Vanno a fioritura i germogli di ciclamino
Il mattinale di Francesco Dani - Il Giro fa scalo a Grado (cit.) e offre una ghiotta occasione a chi ha intenzione di lottare per la classifica a punti. Per i big una giornata in cui stare in disparte, a patto di non distrarsi
Com'è andata ieri
La spedizione azzurra continua a non deludere, stavolta con un successo di grandissimo prestigio ottenuto da una delle nostre formazioni Professional. Già avevamo visto Fortunato difendersi egregiamente nelle tappe appenniniche, arrivando a ridosso dei big; ieri ha trovato pane per i suoi denti azzeccando la fuga giusta e avendo la personalità di non lasciare spazio a Tratnik e gestirsi in autonomia senza guardare le ruote degli avversari. Un applauso a Covi che dimostra di avere ottime doti di recupero e di poter fare buone prestazioni anche su salite così impegnative. Entrambi sono attesi per delle conferme, già a partire dal finale di questo Giro d'Italia.
Alle spalle dei fuggitivi Bernal continua ad accumulare vantaggio, mentre finalmente ritrova brillantezza il principale favorito della vigilia insieme al colombiano, ovvero Yates. A questo punto spetterà sopratutto al britannico capire se ci sono i margini per vincere questo Giro ed inventarsi qualcosa per riuscirci.
Subito dietro si sono difesi egregiamente Caruso e Ciccone arrivati davanti a tutti gli altri uomini di classifica. Stanno entrambi dimostrando una notevole costanza, soprattutto Caruso che deve ancora trovare le salite più adatte alle sue caratteristiche. La classifica rimane comunque relativamente corta e non c'è niente di deciso.
Col senno di poi risulta discutibile la strategia dell'Astana, ma di fatto dovremmo limitarci ad apprezzare la volontà di inventarsi qualcosa che ci ha regalato qualche minuto di spettacolo scendendo dalla Forcella di Monte Rest. È stata l'occasione per mettere ulteriormente sotto pressione Evenepoel che accumula fatiche fisiche e psichiche le quali tappa dopo tappa presentano il conto al campioncino belga. Avrà le energie per rispolverare il vecchio carattere garibaldino e creare caos nelle prossime giornate?
Manca ancora qualcuno all'appello? Ah sì: Vincenzo, grazie, comunque vada.
Come andrà oggi
Giornata strana molto probabilmente da fuga, considerando la collocazione fra due tappe di montagna. Una frazione in cui il gruppo può decidere di riprendere fiato, ma che nasconde ugualmente qualche insidia. Il percorso è scandito da alcune brevi salite tra loro relativamente distanti: dopo circa 30 km si sale a Monte San Michele, mentre poco dopo il km 60 si entra nel circuito caratterizzante di questa tappa al confine con la Slovenia. Per due volte si affronta il giro completo che prevede una quindicina di km molto intensi, con l'ascesa di Gornje Cerovo (1.7 km; 8.5%; max 15%) seguita da una serie di strappi più o meno brevi; poi si sale una terza volta a Gornje Cerovo, stavolta per dirottare su Gorizia.
Il rientro in Slovenia per il passaggio da Nova Gorica sono l'occasione per movimentare il finale: a soli 4.4 km dal traguardo si transita dal secondo traguardo volante per imboccare subito l'ultima asperità verso località Saver (1 km al 6%, max 14%), trampolino di lancio perfetto, dopo il quale mancheranno meno di 3 km. Gli ultimi 2 km pianeggianti sono tortuosi, attraversano il centro storico con un breve tratto in pavé, non consentono di recuperare terreno. Se qualcuno ha in canna il colpo del finisseur, questo è il finale perfetto.
Un importante dettaglio sta nel fatto che sono finite le tappe per velocisti, per cui la sfida per la maglia ciclamino inizia a farsi molto più complicata. Inoltre, essendo una tappa molto difficile da controllare, è possibile che alcuni dei principali favoriti (Sagan e Cimolai in primis) possano buttarsi in prima persona nella fuga del mattino. I big probabilmente si riposeranno, ma non mancheranno spunti decisivi per alcuni esiti di questo Giro.