Batto l'olimpionico e me ne Vantho
Duello mozzafiato al Druivencross di Overijse: Vanthourenhout ha la meglio su Pidcock dopo che quest'ultimo deve ripartire dall'ultima posizione per un problema meccanico. Sul podio anche Van der Haar
Lo spettacolare scenario del rinnovato Druivencross di Overijse, valido come sesta frazione della Coppa del Mondo, è l'arena di uno dei duelli più emozionanti degli ultimi anni, sicuramente della stagione in corso (nonostante questo 2022-2023 abbia vissuto di un buon equilibrio tra le parti). Il rientrante Tom Pidcock contende infatti fino al traguardo il successo al campione europeo Michael Vanthourenhout ma alla fine, dopo aver commesso molti errori tecnici preso dalla fretta di dover rientrare, deve abdicare in favore del portacolori della Pauwels, il quale dopo Namur si prende un altro palcoscenico di assoluta importanza.
Date le condizioni del tracciato, fangosissimo, e la sua natura particolare, prima del via è più complicato di quanto ci si possa immaginare decretare un favorito netto. Sicuramente Vanthourenhout parte come l'uomo da battere, ma né il suo compagno Eli Iserbyt, trionfatore nel 2021, né Lars van der Haar, né tantomeno Laurens Sweeck, vincitore delle ultime tre gare disputate a Niel, Beekse Bergen e Merksplas, possono essere considerati battuti sicuri. C'è poi l'incognita del campione del mondo Pidcock, che dopo un rientro sottotono a Merksplas ha la pronta opportunità di prendersi la rivincita in una gara decisamente più adatta a quelli che sono i suoi punti di forza: guida della bici in condizioni proibitive e doti da scalatore. Da tenere d'occhio almeno per un piazzamento anche il giovane Pim Ronhaar, dalle caratteristiche simili a quelle di Van Aert, dunque molto temibile nei percorsi più duri del panorama internazionale.
Partenza da dimenticare per Pidcock: problemino alla bici e subito in ultima posizione, gara già compromessa. Gli avversari, a partire da Van der Haar, non affondano, almeno finché Iserbyt non trova l'aiuto del compagno Vanthourenhout. I due Pauwels, accompagnati dal campione spagnolo Felipe Orts Lloret, staccano tutti lungo la discesa. Sweeck e LVDH sono un po' in difficoltà e Ronhaar li sorpassa a doppia velocità, poi li stacca e infine si riporta su Orts, staccato nel frattempo dal duo del team di Mettepenningen. Eli e Michael infatti proseguono da soli e di comune accordo, ma oltre alla rimonta di Ronhaar devono soprattutto guardarsi da quella strepitosa del campione del mondo: Pidcock è una furia in salita e il migliore per distacco in discesa; in un batter d'occhio salta via trenta atleti e a fine del primo giro è già nono nel gruppetto del quinto posto guidato dalla coppia Sweeck-Van der Haar. Probabilmente quella del britannico è l'azione più esaltante dell'anno, nonché la più impressionante dal punto di vista atletico.
Nella seconda tornata Tom salta via pure Orts e Ronhaar e si riporta sul duo di testa con una facilità devastante e psicologicamente difficile da accettare per tutti gli altri. Dietro il trio al comando transitano a circa 10" i due Baloise Van der Haar e Ronhaar, braccati da Sweeck e poi dall'altro Trek Lions Thibau Nys. I distacchi sono ancora risicati tra i primi sette ma la superiorità messa in luce dall'iridato nelle prime due tornate lascia poco spazio alla fantasia. Ad inizio terzo round infatti Tom si piazza davanti e imposta il proprio ritmo, lasciando rapidamente indietro Iserbyt, mentre Vanthourenhout lotta per rimanergli attaccato. Il campione europeo perde qualche metro in discesa, poi si riavvicina forzando il passo nella salita in pavé ma riperde secondi nella contropendenza nel finale del giro. Per il belga è difficile star dietro allo scatenato inglese se quest'ultimo non commette nessuna imprecisione, ma Michael ha ugualmente l'obbligo di provarci. I due sono staccati di appena 3" alla fine della terza tornata, mentre Iserbyt è molto più indietro. Quarto Ronhaar con un leggerissimo vantaggio su Van der Haar, Nys e Sweeck che si occupa solamente di limitare i danni in termini di punti da Eli, senza occuparsi quindi dell'inseguimento del giovane neerlandese.
