
Cristian Raileanu, l'ultimo dei moldavi diventato campione rumeno
Il corridore della Li Ning Star ha cambiato nazionalità nel 2022, lasciando la Moldavia senza ciclisti di livello. Campione nazionale rumeno in carica, ha disputato un grande Tour of Hainan
Undicesimo appuntamento dell’anno con Mondo Continental. In questa puntata: Circuit des Ardennes, Tour of Mersin, Campionati Centroamericani, Ślężański Mnich VeloBank Bruki & Szutry e Cristian Raileanu, da anni protagonista nelle corse a tappe orientali.
Le corse della settimana
Circuit des Ardennes

In settimana si è corso in Francia, dove è andata in scena la cinquantunesima edizione del Circuit des Ardennes, corsa a tappe che in questa stagione si sviluppava su cinque giornate, una in più rispetto al 2024. Quest’anno erano presenti al via ventisei squadre: ventidue Continental e quattro formazioni dilettantistiche.
La prima tappa prevedeva cinque giri di un circuito di 28 km, la cui principale asperità era rappresentata dalla Côte de Sapogne, uno strappo di 1200 metri con una pendenza di poco superiore al 5%. Non c’è stata selezione ed è stata volata: ne è uscito vincitore Patrick Boje Frydkjær (Lidl-Trek Future). Il ventenne ha superato la concorrenza dell’australiano Brady Gilmore e del francese Antoine Raugel (VC Villefranche Beaujolais). Per il danese è arrivata anche la prima maglia di leader.
Il percorso della seconda frazione era abbastanza ondulato, ma senza asperità di rilievo: gli unici due GPM erano strappetti di 1 km ed erano situati molto lontano dal traguardo. Quattro uomini hanno composto la fuga di giornata e due di loro sono riusciti a resistere fino alla fine beffando il gruppo: il norvegese Eirik Vang Aas (Coop-Repsol) è riuscito a staccare il compagno d’avventura Joshua Gudnitz (ColoQuick) e lo ha preceduto sul traguardo di 15”, conquistando anche la testa della classifica generale. Brady Gilmore ha vinto la volata per il terzo posto a 21”.
La terza tappa era piuttosto impegnativa, con diversi strappi nel finale e l’arrivo situato in cima a un muro di 400 metri con una pendenza media del 10%. Il leader della classifica Eirik Vang Aas è andato in difficoltà a più di 30 km dal traguardo e ha dovuto dire addio ai sogni di gloria. Il vincitore dell’ultimo Giro d’Italia Next Gen Jarno Widar (Lotto Development) è emerso di prepotenza negli ultimi metri e si è imposto con 1” di vantaggio su Giacomo Ballabio (Hrinkow Advarics) e Brady Gilmore. Quest’ultimo è passato al comando della classifica.
La quarta frazione era la più difficile, con ben 7 GPM e l’ultima asperità che terminava a poco meno di 5 km dal traguardo. Nonostante le difficoltà del percorso, nel finale il gruppo di testa era composto da trentaquattro uomini. Lo sprint per la vittoria ha premiato il capoclassifica Brady Gilmore, che ha battuto nettamente Giacomo Ballabio e Morten Aalling Nørtoft (ColoQuick) e ha, ovviamente, conservato la maglia di leader.
L’ultima tappa presentava sei GPM, ma l’ultimo era situato a circa 35 km dal traguardo e il finale era abbastanza semplice. L’assenza di asperità nell’ultimo tratto di gara non permetteva di fare la differenza e davanti è rimasto un gruppo abbastanza folto: la volata ha premiato il giovanissimo irlandese Seth Dunwoody (Bahrain-Victorious Development), che ha sconfitto i danesi Morten Aalling Nørtoft e Patrick Boje Frydkjær.
Brady Gilmore ha conquistato il successo finale (e la classifica a punti), precedendo di 6” Jarno Widar, miglior giovane della corsa, e di 10” Patrick Boje Frydkjær. Il danese Emil Toudal (ColoQuick) si è aggiudicato i premi di miglior scalatore e di corridore più combattivo, mentre la graduatoria a squadre è andata alla Soudal-Quick Step Devo.
