Simone Consonni ed Elia Viviani durante la Madison olimpica © UCI
Pista

Consonni-Viviani, Madison di lusso, lacrime di rabbia e d'argento

La coppia azzurra protagonista di una prova magistrale a Parigi 2024, ma nel finale Elia e Simone si disuniscono un po' e i portoghesi conquistano il titolo. Bronzo alla Danimarca

10.08.2024 21:45

Quel momento in cui tutto sta per compiersi, ogni cosa è sul punto di incasellarsi come deve incasellarsi, la scelta di trovare un posto per Elia Viviani nella formazione della strada, la sua fuga da lontano in quella prova che in realtà era un allenamento lungo a ritmo gara, anche - se vogliamo - le fatiche dell'Omnium l'altro giorno. Quel momento in cui tutto si allinea, l'Italia sta dominando la scena nella Madison maschile (dopo aver vinto quella femminile ieri), è in testa sin dall'inizio e poi…

E poi a 21 giri dalla fine, un attimo prima di partecipare al terz'ultimo sprint, il patatrac: Elia che deve dare il cambio a Simone Consonni, lo aggancia male, gli urta il manubrio e lo spedisce dritto dritto sul parquet. Momenti di panico, poi Simone s'è solo un po' sbucciato, riparte ai -17, c'è il tempo di preparare il finale, anche se tutto risulta un po' sballato dall'intoppo. E inoltre c'è uno Iuri Leitão che ha il fuoco dentro, e decide che non ci saranno sconti e giocando d'anticipo conquista l'ultimo e decisivo sprint, quello che se avesse vinto l'Italia avrebbe portato l'oro alla coppia azzurra.

Ma l'Italia, segnatamente ancora Viviani, quello sprint lo chiude al terzo posto, e la medaglia non è l'incredibile oro a lungo accarezzato nella serata del velodromo di Saint-Quentin-en-Yvelines, ma un argento carico di rimpianto. Che fa rima con pianto (anzi ne deriva proprio), quello in cui Elia sprofonda dopo la fine, nonostante la festa che tutto il clan azzurro sarebbe pronto (e legittimato) a fare, nonostante la medaglia, nonostante anche lo stesso Simone Consonni vada a consolare l'antico compagno di battaglie giunto all'ultima disfida.

Viviani piange e non si capacita di aver rovinato tutto - questo è quello che pensa lui in quei momenti - un oro costruito con una fantastica prima metà di gara e gestito nella seconda quando son partite le folate degli avversari e tutto s'è fatto confuso, involuto, in una prova che è diventata anarchia allo stato puro.

Le lacrime di Viviani dopo una prova maiuscola

Viviani piange perché focalizza solo il fatto che - sempre secondo lui, poi non è detto che ciò sia vero - a causa sua sia sfumata una vittoria olimpica; se invece ragionasse sul fatto che grazie a lui s'è costruito un argento tutt'altro che scontato, smetterebbe di piangere. Riecheggiano le parole di Julio Velasco qualche giorno fa, “siamo troppo abituati a pensare a quello che manca e tendiamo a sottovalutare quello che realizziamo”, il ct del volley femminile parlava non solo del suo sport ma di un approccio generale della nostra società.

E allora non piangere, Elia, lascia sfumare la rabbia del momento e goditi questa bellissima medaglia, che vale tantissimo ed è ugualmente il coronamento di una carriera in pista meravigliosa. A Londra 2012 Viviani era l'unico rappresentante azzurro. Alla sua ombra è cresciuta una nazionale diventata in pochi anni uno dei punti di riferimento della pista internazionale. Se Marco Villa è stato lo spirito guida di questa transazione, Elia è stato il suo profeta in squadra.

Quanto a Simone Consonni, nella vita di tutti i giorni fa il gregario, tira le volate ad altri. Alle Olimpiadi vince medaglie. Campione nel quartetto tre anni fa, bronzo stavolta nella specialità. Gli mancava l'argento, se l'è preso oggi nella Madison, quasi eguagliando quanto fatto da sua sorella Chiara ieri; anche a Viviani mancava l'argento, oro nell'Omnium a Rio e bronzo a Tokyo, e già quella pareva una medaglia da titoli di coda. Ma ci sono film che dopo i titoli di coda hanno ancora in serbo delle scene importanti.

