Vittoria Bussi nel velodromo di Aguascalientes © Vittoria Bussi
Pista

Provaci ancora, Vittoria! Bussi annuncia il ritorno in pista

A maggio 2025 la regina dell’ora andrà a caccia di un altro record nell'inseguimento individuale, questa volta sui 4 km

Vittoria Bussi non si arrende. La pistard italiana ha annunciato che tornerà in pista a maggio 2025 per inseguire un nuovo primato. "Lasciare un lavoro incompiuto" non è mai stata un’opzione per lei. A settembre sembrava che il capitolo fosse chiuso: dopo un notevole 3’20” nel tentativo di battere il record mondiale dell’inseguimento individuale, Bussi aveva salutato il ciclismo competitivo, convinta che fosse il coronamento ideale di una carriera straordinaria.

Quel risultato, però, non le bastava. Nonostante l’ennesimo record italiano e una carriera costellata di successi – tra cui il bronzo europeo nella cronostaffetta su strada nel 2020 e i due record dell’ora fatti segnare prima nel 2018 e poi nel 2022 – l'amaro in bocca restava. “In fin dei conti, i film a lieto fine sono un po’ noiosi, no?”, aveva scritto su Instagram. Ma l’addio alle gare non aveva risolto il vuoto lasciato dalla pista. Un giorno, durante una visita al velodromo, è bastato mezzo giro per riaccendere la scintilla: come aveva potuto pensare di rinunciare di colpo a tutto questo?

Vittoria Bussi festeggia il record dell'ora © Vittoria Bussi
Vittoria Bussi festeggia il record dell'ora © Vittoria Bussi

Vittoria Bussi: il passato da record e il futuro che attende

Classe 1987, Bussi era già entrata nella storia del ciclismo. Nel 2018 aveva conquistato il suo primo record dell’ora, con 48,007 km/h, e nel 2022 era tornata al velodromo di Aguascalientes, in Messico, per spingersi ancora più in là: 50,267 km/h, battendo il precedente primato della fuoriclasse Ellen van Dijk. Poi, nel 2023, ha puntato a un’altra impresa: superare il record mondiale dei 3 km, detenuto da Chloé Dygert con un impressionante 3’16’’937, stabilito ai Mondiali di Berlino 2020.

Ma, nonostante il grande impegno, questa volta il cronometro non è stato dalla sua parte. Dopo aver sfiorato i 3’18’’ in allenamento, Bussi ha chiuso la prova in 3’19’’787. Non abbastanza per riscrivere la storia mondiale, ma sufficiente per stabilire un nuovo record italiano. Un risultato che l'ha consacrata come la miglior inseguitrice italiana di sempre: mai un’atleta azzurra aveva raggiunto questi risultati.

Ora, però, Bussi ha deciso di cambiare approccio. Il metodo utilizzato nel primo tentativo – basato sul modello del record dell’ora – si è rivelato inadatto per l’inseguimento individuale, penalizzandola nell’aerodinamica. Con il passaggio ai quattro chilometri, una distanza che richiede uno sforzo più prolungato, la campionessa vede una nuova opportunità per provare a conquistare un record, forse due. Poi davvero inizierà a rallentare, ma questa volta gradualmente.

 

La preparazione ripartirà tra febbraio e marzo, quando Bussi inizierà a testare i suoi limiti e a costruire una strategia per il prossimo tentativo. Fino a ora non ci sono record già stabiliti da battere, visto che la distanza per l'inseguimento individuale femminile si attestava sui tre chilometri fino al 2024, mentre passerà a quattro dal 2025: la prestazione di riferimento probabilmente sarà probabilmente stabilita nei campionati continentali che si svolgeranno tra febbraio e marzo in Europa e Oceania.

Verso un ciclismo per tutti

Il percorso verso il nuovo record si intreccia però con una riflessione più ampia sul futuro del ciclismo. La pistard non nasconde le sue critiche alle recenti regole dell’UCI, che rischiano di trasformare il record dell’ora in un’impresa riservata solo ai più abbienti.

“La mia sconfitta è questa: ho sempre pensato che il record dell’ora dovesse essere accessibile a chiunque avesse talento e merito. Ora scopro che si sta andando nella direzione opposta, rendendo questa sfida un’opportunità di business per pochi,” ha dichiarato a Alvento. Ha anche scritto una lettera ad Alessandra Cappellotto, Presidente della Commissione Nazionale Femminile della Federazione Ciclistica Italiana, esprimendo il timore che queste scelte rappresentino un passo indietro per lo sport.

©Vittoria Bussi via IG
©Vittoria Bussi via IG

Un Natale speciale e un nuovo inizio

La notte di Natale sarà il primo passo verso la nuova impresa: Bussi lancerà un crowdfunding per finanziare il tentativo, come aveva già fatto in passato. Non è facile per lei chiedere aiuto, ma lo fa con uno scopo ben preciso: denunciare le difficoltà affrontate dagli atleti indipendenti e mantenere viva la speranza di un ciclismo inclusivo.

Il record dell’ora deve restare un sogno alla portata di tutti. Io corro per questo, oltre che per me stessa”, ha concluso. Vittoria Bussi è pronta a riprovarci, e la sua storia è un promemoria che i limiti possono essere anche dei nuovi punti di partenza. “Non conosco altro modo di vivere” è il titolo dell'autobiografia di Vittoria (clicca sull'immagine o su questo link per acquistarlo sul nostro store): ora, ci sta dimostrando una volta di più che è proprio così.

 

Non conosco altro modo di vivere, autobiografia di Vittoria Bussi
Non conosco altro modo di vivere, autobiografia di Vittoria Bussi

 

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