Il gradimento di Sappada è tutto per Andrea Vendrame
Il trevigiano domina la scena in una fuga di altissima qualità e ottiene la seconda vittoria in carriera al Giro. Il gruppo maglia rosa lascia fare e rinvia la battaglia al doppio Grappa di domani
Per un Giro d'Italia che vive una fase di fisiologico calando di pathos dopo la doppietta sigilla-risultato di Tadej tra Livigno e Monte Pana, e prima della sfida finale al Monte Grappa, dove i corridori saranno chiamati domani a suonarsele per l'ultima volta (quelli di classifica perlomeno), era più che logico attendersi che la frazione di oggi si risolvesse con una maxifuga e che i big della generale lasciassero fare, riservando tutto quello che rimane loro per la doppia scalata di domani.
E allora la fuga è andata e Andrea Vendrame l'ha voluta a tutti i costi (si era già infilato in un primo tentativo nei primi trenta chilometri, una volta annullato quello è riuscito a salire in corsa sul treno buono), e poi l'ha piegata ai propri voleri e l'ha fatto in maniera davvero ammirevole, con una condotta di gara al contempo saggia e coraggiosa, sfruttando le idiosincrasie altrui (tra i vari Alaphippe, Narváez, Steinhauser e Sánchez c'è stata più sfida che collaborazione) e giovandosi anche del fatto di essere quello con meno riflettori addosso, dato che in salita gli si attribuiva qualche watt in meno rispetto agli avversari di giornata.
E invece Vendrame non solo non ne aveva di meno, ma magari se n'è ritrovato strada facendo pure qualcuno in più, con le ali ai piedi che gli son venute nel momento in cui si è reso conto che il capolavoro poteva davvero riuscirgli, con un minuto abbondante da amministrare sulla salita di Cima Sappada, laddove - vuoi per l'entusiasmo, vuoi magari per un maggior fondo - ha continuato a guadagnare anziché perdere terreno come tutti pronosticavano.
Seconda vittoria in carriera al Giro per il trevigiano, il quale oggi si è tolto pure lo sfizio di precedere al traguardo tre corridori che avevano già vinto in quest'edizione della corsa rosa (e sempre in fuga), ovvero Pelayo Sánchez, Georg Steinhauser e Jhonatan Narváez; più indietro si è piazzato Julian Alaphilippe, anche oggi animatore capo del Villaggio Fuga. Questo per dire la qualità del gruppo che è andato a giocarsi la tappa.
Giro d'Italia 2024, la cronaca della diciannovesima tappa
157 tra Mortegliano e Sappada per la tappa numero 19 del Giro d'Italia 2024, giornata consacranda alla fuga e quindi i tentativi si sono sprecati nella prima parte di gara, sotto una pioggia che non ha lasciato scampo per tutto il dì. Dopo 3 km avevamo già una fuga a 10 con una sua credibilità, formata da Magnus Sheffield (INEOS Grenadiers), Simone Velasco (Astana Qazaqstan), Ryan Mullen (Bora-Hansgrohe), Andrea Vendrame (Decathlon AG2R La Mondiale), Andrea Piccolo (EF Education-EasyPost), Daan Hoole (Lidl-Trek), Lorenzo Milesi (Movistar), Giovanni Lonardi (Polti Kometa), Edoardo Affini e Attila Valter (Visma-Lease a Bike).
Poteva essere un drappello buono, ma dietro non erano d'accordo, sicché dopo 30 chilometri di dài e dài i battistrada sono stati ripresi. Non avevano avuto più di mezzo minuto di vantaggio. Allora son partiti altri cinque, ai -125: Jhonatan Narváez (INEOS), Quinten Hermans (Alpecin-Deceuninck), di nuovo Vendrame, Pelayo Sánchez (Movistar) e Julian Alaphilippe (Soudal-QuickStep); poco dopo, ai -121, è rientrato anche e Luke Plapp (Jayco AlUla).
Narváez è scivolato ai -109 (ma nessun problema per lui), Alaphilippe ha vinto il traguardo volante di Peonis ai -101, e intanto da dietro continuavano le turbolenze, con ripetuti allunghi e infine due gruppetti che successivamente si sono aggiunti ai primi: ai -98 sono rientrati in 4, ovvero Enzo Paleni (Groupama-FDJ), Jasper Stuyven e Edward Theuns (Lidl) e Mattia Bais (Polti); ancora, ai -81 si sono aggiunti altri 9 uomini: ancora Velasco, Mikkel Honoré, Georg Steinhauser e Michael Valgren (EF), Dries de Pooter (Intermarché-Wanty), Alessandro De Marchi (Jayco), Jan Tratnik e Tim van Dijke (Visma) e Manuele Tarozzi (VF Group-Bardiani CSF-Faizanè).
