Un inferno per tutti, ma non per Williams: è lui a vincere sul Muro di Huy
Una bufera si abbatte sulla Freccia Vallone: diversi corridori devono abbandonare in stato di ipotermia. Una quarantina di atleti finisce la corsa: tra questi il britannico, che vince su Vauquelin e Cosnefroy
Eravamo abituati ad uno svolgimento molto semplice della seconda puntata del trittico delle Ardenne, la Freccia Vallone: duecento chilometri circa di su e giù tra la Côte d'Ereffe e lo spauracchio finale del Muro di Huy, con quattro passaggi su ciascuno di essi dove di volta in volta qualche coraggioso provava ad evitare l'ineluttabile volata finale sulle rampe del muro. Questa edizione, l'88esima della Freccia Vallone, verrà ricordata sì per la progressione con cui Stephen Williams ha seminato gli avversari nella volata finale, succedendo a Tadej Pogačar nell'albo d'oro della classica belga, ma soprattutto per le condizioni metereologiche che hanno reso la corsa una lotta sopravvivenza. Ad arrivare sul traguardo sono stati solamente quarantaquattro corridori: gli altri sono stati costretti al ritiro a causa della tormenta che si è abbattuta sul tracciato, portando le condizioni di corsa al limite. Alcune formazioni come INEOS Grenadiers, UAE Emirates e Intermarché-Wanty, non hanno avuto alcun atleta in grado di finire la corsa: nella stessa Free Palestine, solo il vincitore è arrivato al traguardo, mentre la sola Uno-X-Mobility ha chiuso la corsa con tutti i propri effettivi. Perfino durante premiazione i corridori sul podio sembravano più desiderosi di infilarsi in un posto caldo che di gioire per il proprio risultato, ma anche tra i ritirati, come vedremo, ci sono state immagini impressionanti. La risoluzione della corsa in realtà non è stata troppo diversa dal solito, se non fosse che il gruppo di trenta corridori che è arrivato a giocarsi la corsa ai piedi del Muro è stato selezionato dalle condizioni estreme più che dalle difficoltà altimetriche. Williams, che ha avuto la meglio di questo manipolo di superstiti, è anche il primo britannico a vincere la classica belga.
Freccia Vallone 2024, la cronaca della corsa
L'88esima Freccia Vallone ha preso il via da Charleroi per arrivare, come da quasi quarant'anni a questa parte, sul Muro di Huy dopo 198.6 km. La corsa è partita con una temperatura fresca ma con condizioni meteo ancora favorevoli: dopo una manciata di chilometri hanno preso il largo Igor Chzhan (Astana Qazaqstan), Johan Meens (Bingoal WB), Txomin Juaristi (Euskaltel-Euskadi), Alan Jousseaume (TotalEnergies), James Whelan(Q36.5) e Lilian Calmejane (Intermarché-Wanty). Dopo una ventina di chilometri il vantaggio dei sei si è stabilizzato sui 4'30": poco prima dei 100 km di corsa si è repentinamente scatenata sul percorso una bufera con vento e pioggia. La temperatura si è abbassata fino a circa 7° (ai piedi del primo passaggio sul muro di Huy sono stati misurati addirittura 3°). Dal gruppo di testa i primi a cedere sono stati Chzhan e Meens, mentre dietro i primi corridori cominciavano ad abbandonare, sorpresi anche in un abbigliamento troppo leggero.