Il quarto giro è quello del definitivo crollo di Iserbyt, completamente piantato e superato da un grandissimo Nys, cresciuto con il passare dei minuti e capace di staccare sia LVDH e Sweeck che Ronhaar, teoricamente un po' più adatto al percorso rispetto al figlio d'arte, che comunque, da buon crossista completo qual è, non disdegna un tracciato “completo” come il Druivencross. In testa, nel frattempo, Vanthourenhout riprende l'iridato, mette la testa davanti e cerca di imporre la propria legge provando a mettere sotto pressione Pidcock, il quale risponde tranquillamente senza mai perdere metri. Da dietro viene su bene Sweeck, che dopo una partenza tranquilla inizia a salire di giri e si riporta su Nys, dimostrando di aver gestito la corsa pensando soprattutto all'obiettivo classifica generale; complice il calo di Iserbyt per Laurens può concretizzarsi il passaggio di consegne e la conquista della maglia bianco-rossa di leader. Il distacco della coppia belga è di 41", mentre una decina di secondi più indietro troviamo i due neerlandesi Van der Haar e Ronhaar, calato un po' dopo l'inizio scoppiettante.
Vanthourenhout approfitta di un piccolo errore di Pidcock nella scelta del rapporto per guadagnare un pugno di secondi, ma l'iridato è reattivo e in breve tempo si riporta sul campione d'Europa sfruttando la solita discesa in contropendenza dove Michael sbaglia quasi tutti i giri i tempi della discesa dalla sella. Entrambi sono molto stanchi, Tom per l'inseguimento iniziale, Vanthourenhout per lo sforzo nella terza e quarta tornata; quasi automaticamente dunque i due abbassano il ritmo per rifiatare e raccogliere le forze residue in vista dei due giri conclusivi. Di conseguenza si riavvicina da dietro Sweeck, che in una sola tornata mangia loro circa 15" e a sua volta viene raggiunto da Van der Haar, che in gare dure come questa si gestisce spesso come un diesel, partendo senza esagerare e andando a crescere nei round seguenti. Negli ultimi due giri il campione olandese staccherà anche Sweeck, proseguendo quasi con lo stesso passo dei primi due.
Tutto il racconto del finale deve però concentrarsi laddove si decide la gara, cioè sulla coppia di testa. Pidcock una volta ritrovate le forze allunga nel tratto asfaltato in salita facendo valere il proprio rapporto peso potenza, mentre alle sue spalle Vanthourenhout arranca per perdere il meno possibile. In qualche modo, prendendosi anche dei rischi, il campione europeo si rifa' sotto. Proprio nel momento dell'aggancio a fine discesa Tom esce dalla canalina fangosa e trova sotto le proprie ruote il pavé, perdendo l'equilibrio e finendo a terra. La difficoltà della gara può essere riassunta da questo episodio: il cambio di superficie improvviso mette in crisi perfino il più sublime dei biker, il migliore crossista uomo nella guida della bici. Il contraccolpo psicologico è persino maggiore di quello fisico, molto rapidamente il britannico perde 13". Vanthourenhout ha un boost improvviso di fiducia e ricomincia a martellare a più non posso. Nei segmenti in pianura è superiore, ma in discesa e in salita è più debole. Deve sperare quindi in un crollo di Pidcock o in una sua serie di errori dovuti alla fretta.
Questo secondo scenario si rivela quello esatto. Il campione del mondo transita al traguardo a 8", in pieno recupero; dopo poche centinaia di metri sull'erba è già piombato a ruota di Vanthourenhout. Proprio quando tutto sembra essersi riaperto per l'ennesima volta, il britannico sbaglia un'uscita curva in discesa e ripiomba a 8". Da lì in avanti la sua è una disperata rincorsa in cui rischia il tutto per tutto non lasciando margine d'errore a Michael, il quale però non commette alcuno sbaglio nonostante sia fortemente sotto pressione. Il margine accumulato grazie all'ultimo errore di Pidcock si rivela sufficiente per arrivare fino al traguardo. Vanthourenhout vince così la propria quarta gara stagionale, la seconda di peso dopo l'acuto all'Europeo di Namur. L'iridato è secondo a 3" con molti rimorsi, ma con la fiducia di essere nelle condizioni di mettere in difficoltà nelle prossime gare persino i migliori di tutti (che rientreranno l'uno a Hulst l'altro ad Anversa) nei circuiti altimetricamente più esigenti.
Sul podio, dietro Vanthourenhout e Pidcock, sale anche un buon Van der Haar (+37"), mentre Sweeck è quarto a 1'09" e rosicchia altri 3 punti a Iserbyt nella generale, portandosi ad un solo punto dalla vetta (ora Eli ha 185 punti contro i 184 di Laurens) quando siamo quasi a metà percorso. Bravissimo Joris Nieuwenhuis a concludere in top five un'altra gara (l'unica in cui ha mancato questo obiettivo è stata Maasmechelen dove però ha accusato un problema mentre era pienamente in lotta per il quarto posto), quinto a 1'30", davanti al grande Thibau, sesto a 1'31" e al deluso Iserbyt, settimo a 1'36". Ronhaar solo ottavo a 2'02", Jens Adams nono a 2'35", Kevin Kuhn decimo a 3'03". Non bene gli italiani, Gioele Bertolini è ventisettesimo a 6'19", Lorenzo Masciarelli, doppiato, chiude trentaseiesimo.