Urška Žigart 'smentisce' Pogačar: "Dice che mi sacrifico di più per la nostra vita? Non è vero"
La compagna del fenomeno sloveno ha parlato in una lunga intervista anche del suo 2024, del trasferimento e della nascita del Pika Team
Il 2024 di Urška Žigart è stato decisamente movimentato, dall'amara esclusione da parte della Federazione della Slovenia per le Olimpiadi di Parigi 2024 fino alla crescita sul piano dei risultati. Nel corso della prossima stagione la classe 1996, compagna di Tadej Pogačar, cambierà maglia e correrà per la AG Insurance-Soudal Team. E proprio di questo suo trasferimento ha cominciato a parlare nella lunga intervista concessa ai microfoni di ‘Sportal’, noto portale sloveno.
Urška Žigart: “Non so per quanto tempo rimarrò in questo mondo”
“In realtà è tutto abbastanza nuovo per me. Conosco veramente bene solo Alexandra Manly, con cui ho corso insieme in precedenza alla Liv AlUla Jayco, ma non era in ritiro in Belgio. Le altre ragazze le conosco solo dall'aspetto. Conosco anche il direttore sportivo, ma devo ancora incontrare tutti gli altri. Concretamente devo ancora sapere, ad esempio, a chi rivolgermi se devo cambiare la catena o se ho bisogno di gomme nuove per la bicicletta, insomma cose puramente pratiche. Tutto è nuovo, dalle attrezzature ai rapporti, ma le sensazioni sono buone e non vedo l'ora di cominciare”.
“Ho anche avuto la possibilità di un prolungamento con la Liv AlUla Jayco, anche se un po' tardi, ma avevo anche altre offerte sul tavolo e ne ero soddisfatta. Non c'era niente di sbagliato con la squadra, ci siamo divertiti moltissimo e sono molto grata del fatto che mi abbiano dato un'opportunità quattro anni fa, ma quest'anno ho capito che non sono più la più giovane. Anche a causa di quanto successo prima dei Giochi Olimpici ho iniziato a riflettere un po' e ho capito che non so per quanto tempo ancora mi vedrò in questo mondo, per quanto tempo ci rimarrò. Devo ammettere che la decisione di cambiare squadra non è stata affatto facile”.
Uno sguardo anche al 2024 nel suo complesso: “La stagione 2024 è senza dubbio quella che mi è piaciuta di più. Forse gli altri anni ero più concentrata a migliorare nello stare in gruppo e nelle discese, ma poi quest'anno mi sono detta: ‘Non importa, proverò a correre a modo mio’. E questo mi ha portato a fare progressi. Inoltre a livello di risultati mi sembra che finalmente si sia iniziato a vedere di cosa sono capaci le mie gambe”.
Urška Žigart come Pogačar: “In corsa non puoi aspettare le mosse degli altri”
Urška Žigart ha parlato anche dei Mondiali di Zurigo 2024, che l'hanno vista protagonista: “Quello è stato un giorno speciale. Guardando indietro avrei potuto ottenere di più dalla gara se avessi corso con più cautela, ma sarei anche potuta rimanere troppo indietro. Non sai mai quando e dove qualcuno cade e puoi rimanere troppo attardato. Sono contenta perché stavo correndo in testa e mi sono messa in mostra, ho corso davvero. Penso che sia importante influenzare l'andamento della gara, non aspettare le mosse degli altri, ma prendere tu stesso l'iniziativa. Per quanto riguarda la situazione in corsa è stata difficilissima, ma ho notato che so prepararmi molto bene per queste situazioni, ho la fortuna di correre meglio con il freddo che con il caldo”.
Urška Žigart: “Io e Tadej abbiamo sempre voluto aiutare le ragazze slovene”
Poi un commento sulle parole di Tadej Pogačar, che ha detto di sacrificarsi di meno rispetto a lei per la loro vita insieme: “Non sapevo che avesse detto questo. Cosa dovrei dire? Penso che mi veda fare una sorta di compromesso più di lui, ma dato il suo nome, la sua carriera e i suoi risultati è assolutamente comprensibile. Se potessi sempre concentrarmi al 100% su me stessa, potrei davvero ottenere di più, ma non sono ancora d'accordo del tutto con la sua affermazione. Tadej pensa che io mi sacrifichi molto più di lui per la nostra vita insieme, ma non è vero. È vero che soffro più di lui quando gli sto dietro in allenamento e che sto meno sotto la doccia per poter cucinare prima, ma sono piccole cose che non mi creano problemi”.
Infine la chiosa sul progetto del Pika Team: “Tadej e io abbiamo sempre desiderato aiutare le ragazze. Per quanto riguarda il nome della squadra Pika Team, fino a questa stagione non mi vedevo come qualcuno che potesse fondare la propria squadra, tanto meno darle un nome che portasse il mio soprannome. Ma con tutto quello che è successo ho capito ancora di più quanto sia importante restituire qualcosa al ciclismo sloveno. Attualmente stiamo progettando la nascita di una squadra giovanile che unisca le ragazze a quelle che stanno per passare di categoria. Naturalmente questo non è facile, non solo per le risorse finanziarie, ma anche per le persone di cui abbiamo bisogno per dirigere la squadra. I soldi sono forse la parte più semplice".