Vecia Via della Lana, pedalare sulle vie della transumanza
Una trentina di km tra i boschi della Lessinia, lungo i sentieri utilizzati dai pastori per portare le greggi e la lana sino alle vallate
La zona, nell’est veronese, oltre che al cicloturismo si presta altresì a percorsi a cavallo ed escursioni a piedi. Ottima occasione per conoscere anche l’enogastronomia locale, l’intero percorso è suddivisibile in tappe più brevi.
La Vecia Via della Lana tra natura e storia
Il percorso breve ma impegnativo sia per il discreto dislivello che per via del terreno variabile. Si alternano sterrato ed asfalto, lungo colline coltivate a vigneti ed uliveti e boschi di latifoglie. Si consiglia, perciò, di percorrerlo in gravel. Non mancano i pascoli, che ricordano il tradizionale allevamento di bestiame per produzione di latte e formaggio. Il progetto della Vecia Via della Lana è nato dall’azione dei GAL locali per interconnettere e valorizzare una rete di antichi sentieri già esistenti, sviluppando un turismo lento e sostenibile e la valorizzazione ambientale. Viti ed ulivi sono tipici della zona veronese; la partenza da Soave consente di degustare le varietà dell’omonimo vino, da abbinare ai piatti tipici della tradizione locale. Consuetudine praticata in moltissime zone, la transumanza vede le proprie origini nella notte dei tempi. Pastori e bestiame migravano due volte l’anno fra pianura e montagna lungo sentieri detti tratturi, e le relative feste e pratiche sociali segnavano il ritmo delle stagioni ed il rapporto equilibrato fra uomo e natura. L’UNESCO ha riconosciuto la transumanza quale Patrimonio Culturale dell’Umanità.
Soave e Illasi, storia e leggenda
Del paese di Soave esistono testimonianze risalenti all’impero romano, e la coltivazione delle viti era praticata già allora. Da non perdere la visita al Castello, le cui origini sembrano risalire al X secolo, alle Mura Scaligere del XIII secolo, ed alla trecentesca Pieve di S.Lorenzo. Soave era inoltre la principale località di conferimento della lana grezza proveniente dalle montagne. Anche il Castello Scaligero di Illasi, del X secolo, aveva il ruolo di controllare la vallata ed i territori circostanti. La Vecia Via della Lana trova qui il suo mistero. Leggenda vuole, infatti, che nel castello di Illasi si aggiri tuttora il fantasma di Ginevra degli Alighieri, moglie di Girolamo II Pompei. La cinquecentesca vicenda narra di un tradimento di Ginevra, che misteriosamente scomparve e fu immediatamente ritenuta murata viva in una segreta del castello. Successivi lavori di restauro fecero scoprire i resti di una giovane donna ancora in catene, ma l’attribuzione è tutt’altro che certa. A chi appartengono dunque fantasma e scheletro?
Altri gioielli lungo la Vecia Via della Lana
Compresa fra una quota minima di 30 metri ed una massima di circa 700, la Vecia Via della Lana tocca diversi piccoli borghi che ben si prestano come punti di sosta e ristoro, ed è percorribile in tutti i periodi dell’anno. Badia Calavena e Selva di Progno sono altre due località toccate lungo il percorso. Il primo deve il suo nome al fatto di essere stata sin da tempi antichissimi un centro monastico benedettino, di cui la storica Abbazia costituisce il capolavoro. Il monastero fu infatti eretto sopra il paesino sottostante di Calavena. Interessante anche il borgo, con le contrade e le corti rurali. Deriva dalla località su cui è sorto anche il nome di Selva di Progno: il primo termine indica il bosco, il secondo rimanda sia ad una etimologia latina (pronus, inclinato) sia ad una locale che indica il progno come il torrente che, infatti, attraversa la vallata. Imperdibile, infine, Giazza, frazione di origine cimbra con il relativo Museo dei Cimbri.