Parigi 2024, la cronaca della Madison maschile

Il podio della Madison di Parigi 2024 con Elia Viviani e Simone Consonni al secondo posto © UCI
Il podio della Madison di Parigi 2024 con Elia Viviani e Simone Consonni al secondo posto © UCI

I 200 giri della Madison maschile di Parigi 2024 sono cominciati con una caccia della coppia austriaca che è partita col botto: sprint vinto ai -190 (durante l'attacco), giro preso ai -185. In seguito tale coppia si sarebbe addirittura ritirata, dopo aver perso tre giri strada facendo. La corsa la facevano altri. I danesi, Niklas Larsen e Michael Mørkøv, quest'ultimo all'ultima gara della carriera; i neozelandesi, Aaron Gate e Campbell Stewart; gli australiani, Sam Welsford e Kelland O'Brien; e gli italiani.

Elia Viviani e Simone Consonni sono entrati in scena al terzo sprint, vincendolo. Poi hanno conquistato pure la volata numero 6, prendendo per la prima volta la testa della classifica: 10 punti, Spagna, Australia e Portogallo a 8. I lusitani, a questo punto della storia, avevano già tentato una caccia ai -165, erano comunque in buone vibrazioni.

Dopo il settimo sprint (vinto dalla Nuova Zelanda), a sorpresa è partita una caccia solitaria, di colore azzurro intenso: è stato Consonni a scattare ai -127 per un'azione destinata a incidere profondamente nella Madison olimpica. Una caccia durata venti tornate, il che significa che di mezzo ci sono stati due sprint vinti ovviamente dalla coppia all'attacco. Sicché, dopo il giro preso da Consonni-Viviani ai -107, e dopo lo sprint numero dieci, la graduatoria di metà gara diceva: Italia 40, Nuova Zelanda e Spagna 13, Danimarca 12, Australia e Belgio 9, Portogallo 8, più indietro tutte le altre. A fondo classifica la coppia francese Thomas Boudat-Benjamin Thomas, praticamente mai pervenuta.

Da metà gara Italia in gestione di un bottino cospicuo

La seconda metà di gara è stata molto diversa dalla prima, che praticamente era stata monopolizzata dagli azzurri. Tanto per cominciare la Danimarca si era già attivata in una controcaccia partita ai -115 e andata poi in porto ai -97. L'Italia ha raccolto due punticini al dodicesimo sprint, ma in questa fase sono stati i danesi a unire al giro conquistato la politica dei piccoli passi, due punti, tre punti, un punto… al sedicesimo sprint l'Italia ha incamerato un altro punto, situazione 43-38.

Nel frattempo prima il Giappone (ai -77), poi la Repubblica Ceca (ai -45) avevano preso il giro, salendo alle spalle di italiani e danesi (32 punti la Cechia, 28 la coppia nipponica). Quando si è approdati all'ultimo quarto di gara il Portogallo era ad appena 8 punti, lontanissimo da tutto. Ma restava una coppia pericolosa, quella formata da Rui Oliveira e Iuri Leitão (soprattutto Iuri Leitão), tanto da meritarsi una marcatura ad hoc dell'Italia, che già ai -49 aveva tampinato proprio un'ipotesi di caccia portoghese.

Al sedicesimo sprint i lusitani hanno preso due punti, l'Italia uno. L'Olanda ha vinto la volata ed è partita per una caccia il cui culmine è stato il tamponamento di Jan Willem van Schip al britannico Oliver Wood, buttato giù malamente ai -39 (a proposito: un'altra coppia fantasma, quella brit formata con Mark Stewart dopo il forfait di Ethan Hayter). Allora è partita la Nuova Zelanda. Ai -32 i portoghesi si sono messi in scia agli all blacks e lì è davvero cominciata la loro Madison, in un momento ini cui la gara si stava facendo confusa.

Il pasticcio azzurro, il gran finale lusitano, un podio vibrante

La caccia portoghese è durata 20 giri, come quella italiana di inizio gara. Due sprint vinti entrambi nel compiersi di questo attacco, il 17 e il 18, e quando il giro è stato preso (coi suoi 20 punti in dote) il totale diceva 43 punti per l'Italia, 40 per il Portogallo, 38 per la Danimarca. In quel momento era già successo il disastro della caduta di Consonni, avvenuta ai -21 in un cambio maldestro in cui Viviani ha fatto andar giù il compagno dopo un conflitto di manubri.

