Primoz Roglic batte Mas a Sierra de Cazorla © Sprint Cycling News
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Vuelta, Primoz Roglic Sierra i ranghi a Cazorla e recupera più di 1' a Ben O'Connor

Lo sloveno della Red Bull bissa la vittoria di Pico Villuercas davanti a Mas e Landa. 4° un ottimo Tiberi. Naufragano Almeida e gli UAE

24.08.2024 16:45

Primoz Roglic e le rampe in doppia cifra della Vuelta di Spagna: un legame inscindibile, a dispetto del tempo che passa. Il 35enne sloveno vince di forza a Sierra de Cazorla, portandosi dietro il solo Enric Mas negli ultimi 800 metri della salita per poi batterlo facilmente in volata. Dopo aver tentato addirittura di seguire il tre volte vincitore della corsa spagnola, Ben O'Connor paga un conto salato negli ultimi 2 km, lasciando sul piatto quasi 1'. Landa e Tiberi tengono ancora botta, respinta in blocco la UAE Emirates.

Attacchi in serie nella prima ora

Le strade dell'Andalusia profonda sono il palcoscenico dell'ottava tappa della Vuelta di Spagna (Úbeda-Cazorla, 158,7 km). Percorso lunatico nei primi 50 km, che concedono poche occasioni per rifiatare. L'ottovolante si ferma ai piedi del primo Gran premio della montagna: il Puerto de Mirador de las Palomas, un 2ª categoria di 7,3 km al 5,6% di pendenza media, posizionato ai -53 dall'arrivo. Picchiata in direzione Cazorla, intervallata da qualche piccolo falsopiano e seguita dallo sprint con abbuoni (in leggera salita) ai -19 dalla fine. Si continua a pedalare all'insù per una decina di km per poi percorrere un ultimo tratto pianeggiante. Infine, l'arrampicata finale di Sierra de Cazorla. Non ingannino la classificazione del GPM (un 3ª categoria), né tantomeno la lunghezza della salita (poco meno di 5 km): i 1000 metri iniziali superano infatti il 17% medio. La salita si addolcisce sensibilmente nel secondo km (3%) prima di un ulteriore gradino al 10,2%. Il penultimo chilometro concede ancora un po' di tregua (5,6%), ma la rampa conclusiva si impenna ancora al 13,5%. 

Registrato l'abbandono del francese Elie Gesbert (Arkéa-B&B Hotels), la corsa prende ufficialmente il via poco prima delle 14 con 170 corridori ancora in gruppo. Battaglia serratissima per portare via la fuga: ci provano in un primo momento gli spagnoli Txomin Juaristi (Euskaltel-Euskadi) e Marc Soler (UAE Emirates), sui quali piombano il belga Kobe Gossens (Intermarché-Wanty) e lo spagnolo Jesús Herrada (Cofidis). Tuttavia, l'azione del quartetto rifluisce in fretta. Il gruppo - trainato dai Red Bull-BORA-Hansgrohe - impone l'alt anche a due attacchi formato famiglia, cui partecipano più di 30 corridori. Non va meglio ad altri cinque uomini - il belga Xandro Meurisse (Alpecin-Deceuninck), il francese Simon Guglielmi (Arkéa), il norvegese Sven Erik Bystrøm (Groupama-FDJ) e gli spagnoli Ion Izagirre (Cofidis) e Ibon Ruiz (KERN Pharma) - ripresi ai -117 da Cazorla. 

Dopo 40 km di battaglia feroce, comincia a svilupparsi l'embrione della fuga buona: il campione nazionale svizzero Mauro Schmid (Jayco-AlUla) si porta dietro il colombiano Harold Tejada (Astana) e l'olandese Gijs Leemreize (DSM-Firmenich). Alle loro spalle, si sgancia un terzetto formato dall'italiano Luca Vergallito (Alpecin-Deceuninck), da un altro corridore di casa, Oier Lazkano (Movistar) e dal già citato Izagirre. A circa 30" dalla testa, poi, ci sono altri due uomini allo scoperto, il francese Mathis Le Berre (Arkéa) e l'olandese Sam Oomen (Lidl-Trek). Gli inseguitori si ricompattano ai -96 dalla linea bianca e, nello spazio di un paio di km, riagganciano la testa della corsa, della quale fanno ora parte 7 corridori. Concesso il via libera agli attaccanti, il gruppo -trainato a velocità di crociera dai Decathlon AG2R La Mondiale, cui si aggiungeranno in seguito i Free Palestine - concede un vantaggio massimo di 5'18" (-72 km). 

Andatura più sostenuta sul primo GPM

I sette al comando viaggiano di buona lena anche sul Puerto de Mirador de las Palomas, dove transita per primo Schmid davanti a Le Berre e Vergallito. Dal canto loro, gli uomini di fatica della maglia roja, l'australiano Ben O'Connor (Decathlon AG2R La Mondiale), aumentano gradualmente la velocità, riportando il distacco sotto i 4' proprio in cima alla salita. 

Nel frattempo, le acque si muovono anche davanti: Schmid prosegue la sua azione in discesa, portandosi dietro il colombiano della Astana. Tuttavia, la nuova coppia al comando resiste fino ai -42 dall'arrivo, quando gli altri compagni di ventura (ad eccezione di Lazkano, che risalirà sul treno giusto qualche km più avanti) annulleranno l'imboscata. La temperatura tra gli attaccanti resta comunque molto alta: nonostante abbia faticato per rientrare in gruppo, Lazkano prova a rilanciare l'azione a 37 km da Sierra de Cazorla. Schmid non gli concede spazio e, con la sua azione, riporta sotto anche Izagirre, Le Berre, Leemreize, Oomen, Tejada e Vergallito. Il ritmo altalenante della fuga agevola solo in parte il lavoro degli inseguitori, ancora attardati di 3'16" ai -26 dalla fine. 