Schermaglie tra i fuggitivi, poi il volo vincente di Vendrame
A questo punto il gruppo aveva già lasciato andare, per un margine in favore dei primi che non avrebbe più smesso di crescere fino al traguardo. Tarozzi ha vinto l'Intergiro di Paularo ai -56, e subito dopo si era sul Passo Duron, dove Alaphilippe ha prodotto un attacco che ha ridotto il drappello a sole quattro unità: col francese avevano resistito Steinhauser, Narváez e Sánchez; a cavallo del Gpm dei -52 (vinto immancabilmente da Julian) e della successiva discesa, sono rientrati Hermans e Vendrame, e i primi inseguitori erano Velasco, Valgren, Plapp, Bais, Tratnik e Tarozzi.
Ma Alaphilippe ne aveva ancora, eccome: intanto ha vinto il traguardo volante di Cercivento ai -52, poi è ripartito sulla Sella Valcalda ai -38.5; Narváez e Steinhauser sono stati i primi a rientrare, poi si è rifatto sotto anche Sánchez: un film già visto poco prima, insomma.
Plapp è partito forte dal terzo gruppetto e si è unito a Vendrame ed Hermans che perdevano terreno; tutti e tre son rientrati sui primi ai -36, Steinhauser ha vinto il Gpm dei -35 (mettendo nel mirino il secondo posto nella relativa classifica), quindi in discesa ha attaccato Vendrame ai -30. Pensammo: “Consapevole di pagare con la strada all'insù, il 29enne di Conegliano gioca la carta dell'anticipo”. Negli stessi istanti Andrea Piccolo, vittima di una caduta in gruppo, abbandonava la corsa.
L'azzardo di Vendrame ha avuto molto senso: Andrea ha approcciato l'ultima salita di giornata, Cima Sappada ai -14, con più di un minuto sul gruppetto Alaphilippe. In quest'ensemble abbiamo avuto un primo allungo di Narváez e Steinhauser appena cominciata la scalata, ma gli altri son rientrati; il tedesco della EF ci ha allora riprovato ai -12, e stavolta ha preso margine; ma a questo punto quello che un po' tutti (noi e loro) abbiamo potuto verificare era che Vendrame non stava azzardando per niente, ma semplicemente aveva una gamba molto superiore ai colleghi, tant'è vero che, contro pronostico, non solo difendeva il proprio margine in salita, ma lo ampliava addirittura.
Ai -8 (e a poco meno di 2 dalla vetta) Sánchez - ottima gestione - è rientrato su Steinhauser e l'ha pure mollato lì, transitando da solo al Gpm a 1'10" di ritardo dal battistrada, ormai lanciatissimo verso la vittoria. Le posizioni son rimaste quelle, sicché Vendrame - emozionato fino alle lacrime - ha vinto in solitaria con 54" su Sánchez e 1'07" su Steinhauser; a 2'27" sono arrivati Narváez e Plapp, sesto ha chiuso Velasco a 2'30", appena fuori dai dieci Tarozzi, Bais e De Marchi.
La caduta di Geraint Thomas unico brivido tra i big
Quanto al gruppo maglia rosa, punzecchiature verso Cima Sappada, con un mezzo attacco di Einer Rubio (Movistar) che ha mandato in sofferenza Lorenzo Fortunato (Astana), ma soprattutto un'improvvida caduta di Geraint Thomas (INEOS), che ai -6 per guardare indietro ha distrattamente incocciato con la ruota anteriore la posteriore di Antonio Tiberi (Bahrain-Victorious), finendo sull'asfalto; la disavventura del gallese ha fatto sì che gli altri rallentassero, e ciò ha favorito il rientro suo e di Fortunato ai -5. Nulla più fino all'arrivo, a 15'56" dal vincitore.
La classifica è completamente immutata rispetto a ieri, son 7'42" i minuti tra Tadej Pogacar (UAE Emirates) e Dani Martínez (BORA), Thomas è terzo a 8'04", Ben O'Connor (Decathlon) quarto a 9'47", Tiberi quinto a 10'29".
Domani l'altra tappa regina del Giro d'Italia 2024 (oltre a quella di domenica scorsa a Livigno), la ventesima, Alpago-Bassano del Grappa. 184 km in totale, i primi 88 appena increspati (per esempio dopo 30 c'è il Muro di Ca' del Poggio), i restanti incentrati su una doppia scalata al Monte Grappa dal versante di Semonzo: 18 km di scalata, pendenza media dell'8%, una salita durissima che, affrontata due volte, potrà effettivamente stravolgere della corsa rosa quel che è ancora stravolgibile: non il primo posto in classifica, ma per il resto tutto è in discussione. Dall'ultimo scollinamento al traguardo ci sono 25 km di discesa interrotti dalla breve contropendenza de Il Pianaro, e 4 km di pianura alla fine.