Consonni è rientrato ai -17, c'era - volendo - il tempo per organizzare per bene l'ultimo sprint, ma di sicuro non il penultimo: e qui Leitão-Oliveira ne hanno ancora approfittato, vincendo la volata davanti alla Danimarca e superando in classifica gli azzurri: 45 per loro, sempre 43 per Viviani-Consonni, 41 per la Danimarca che ormai incombeva alle spalle. Abbastanza lontani tutti gli altri (Repubblica Ceca 32, Nuova Zelanda 31 e poi andare), con un solo sprint da disputare per assestare definitivamente il podio.

Come per un ordine naturale delle cose, nel finale si sono avvantaggiate quattro delle prime cinque coppie in classifica, con l'intrusione della Germania (altra squadra impalpabile oggi, nonostante il blasone di Theo Rheinardt-Roger Kluge) accanto a Nuova Zelanda, Danimarca, Portogallo. E Italia. Consonni-Viviani sono riusciti nonostante tutto a farsi trovare pronti al punto giusto al momento giusto. Hanno forse solo sbagliato il tempo dell'ultimo cambio, sopraggiunto a tre quarti di giro dalla conclusione.

Se l'Italia avesse vinto l'ultimo sprint si sarebbe portata a casa il titolo. Diciamo di più: bastava, alla coppia azzurra, precedere Portogallo e Danimarca, anche senza vincere la volata, per conquistare la generale. Ma proprio mentre Simone ed Elia si davano il cambio, momento che implica un iniziale rallentamento, all'esterno è partito come una scheggia Leitão, giocando d'anticipo e involandosi verso il successo, puntualmente arrivato con lo sprint vinto sulla Germania; Viviani ha dato tutto per quell'ultima volata ma partiva troppo indietro rispetto all'anticipo di Leitão, ed è riuscito solo a sopravanzare la Nuova Zelanda, prendendosi il terzo posto.

La classifica si è chiusa con 55 punti per Leitão-Oliveira, 47 per Consonni-Viviani, 41 per Larsen-Mørkøv; giù dal podio Nuova Zelanda (33) e Giappone (32). Il medagliere azzurro della pista si appaia a quota 1: un oro (Madison femminile), un argento (Madison maschile), un bronzo (Inseguimento a squadre maschile). Domani l'ultima chance di rimpinguare il bottino si chiama Letizia Paternoster nell'Omnium (la trentina gareggerà alle 11 nello Scratch, alle 12 nella Tempo Race, alle 13 nell'Eliminazione e alle 14 nella Corsa a punti): tra le rivali dell'azzurra, la belga Lotte Kopecky, la britannica Neah Evans, la statunitense Jennifer Valente, la francese Valentine Fortin e la portoghese Maria Martins.

Velocità femminile e Keirin maschile andranno a dama domani

Intorno alla Madison, l'ultimo sabato olimpico al velodromo di Saint-Quentin-en-Yvelines ha visto il procedere dei tornei della Velocità femminile e del Keirin maschile. Nello Sprint si sono disputati ottavi e quarti di finale, da cui scaturiscono le seguenti semifinali: la tedesca Lea Sophie Friedrich incontrerà la neerlandese Hetty van de Wouw, e la britannica Emma Finucane se la vedrà con la neozelandese Ellesse Andrews, vincitrice del Keirin in questi Giochi (oltre che di un argento nella Velocità a squadre). Appuntamento domani alle 11.20 per le semifinali e le 12.45 per le finali.

Il Keirin maschile ripartirà alle 11.30 coi quarti di finale, tre batterie in cui saranno protagonisti l'australiano Matthew Glaetzer e il britannico Jack Carlin (nella prima), il neerlandese Harrie Lavreysen e l'altro britannico Hamish Turnbull nella seconda, l'australiano Matthew Richardson e l'altro olandese Jeffrey Hoogland. Ma non saranno ovviamente solo loro a contendersi il passaggio del turno in un torneo che ha in programma le semifinali alle 12.30 e la finale alle 13.30.

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Marco Grassi
Giornalista in prova, ciclista mai sbocciato, musicista mancato, comunista disperato. Per il resto, tutto ok!