La tormenta si abbatte sui corridori: vento, neve e ritiri
Sul secondo passaggio sulla Côte d'Ereffe la pioggia è diventata anche nevischio, e anche il gruppo principale ha cominciato a sgretolarsi: tra chi ha perso contatto anche Alexadre Vlasov (Astana Qazaqstan) e Michael Matthews (Jayco AlUla). A tenere alto il ritmo era soprattutto la EF Education-EasyPost, che lavorava per Richard Carapaz. Ripreso anche Whelan, sul secondo passaggio sul Muro di Huy hanno ceduto anche i superstiti della fuga. Molti corridori hanno cercato di approfittare della situazione per avvantaggiarsi sulle ripide pendenze della salita: a farne le spese sono stati nomi illustri come Thomas Pidcock (INEOS Grenadiers), Marc Hirschi (UAE Emirates), Mattias Skjelmose e Andrea Bagioli della Lidl-Trek. Tutti questi hanno poi abbandonato la corsa: le immagini del ritiro del penultimo, in evidente ipotermia, sono state particolarmente impressionanti:
Resistono in quaranta, Kragh Andersen prova l'impresa
In testa alla corsa si è formato un gruppo di una trentina di corridori con Ben Healy e Richard Carapaz (EF Education-EasyPost), Benoît Cosnefroy (Decathlon AG2R La Mondiale), Davide Formolo (Movistar), Santiago Buitrago (Bahrain-Victorious) e Maxim Van Gils (Lotto Dstny). Da questi è partito, ai- 59 dall'arrivo, un attacco solitario di Søren Kragh Andersen (Alpecin-Deceuninck), che è arrivato ad avere quasi un minuto e mezzo di vantaggio prima del terzo passaggio sul muro di Huy. Ad inseguirlo è stato senza successo Markus Hoelgaard (Uno-X Mobility), poi ripreso sul terzo passaggio sulla Côte d'Ereffe, dove hanno tentato un contrattacco prima Van Gils e poi Ilan Van Wilder (Soudal-Quick Step). Tra le squadre più attive nel gruppetto inseguitore Uno-X, EF, Decathlon e la Groupama-FDJ, che confidava nei mezzi di Romain Grégoire.
Mentre Kragh Andersen scollinava sul penultimo passaggio del Muro di Huy (ai -31) con una vantaggio superiore al minuto, a cercare di fare selezione è stato Buitrago, prima che negli ultimi metri partisse Stephen Williams (Free Palestine). A inseguire il danese è quindi rimasto un gruppetto con Williams, che ha atteso Kévin Vauquelin (Arkéa-B&B Hotels), Santiago Buitrago, Richard Carapaz e nuovamente Van Gils. Nel terzo gruppo lavorava soprattutto la Visma | Lease a Bike per Tiesj Benoot e la Uno-X per Tobias Halland Johannessen: la Côte d'Ereffe, ai -15 dall'arrivo, sono stati presi sia i quattro contrattaccanti che il danese che era in testa alla corsa. L'unico che ha poi cercato nuovamente di evadere dal gruppo è stato Anders Skaarseth della Uno-X Mobility esattamente ai -10 dall'arrivo, subito rintuzzato da Tim van Dijke (Visma | Lease a Bike): nel frattempo la pioggia era cessata e la temperatura era tornata meno proibitiva, per quanto i corridori fossero comunque intirizziti.
Sul Muro di Huy Williams è irraggiungibile
Proprio l'olandese della Visma ha preso in testa il muro di Huy cercando di spianare la strada al proprio capitano, Benoot. Il primo ad entrare nel “Virage Claudy Criquielion”, la prima curva del Muro di Huy, è stato Toms Skujiņš (Lidl-Trek) poi superato da Cosnefroy. Ai -250 metri però sulla sinistra è uscito secco Stephen Williams: il britannico ha preso subito diversi metri di vantaggio. Sia Vauquelin che Cosnefroy hanno cercato di chiudere su di lui, ma era troppo tardi per poterlo raggiungere, così il corridore della Free Palestine ha tagliato il traguardo faticando persino ad esultare per lo sfinimento.
Dietro di lui si sono piazzati, nell'ordine, Vauquelin, Van Gils, Consefroy e Buitrago (gli stessi che avevano preso vantaggio sul penultimo passaggio sul traguardo, ad eccezione del francese della Decathlon). Johannessen si è piazzato sesto a 10", regolando un gruppetto con Romain Grégoire, settimo, Dorian Godon (Decathlon AG2R La Mondiale), ottavo, Benoot, nono, e Guillaume Martin (Cofidis) decimo, cronometrati con lo stesso tempo.
Gli unici italiani presenti tra i quarantaquattro corridori a terminare la corsa sono stati Davide Formolo (24esimo). Lorenzo Germani (Groupama-FDJ), 40esimo e Luca Vergallito (Alpecin-Deceuninck), arrivato proprio 44esimo.