Tour of Mersin

In Turchia si è disputata la settima edizione del Tour of Mersin, corsa a tappe di quattro giorni rientrata in calendario nel 2024, dopo cinque anni di assenza, e confermata anche quest’anno. Al via erano presenti ventidue Continental e tre formazioni dilettantistiche, per un totale di venticinque squadre.
La corsa si è aperta con una tappa molto breve, ma con un finale impegnativo; l’arrivo era, infatti, situato in cima a una salita di 2,5 km, con pendenza media superiore al 7%. Già protagonista al GP Syedra Ancient City, il diciannovenne Bálint Feldhoffer (United Shipping) ha conquistato la prima vittoria UCI in carriera, davanti a Benjamín Prades (VC Fukuoka) e Stefan de Bod (Terngganu), cronometrato con 1” di ritardo. Il giovane ungherese ha, ovviamente, indossato la prima maglia di leader.
La seconda frazione era molto più semplice, con una salita nei primi km e uno strappo un po’ più breve a metà percorso. Nonostante l’assenza di difficoltà altimetriche di rilievo, sei uomini hanno messo nel sacco il gruppo. Il successo è andato al serbo Mihajlo Stolić (United Shipping), che ha superato il duo della Terengganu composto da Stefan de Bod, che si è consolato con la maglia di leader, e dal danese Mathias Bregnhøj.
La terza tappa era di gran lunga la più impegnativa, con diverse salite lunghe (e dure) e l’arrivo in cima a un’ascesa di 6 km, con una pendenza media del 9%. Il capoclassifica Stefan de Bod ha staccato tutti, consolidando la propria leadership. Il sudafricano ha rifilato 20” all’eritreo Dawit Yemane (BIKE AID) e 25” al belga Lennert Teugels (Tarteletto-Isorex).
La gara si è conclusa con la frazione più semplice, caratterizzata da un circuito di 12 km completamente pianeggiante da ripetere dieci volte. Come da pronostico, le ruote veloci hanno avuto la loro occasione e si è imposto il grande favorito, Jakub Mareczko (Mazowsze Serce Polski). Il bresciano, che al Tour of Mersin faceva il suo esordio stagionale, si è messo alle spalle il polacco Tomasz Budziński (Voster ATS) e l’eritreo Milkias Maekele (BIKE AID).
Stefan de Bod ha conquistato il successo finale, con 41” di vantaggio su Lennert Teugels e 1’01” sul compagno di squadra Mathias Bregnhøj. La Terengganu si è aggiudicata, come prevedibile, la graduatoria a squadre, mentre la United Shipping ha vinto tutte le altre classifiche grazie a Mihajlo Stolić (punti), Michal Schuran (GPM) e Bálint Feldhoffer (giovani).
Campionati Centroamericani

La scorsa settimana sono andati in scena i Campionati Centroamericani di ciclismo su strada, che quest’anno si sono disputati in Guatemala.
Il programma si è aperto con le cronometro individuali: élite e under 23 hanno corso sullo stesso percorso e con il medesimo chilometraggio, ma erano previste due classifiche separate. Tra i big il successo è andato a un corridore di casa, il leggendario Manuel Rodas, tredici volte campione nazionale nella specialità. Il quarantenne, già vincitore della prova nel 2019, ha fatto registrare un tempo migliore di 15” rispetto a quello del campione uscente, il panamense Franklin Archibold. La medaglia di bronzo è andata al costaricense Donovan Ramírez, vincitore della prova under 23 lo scorso anno, che ha pagato 33”. L’unico professionista in gara, il connazionale del vincitore Sergio Chumil (Burgos Burpellet BH) si è fermato al quarto posto, con un ritardo di 1’20”.
Anche tra gli under 23 il titolo è andato alla nazione di casa: Eli Alejandro Sisimith ha stampato il miglior tempo (con il quale sarebbe arrivato quinto tra gli élite) e ha superato di 44” l’honduregno Héctor Menéndez. Il Guatemala ha piazzato anche un altro uomo sul podio: si tratta di Darío Emmanuel Rabinal, che ha centrato la medaglia di bronzo, nonostante un distacco pesante (2’33”).