La ritrovata concordia tra i battistrada non riesce a smorzare la poderosa rimonta del gruppo, promossa con rara pervicacia dai Free Palestine, al lavoro per il campione canadese in linea Michael Woods (Free Palestine): tra i -25 e -15, infatti, il vantaggio scende da 3'01" a poco più di 1'40". Il pericolo incombente scuote Vergallito, che smuove le acque a 13 km dalla fine: il suo scatto sgrana il drappello di testa, che si sgranerà definitivamente poco più in là per merito di Tejada. Sulla ruota del sudamericano si riportano il basco della Movistar e il generosissimo corridore milanese.

O'Connor prova a seguire Roglic, ma…

Questa ulteriore accelerazione rilancia le ambizioni dei primi, che arrivano ai piedi della Sierra de Cazorla con 1'20" da difendere su chi rincorre. Gran bagarre in vista della salita conclusiva: tutte le squadre dei big al lavoro per portare i capitani nella posizione migliore. Non fa eccezione la Red Bull, più che mai motivata a riscattarsi dopo i pasticci di Cordoba: il colombiano Daniel Martinez (Red Bull-BORA-Hansgrohe) scorta alla perfezione il suo capitano, lo sloveno Primoz Roglic (Red Bull), sulla cui ruota si porta subito O'Connor. Dal momento che non tutte le ciambelle riescono col buco, però, la squadra austro-tedesca perde subito Aleksandr Vlasov (Red Bull), vittima di una rocambolesca caduta all'imbocco della salita.

La selezione, però, non è così netta: concluso il primo tratto in doppia cifra, infatti, il plotoncino dei migliori comprende una ventina di corridori, tra i quali il belga Lennert Van Eetvelt (Lotto Dstny), l'italiano Antonio Tiberi (Bahrain-Victorious) e gli spagnoli Mikel Landa (T-Rex Quick-Step) e Carlos Rodriguez (INEOS Grenadiers). Un solo, grandissimo assente: il portoghese João Almeida (UAE Emirates), apparso già sottotono nei chilometri precedenti, in cui aveva costantemente pedalato in coda al gruppo.

Nel frattempo, Tejada cerca ancora una volta di piegare i suoi avversari, ma senza successo: prima Lazkano, poi uno splendido Vergallito si riportano sul colombiano. La corsa che conta, però, si svolge alle loro spalle: Roglic porta un primo affondo ai -3, sollecitando la reazione di O'Connor - scortato dall'austriaco Felix Gall (Decathlon) - Landa, Tiberi e di altri due uomini: l'ecuadoriano Richard Carapaz (EF EasyPost), mai così brillante dall'inizio della Vuelta, e dell'irlandese Eddie Dunbar (Jayco). 

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Luca Vergallito in maglia Alpecin-Deceuninck © Zwift Academy

Dopo aver usato il fioretto, l'ex saltatore di Trblovje tira fuori la sciabola: il suo affondo ai -2 fa male, molto male. Il primo a pagarne le conseguenze è proprio il capitano della Decathlon, che finirà addirittura per perdere contatto da Gall. Se Landa e Tiberi scelgono di non sfidare lo sloveno sul suo terreno preferito, il leader della Movistar gli tiene brillantemente testa: insieme raggiungono e staccano Lazkano e Vergallito (poi 12° al traguardo), riassorbendo anche Tejada a 850 metri dalla fine. La sfida tra i due prosegue serrata anche nell'ultimo tratto di salita, al punto che Mas prova a giocare persino d'astuzia, allargando maliziosamente la traiettoria ai 300 metri. Tuttavia, tra il dire e il fare c'è di mezzo sempre lui, Primoz Roglic. Che accelera ai 150 metri dalla linea e conquista il 6° successo della sua stagione, lasciandosi alle spalle il maiorchino

Un'altra bella prova per Landa, brillante 3° a 13", davanti a Tiberi (17") e al danese Mathias Skjelmose (Lidl-Trek), risalito fino alla quinta piazza in compagnia di Rodriguez: 21" di ritardo per entrambi. Nubi grigie sulla testa di O'Connor, che rende in tutto 1'06" al vincitore. Bilancio ancora più negativo per la UAE Emirates: il britannico Adam Yates (UAE Emirates) paga 1'03", il francese di origini russe Pavel Sivakov (UAE Emirates) chiude a 2'04", Almeida taglia il traguardo a quasi 5' da Roglic e ripone nel cassetto tutti i sogni di gloria.

Considerato l'ampio vantaggio accumulato nella tappa di Yunquera, O'Connor è sempre leader della generale, ma il vantaggio su Roglic si è ridotto a 3'49". A seguire Mas (a 4'31"), Tiberi (a 5') e Landa (a 5'13").

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Domenica la temutissima tappa di Granada

La Vuelta proseguirà domenica con la 9ª tappa, una delle più dure della 79ª edizione: i 178,5 km da Motrul a Granada prevedono l'ascesa al Puerto del Purche (1ª categoria, poco meno di 9 km al 7,6%) dopo 96 km di corsa e la doppia scalata all'Alto de Hazallana (7,1 km al 9,5% medio). L'ultimo passaggio in vetta ai -23 dal traguardo potrà mettere le ali a chi sogna di ribaltare la classifica. Vero, Primoz?

Diretta su Eurosport 1 (e streaming su Discovery+) a partire dalle 14.30.

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Carmine Marino
Nato a Battipaglia (Salerno) nel 1986, ha collaborato con giornali, tv e siti web della Campania e della Basilicata. Caporedattore del quotidiano online SalernoSport24, è iscritto all'albo dei giornalisti pubblicisti della Campania dal 4 dicembre 20