Un momento del Trofeo Laigueglia 2023 © LaMiaLiguria.it
Lo Stendino di Gambino

Mettiamo tutti la sveglia che è l'ora del Trofeo Laigueglia

Da molto tempo la corsa ligure non è più l'apertura della stagione, ma io continuo a preferire Paravenna e Testico al Pamir e a Valparaiso!

27.02.2024 17:45

In attesa che Le Roi David Lappartient ne certifichi l'evoluzione ufficiale, il calendario ciclistico élite si modella sempre più sull'impero di Carlo V, quello dove non tramontava mai il sole. Intendiamoci bene, non mi aspetto nulla di buono dal nuovo palinsesto internazionale che entrerà in vigore tra due anni. Tanto per fare un esempio, non mi sorprenderei di vedere il Giro d'Italia decurtato di qualche tappa insieme alla Vuelta che, appartenendo ad ASO come il Tour de France, è ormai certificata come laboratorio di sperimentazione della Grande Boucle.

Pensare che un tempo la stagione partiva dalla Sanremo…

Lo scombussolamento dei programmi tradizionali causa non poche difficoltà a un matusa come il sottoscritto, nato nell'epoca in cui la stagione veniva aperta dalla Milano-Sanremo e chiusa dal Giro di Lombardia. I francesi, a onor del vero, avevano creato la corsa verso il sole, la Parigi-Nizza, già nel lontano 1933. Da noi, però, si è dovuto attendere il 1949, anno di nascita della Sassari-Cagliari, perché prendesse corpo un evento che anticipasse l'arrivo in Via Roma, primo piatto forte della stagione.

Nel 1958, poi, a rimpolpare il calendario sull'isola, fu creato il Giro di Sardegna,  disputato  fino al 1978 e successivamente interrotto e ripreso più volte fino alla sparizione definitiva nel 2011. Infine, nel 1966 è arrivata la Tirreno-Adriatico, che, in poco più di mezzo secolo, da antipasto della classicissima di primavera, ha assunto i connotati di gara d'assoluto prestigio, favorita anche dal clima più mite che caratterizza la corsa dei due mari rispetto all'antagonista transalpina.

Col Trofeo Laigueglia si apre il calendario italiano

Il terzo Laigueglia di Filippo Pozzato © IVG.it

Dalla scomparsa delle gare nella terra dei nuraghi, l'evento inaugurale del calendario nostrano è diventato il Trofeo Laigueglia, una kermesse che propone, in modo ridotto, un  percorso simile alle fasi finali della Sanremo. In questo modo, alla costa ligure di ponente viene dato l'onore d'aprire e chiudere, a distanza di poco più di due settimane, la fase italiana d'inizio stagione, comprendente anche la Strade Bianche, assurta in soli tre lustri al rango di  semi classica, la Tirreno-Adriatico e la Milano-Torino.

Questo sontuoso preludio precede il gran finale nella città dei fiori sullo striscione finale che ha consacrato come suoi sommi interpreti Costante Girardengo, sei volte trionfatore, ed Eddy Merckx, capace, mezzo secolo dopo, di migliorare il primato del campionissimo di Novi Ligure.

Tornando al Trofeo Laigueglia, si può riscontrare che sul traguardo vicino al confine tra le province di Savona e Imperia, in questi 60 anni ha trionfato il gotha del ciclismo italiano e internazionale. Al solitario tris di Filippo Pozzato, si aggiungono le doppiette del Cannibale Eddy Merckx e di altri grandi campioni come Michele Dancelli, Franco Bitossi e Pierino Gavazzi. Né vanno dimenticati due ragazzi, Francesco Ginanni e Moreno Moser, capaci d'imporsi anche loro due volte, che poi, nel prosieguo della loro carriera, non seppero mantenere tutto il bene che promettevano.

Lappartient mi perdonerà ma io, alla cronoscalata di qualche improbabile vetta del Pamir o all'arrivo in volata sul LungoPacifico di Valparaiso, continuerò a preferire Paravenna e Testico. Lunga vita al Trofeo Laigueglia!

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