In seguito si è disputata la cronosquadre, che ha visto abdicare in maniera piuttosto netta i campioni uscenti di Panama. La prova è stata dominata dalla Costa Rica di Donovan Ramírez, Daniel Bonilla, Gabriel Pacheco, Joseph Ramírez, Gabriel Rojas e Josué Salas, che ha rifilato 1’47” al Guatemala di Sergio Chumil, Alex Julajuj, Dorian Monterroso, Manuel Rodas, Edwin Sam e Juan Mardoqueo Vásquez. La selezione panamense, composta da Franklin Archibold, Michael Caballero, Bolivar Espinoza, Christofer Jurado, Randish Lorenzo e Alex Strah si è fermata al terzo posto, con un distacco di 1’59”.
La prova in linea riservata agli under 23 ha visto il dominio dei corridori di casa: il Guatemala, infatti, ha messo a segno la doppietta con la vittoria di Melvin Torres e il secondo posto del vincitore della cronometro Eli Alejandro Sisimith (che ha chiuso con un ritardo di 2’27”). La medaglia di bronzo è andata al panamense Michael Caballero, staccato di 3’08”.
Dopo aver vinto tutte le gare maschili élite nel 2024, Panama ha rappresentato la delusione di questa edizione, non andando oltre l’argento nella cronometro individuale e il bronzo in quella a squadre. Nella prova in linea, però, è arrivata la medaglia d’oro che sistema il bilancio della spedizione: Franklin Archibold ha confermato il titolo dello scorso anno, battendo in una volata a due Sergio Chumil. Daniel Bonilla, secondo nel 2024, ha completato il podio con un ritardo di 5”.
Ślężański Mnich VeloBank Bruki & Szutry

In Polonia si è disputata la Ślężański Mnich VeloBank Bruki & Szutry (o più semplicemente Ślężański Mnich), corsa di un giorno all’esordio nel calendario UCI, dopo oltre venti edizioni come prova dilettantistica. Al via erano presenti dieci Continental, nove formazioni dilettantistiche, la nazionale polacca e due selezioni regionali, per un totale di ventidue squadre.
La gara può essere considerata la Roubaix polacca, visto il percorso quasi totalmente pianeggiante, con ventiquattro settori di pavé (comunque non paragonabili a quelli dell’Inferno del Nord). A differenza della classica francese, però, la lunghezza era di poco superiore ai 140 km e il finale non era in velodromo, ma gli ultimi 500 metri salivano al 5%. La corsa si è decisa presto: a 111 km dal traguardo si sono avvantaggiati quattro uomini: Tobiasz Pawlak (Voster ATS) e il trio della ATT Investments composto da Norbert Banaszek, Marceli Bogusławski e Marcin Budziński e tutti gli altri sono rimasti tagliati fuori dalla lotta per il successo.
Negli ultimi sette chilometri, i tre rappresentanti della formazione ceca hanno attaccato a ripetizione per mettere in difficoltà il rivale e, ai -3, Norbert Banaszek è riuscito a fare la differenza. Il campione nazionale polacco si è preso tutto il tempo per festeggiare e, quindi, ha tagliato il traguardo con soli 2” di margine su un bravissimo Tobiasz Pawlak e Marceli Bogusławski, mentre Marcin Budziński si è rialzato nel finale e ha chiuso a 19”. Tutti gli altri sono arrivati molto staccati: il quinto, Paweł Bernas (Mazowsze Serce Polski), ha pagato 2’47” ed è arrivato insieme a un altro portacolori della ATT Investments, Martin Voltr.
Le Continental tra i big

BEAT e Tarteletto-Isorex sono state le uniche Continental a partecipare allo Scheldeprijs. La BEAT ha fatto meglio della formazione belga, inserendo Tijmen Eising nella fuga di giornata e piazzando Bram Dissel al venticinquesimo posto. Il miglior rappresentante del ciclismo di terza divisione al traguardo è stato, però, Callum Thornley: il britannico, tesserato per la Red Bull-BORA Rookies, ma in gara con il team WorldTour, ha chiuso ventesimo.
