Il Tour of Oman si chiude nel segno dell'Italia: Nizzolo supera Colbrelli e Ballerini
La sesta e ultima tappa del Tour of Oman, la Al Mouj Muscat-Matrah Corniche di 135.5 km, doveva essere una tranquilla passerella ma così non è stato. La fuga di giornata ha visto quattro unità a comporla, con il belga Nathan Van Hooydonck (CCC Team) come iniziatore; a raggiungere il nipote d'arte sono stati il canadese Adam De Vos (Rally UHC Cycling), il francese Alexis Guérin (Delko Marseille Provence) e il belga Stijn Vandenbergh (AG2R La Mondiale).
Il gruppo dà via libera solamente dopo una ventina di km ma non lascia mai più di 3'15" di margine al quartetto; a lavorare nel plotone sono soprattutto Direct Énergie e Team Arkea Samsic, con l'Astana a controllare. Un colpo di scena di verifica attorno ai meno 40 km dalla fine, quando in gruppo si registra una caduta: a subire le conseguenze peggiori è un big come Alexander Kristoff. Il norvegese della UAE Team Emirates, vincitore della tappa inaugurale e per tre volte di fila capace di conquistare la frazione conclusiva, è stato costretto al ritiro. Coinvolto nella caduta anche Domenico Pozzovivo, ma il lucano è riuscito a rientrare con il supporto dei gregari della Bahrain Merida.
Il gap dei battistrada, intanto, cala in maniera costante ma non rapida; quando la carovana approccia il primo dei tre giri finali da 7.5 km il ritardo del plotone è di 40". L'andatura davanti è alta, tanto che Guérin non riesce più a collaborare e si rialza. L'Astana lavora più delle altre compagini, ma comunque i tre superstiti iniziano la tornata conclusiva con ancora 25" da conservare. Il ricongiungimento fra i tre e il gruppo avviene a 4 km dal termine, con la Direct Énergie che si mette a lavorare con profitto.
Si giunge così alla volata dove ad imporsi è Giacomo Nizzolo: per il lombardo si tratta di una liberazione, lui che non vinceva dalla settima tappa della Vuelta a San Juan 2018. I tanti problemi fisici che lo hanno rallentato paiono sempre più alle spalle, e l'auspicio è di poter rivedere il trentenne in piena forma.
Il portacolori del Team Dimension Data apre un podio tutto italiano: alle sue spalle si sono infatti classificati Sonny Colbrelli (Bahrain Merida) e Davide Ballerini (Astana Pro Team). Seguono il francese Clément Venturini (AG2R La Mondiale), il sudafricano Ryan Gibbons (Team Dimension Data), il belga Boris Vallée (Wanty-Gobert), lo svizzero Reto Hollenstein (Team Katusha Alpecin), il belga Amaury Capiot (Sport Vlaanderen-Baloise), il francese Bryan Coquard (Vital Concept-B&B Hotels) e il norvegese Sven Erik Bystrøm (UAE Team Emirates).
La classifica finale vede il successo, per il secondo anno consecutivo, di Alexey Lutsenko (Astana Pro Team), autentico dominatore della corsa con tre tappe conquistate su sei. Salgono con lui sul podio Domenico Pozzovivo (Bahrain Merida) e Jesús Herrada (Cofidis Solutions Crédits), distanti rispettivamente 44" e 47".
Completano la top ten Alberto Rui Costa (UAE Team Emirates) a 53", Elie Gesbert (Team Arkea Samsic) a 1'03", Jan Polanc (UAE Team Emirates) a 1'14", Eliot Lietaer (Wallonie Bruxelles) a 1'25", Fabien Doubey (Wanty-Gobert) a 1'31", Brandon McNulty (Rally UHC Cycling) a 1'43" e Quentin Pacher (Vital Concept-B&B Hotels) a 1'51".