Niente Gaviria? No problem, c'è Molano
Colombia 2.1, tanti attacchi dei big nella terza tappa. Il colombiano della UAE Team Emirates supera Alaphilippe allo sprint
Non parte Gaviria, Zoccarato il primo ad attaccare
Per i 167.8 km della Llanogrande-Llanogrande, terza tappa del Colombia 2.1 che consiste in quattro giri di un circuito di 41.9 km, subito un colpo di scena: non ha preso il via uno dei corridori più attesi, vale a dire Fernando Gaviria. Il velocista della UAE Team Emirates è alle prese con un'infezione respiratoria di origine virale che lo ha colpito; d'accordo con il direttore sportivo, il colombiano ha preferito fermarsi per recuperare in vista dei prossimi appuntamenti.
Il primo a cercare la fuga, pochi istanti dopo il via delle 15, è Samuele Zoccarato: per il veneto della IAM Excelsior, alla prima gara nel team elvetico, l'avventura dura lo spazio di qualche centinaia di metro. Il gruppo rimane unito sino alla prima ascesa di giornata sull'Alto El Nano, salita di 3.5 km al 5.5% con scollinamento a quota 2348 metri; su tale asperità si forma un interessante drappello di sei elementi, con nomi di un certo spessore.
Sei all'attacco, ci sono nomi di peso ma vengono ripresi. E Bernal si arrabbia
Più che una corsa 2.1 pareva una fuga di una corsa World Tour. All'attacco, infatti, Iván Ramiro Sosa (Team Sky), Richard Carapaz (Movistar Team), Miguel Ángel López (Astana Pro Team), Cristian Muñoz (UAE Team Emirates), Dayer Quintana (Neri Sottoli-Selle Italia-KTM) e Óscar Quiroz (Bicicletas Strongman). Il gruppo, tuttavia, non gradisce questa situazione e si riporta sotto prima della conclusione del giro inaugurale.
E la sorpresa continua una volta che si giunge sulla linea bianca, dove è posto il primo traguardo volante con abbuoni: sono in tre a sfidarsi, con il leader Álvaro Hodeg (Deceuninck-Quick Step) a transitare per primo. Alla sua sinistra fa lo sprint Egan Bernal (Team Sky) che si prende 2" di abbuono mentre sulla destra della carreggiata si impegna anche un altro uomo Sky come Jhonatan Narvaez: dopo il traguardo Bernal si lamenta con un gesto esplicito con la mano non tanto con Hodeg quanto con l'ecuadoriano compagno di squadra, reo, a dire del nativo di Zipaquirá, di aver rischiato di togliergli un potenziale prezioso secondo per la generale.
Sei in fuga, Barbin e Zoccarato provano vanamente a rientrare. Hodeg si stacca
La fuga che caratterizza la frazione nasce poco dopo lo sprint intermedio, ancora una volta con sei elementi. Il già citato Óscar Quiroz viene accompagnato da Fabio Duarte (Medellin), José Castro (GW Shimano), Brayan Ramírez (Coldeportes Zenu), Steven Cuesta (Deprisa Team) e Marvin Angarita (Colombia). Su di loro cercano vanamente di rientrare gli italiani Samuele Zoccarato e Enrico Barbin (Bardiani CSF), oltre a Eduardo Estrada e William Muñoz (Bicicletas Strongman), ma non si avvicinano abbastanza e decidono di rialzarsi.
Il margine massimo che i sei accumulano è di 3'20" prima che le formazioni World Tour si mettano in azione. Mentre giunge notizia dei ritiri di Marco Benfatto (Androni Giocattoli-Sidermec), Andrea Guardini (Bardiani CSF) e Davide Plebani (Italia), il gruppo si fraziona, con la gran parte dei velocisti incapaci di resistere sulle pendenze dell'Alto El Nano: tra chi cede sul terzo passaggio della salita vi è anche Hodeg, che deve così rinunciare alla maglia di capoclassifica.
Attacco ripreso, in tanti ci provano
L'ultimo giro di 41.9 km inizia con quattro rimasti all'attacco, vale a dire Angarita, Duarte, Muñoz e Ramírez; il gruppo, tirato da Astana, EF Education First e Team Sky, transita composto da una ottantina di unità con 1'50" di ritardo mentre il drappello Hodeg viaggia a oltre 2'. Il quartetto di testa vede costantemente diminuire il proprio margine, tanto che ai meno 25 km il gap è di soli 45"; l'azione viene definitivamente annullata a 19 km dalla fine, con Ramírez e Duarte ultimi a rialzarsi.
Il ritmo della EF Education First è tosto, ma dopo che i battistrada vengono ripresi si assiste ad un momento di stasi che consente a Jorge Camilo Castiblanco (Team Illuminate) di provarci; vanno in caccia prima Alex Cano (Coldeportes Zenù) e poi Kevin Rivera (Androni Giocattoli-Sidermec), con il costaricano che riesce anche a mettersi per un attimo in testa alla corsa, prima che il gruppo si riporti anche su di lui.
Volata finale, Molano supera Alaphilippe. Urán leader
Da qui al traguardo, con i gregari in molti casi già staccatisi, si assiste ad una sfilza pressoché ininterrotta di tentativi di allungo nella discesa; ci provano Bernal, Sevilla, López, Carapaz, Quintana, Urán ma niente da fare. L'azione che dura di più si forma attorno ai meno 6 km e dura per poco più di 1 km: a comporre il tentativo Jefferson Cepeda (Ecuador), Rodrigo Contreras (Astana Pro Team), Sergio Henao (UAE Team Emirates), Daniel Martínez (EF Education First) con Richard Carapaz (Movistar Team) in versione stopper. Ma questo gruppetto viene annullato grazie al lavoro di Jhonatan Narveaz.
Si giunge così nel lungo rettilineo finale con Bob Jungels in versione apripista di lusso per Julian Alaphilippe. Ma il francese non ha il modo di lanciarsi al meglio perché viene anticipato nella sua azione da Sebastián Molano; il colombiano parte lungo e, facendosi forza dell'essere l'unico velocista puro presente, riesce a vincere in maniera netta e meritata. Per lui è la prima affermazione da atleta World Tour, per la UAE Team Emirates è l'ennesima prova di come la campagna acquisti sia stata finalmente eccellente.
Con Alaphilippe nella piazza d'onore, il terzo posto va a Diego Ochoa. Seguono Miguel Ángel López, Egan Bernal, Edwin Ávila, Miguel Florez, Juan Esteban Arango, Richard Carapaz e Edison Muñoz. In classifica cambia la maglia di leader, che ora passa sulle spalle di Rigoberto Urán (EF Education First). Domani spazio alla Medellín-Medellín di 144 km, frazione riservata alle ruote veloci.