Più spazio per le Continental alla Ronde van Limburg: BEAT e Tarteletto-Isorex sono state raggiunte dalla Soudal-Quick Step Devo, dalle neerlandesi Metec-SOLARWATT, Parkhotel Valkenburg e VolkerWessels, dall’australiana Atom 6 Bikes-Decca e dalla danese AIRTOX-Carl Ras. La Tarteletto-Isorex ha centrato la top ten con una vecchia conoscenza del ciclismo professionistico, l’esperto belga Timothy Dupont. In realtà la Soudal-Quick Step Devo ha piazzato un corridore all’ottavo posto, ma Jordi Warlop era in prestito dal team WorldTour.
Quindici formazioni di terza divisione hanno preso parte al Tour of Hainan. La Li Ning Star ha ottenuto i migliori risultati, vincendo l’ultima tappa con Alexander Salby e piazzando Cristian Raileanu al secondo posto in classifica generale. Anche tante altre squadre si sono tolte delle soddisfazioni: la Parkhotel Valkenburg si è presa la maglia degli scalatori con Nils Sinschek, che ha pure chiuso ottavo nella generale, mentre la China Glory-Mentech ha avuto per un giorno la maglia di leader con Norman Vahtra. Hanno messo un uomo nella top ten della classifica finale la Huansheng-Vonoa (Luis Carlos Chia quinto), la Chengdu DYC (Petr Rikunov sesto), la FNIX-SCOM (Cyrus Monk settimo) e il Team Medellín-EPM (Óscar Sevilla decimo).
Le quattro Continental francesi storiche hanno partecipato al Région Pays de la Loire Tour insieme al vivaio della Picnic PostNL e alla Illes Balears Arabay. La St.Michel-Preference Home ha ottenuto il miglior risultato di tappa con Dillon Corkery, terzo nella prima frazione, e ha centrato la top ten finale con Nicolas Breuillard, decimo. La CIC-U-Nantes è stata beffata: Axel Mariault si è fermato all’undicesimo posto e Similien Hamon ha perso di un soffio la maglia di miglior scalatore, che aveva indossato per tre giorni.
Le nove Continental italiane (esclusa la UC Trevigiani) hanno preso parte al Giro della Città Metropolitana di Reggio Calabria insieme alla rumena Monzon-Incolor. La Mg.K Vis Costruzioni e Ambiente ha fatto nettamente meglio delle altre, piazzando due uomini nella top ten: Ben Granger si è classificato in sesta posizione e Matthew Kingston in decima. Due rappresentanti del ciclismo di terza divisione in gara con la nazionale italiana hanno fatto ancora meglio: Lorenzo Finn (Red Bull-BORA Rookies) è salito sul podio, al terzo posto, mentre Nicolò Garibbo (JCL Team Ukyo) ha concluso quinto.
Anche questa settimana c’è stata una novità di ciclomercato: l’UCI ha registrato sul proprio database una nuova Continental, l’Ukraine Cycling Team. Si tratta di una compagine composta solo da giovani ucraini e che era già attiva nel mondo dilettantistico con il nome Ukraine Cycling Academy. Il nome più noto del roster, composto da dieci corridori, è quello di Semen Simon, attuale campione nazionale under 23 a cronometro.
Il ritratto della settimana: Cristian Raileanu

La grande stagione della Li Ning Star continua: dopo le vittorie nelle classifiche finali di Tour of Sharjah e Tour of Thailand, la formazione cinese ha sfiorato un clamoroso tris in una corsa di maggiore caratura, il Tour of Hainan, fermandosi al secondo posto, a soli 4” dal vincitore. La novità rispetto alle prime due corse a tappe sta nel fatto che a centrare il risultato di spessore non è stato uno degli ex professionisti arrivati nell’ultima sessione di mercato, ma un corridore che faceva già parte del team lo scorso anno e che non è mai approdato alla categoria superiore, se non per un breve periodo come stagista nel lontano 2016: Cristian Raileanu.
