capace di battere i grossi calibri, ma in molti vorrebbero avere il suo spunto.
PAVÉ: Greg Van Avermaet nel 2019 si è dovuto accollare tutte le responsabilità della squadra, per cui non è semplice valutare la sua annata. Dal punto di vista dei risultati c’è poco da dire perché il belga è settimo nel ranking mondiale; tuttavia ci si aspettava qualche vittoria pesante in più oltre al GP de Montréal. A quasi 35 anni sarà difficile vedergli toccare certi picchi, ma rimane ancora uno dei protagonisti della grandi classiche. Nelle classiche, non solo quelle del pavè, sarà affiancato nientedimeno che da Matteo Trentin, che dopo una prestazione fenomenale stava per riportare l’Italia sul gradino più alto del Mondiale. Così non è stato ma questo deve essere uno stimolo in più (e lo sarà) per il trentino, in cerca della grande affermazione che coronerebbe una grande carriera. La coppia d’oro saprà essere ben supportata: Guillaume Van Keirsbulck in passato ha saputo portarsi a casa una Tre Giorni di La Panne, Lukasz Wisniowski arrivare secondo ad una Omloop Het Nieuwsblad mentre Michael Schär e Francisco Ventoso sono tra i gregari con maggior esperienza nel plotone. A loro si sommano anche Nathan Van Hooydonck e Gijs Van Hoecke.
CLASSICHE: Premesso che in vari tipi di classiche saranno ancora Van Avermaet e Trentin a guidare il team, in questo settore non c’è un vero e proprio leader, soprattutto per quanto riguarda le classiche delle Ardenne. Uno che avrebbe le caratteristiche per fare bene è Patrick Bevin, dotato anche di un ottimo spunto veloce (senza dimenticare che è un gran cronoman) ma il neozelandese si è dedicato poco o nulla alle corse di un giorno; chissà che non sia il 2020 l’anno buono. Alessandro De Marchi si è tolto la soddisfazione di entrare nei 10 all’Amstel (settimo) e si trova sempre più a suo agio nelle prove di un giorno; tornerà in azione dopo la grave caduta al Tour de France. In squadra anche due vecchie volpi come Simon Geschke e Serge Pauwels, che non disdegnano le fughe a lunga gittata. Dal mercato sono arrivati due atleti che fanno ben sperare: il tedesco Georg Zimmermann ha saputo arrivare quinto al Tour dell’Avenir ma anche vincere classiche, vedi la Coppa della Pace ed il Trofeo Piva. L’ungherese Attila Valter ha chiuso l’anno col quarto posto al Piccolo Lombardia, ha vinto una tappa all’Avenir e tra i pro è già stato terzo al Tour de Hongrie, corsa di casa.