Il trentaduenne è stato l’ultimo ciclista moldavo di alto livello, ma nel 2022 ha scelto di cambiare nazionalità e di passare alla Romania, seguendo il percorso tracciato quasi dieci anni prima dai connazionali Oleg Berdos e Serghei Țvetcov (che proprio due giorni fa ha annunciato il ritiro dall’attività). Quest’anno il corridore della Li Ning Star è partito bene: ha chiuso all’ottavo posto il Tour of Thailand, corsa in cui la sua squadra ha fatto doppietta con Alexander Salby e Simon Pellaud, e poi si è schierato al via del Tour of Hainan. Il suo secondo posto nella corsa cinese è figlio dello stesso risultato nella tappa più dura, in cui è stato battuto in uno sprint a due da Kyrylo Tsarenko: proprio i 4” di abbuono guadagnati dal corridore ucraino in quella circostanza sono stati decisivi in classifica.
Cristian Raileanu iniziò a farsi notare al secondo anno tra gli juniores. Partecipò sia ai Campionati Europei che ai Mondiali di categoria, concludendo entrambe le prove non lontano dai migliori. Disputò diverse gare in Italia e ne vinse anche una, la Coppa Borgo Panica. All’estero, invece, ottenne un discreto diciannovesimo posto in una gara prestigiosa come il Grand Prix Rüebliland.
Anche nel 2012, stagione di esordio tra gli under 23 corse prevalentemente nel nostro paese: raccolse risultati promettenti come l’ottavo posto al Giro del Belvedere, prova internazionale, e diverse top ten in gare del calendario dilettantistico, con il picco rappresentato dal terzo posto alla Coppa Messapica. Disputò i campionati nazionali moldavi tra gli élite, chiudendo al quinto posto la cronometro e al quarto la prova in linea. Decisamente più prestigioso fu l’undicesimo posto centrato nella prova in linea dei Campionati Europei under 23.
L’anno successivo il corridore moldavo non riuscì a confermarsi sui livelli mostrati all’esordio nella categoria, faticando molto nelle prove UCI, in cui non si piazzò mai nei primi quindici (l’unica eccezione fu il quinto posto nella prova in linea dei campionati nazionali). Fu, invece, ancora protagonista nel calendario dilettantistico italiano, con la terza posizione del Trofeo San Serafino come miglior risultato. Si tolse, comunque, la soddisfazione di disputare per la prima volta i Campionati del Mondo tra gli under 23.
Nel 2014 centrò i primi podi nei campionati nazionali, terminando al secondo posto la cronometro e al terzo la prova in linea. Ritrovò qualche buon risultato anche a livello internazionale (fu quinto al Trofeo Città di San Vendemiano e sedicesimo nella classifica generale del Giro della Regione Friuli, gara open) e salì di livello nelle prove dilettantistiche italiane, trovando diversi risultati importanti e, soprattutto, centrando la vittoria nel GP Città di Montegranaro.
La stagione seguente fu l’ultima nella categoria under 23 e Raileanu dimostrò di aver fatto ancora un passo in avanti: a livello UCI, oltre ai campionati nazionali (terzo posto a cronometro e secondo in linea), trovò uno splendido podio (terza posizione) alla Ruota d’Oro. Fu, inoltre, sesto e decimo in due tappe del Tour of Torku Mevlana e nono al Trofeo Internazionale Bastianelli. Nel calendario dilettantistico italiano, invece, vinse il Memorial Zamperioli e il Trofeo SS Addolorata.
Non riuscendo a trovare un contratto da professionista, anche al primo anno da élite continuò nella Gaiaplast Bibanese. Conquistò il primo titolo moldavo in carriera (nella corsa in linea) e ottenne tantissimi risultati nel calendario dilettantistico italiano, vincendo a più riprese: bissò i successi a Memorial Zamperioli e Trofeo SS Addolorata e si impose anche nel Trofeo Meccaniche e nella Medaglia d’oro Frare. A livello internazionale, invece, fu settimo nel Giro del Medio Brenta. Grazie a questi risultati si guadagnò uno stage in una formazione professionistica, la Wilier-Southeast. Con la maglia del team diretto da Luca Scinto ottenne i migliori piazzamenti al Tour of Hainan, che chiuse in diciottesima posizione con due top ten di tappa.
Lo stage non lo portò a ottenere un contratto professionistico e, così, nel 2017, il moldavo firmò con la Differdange-Losch, Continental lussemburghese. Centrò i migliori risultati nelle gare a tappe rumene: vinse una frazione del Tour of Szeklerland, che poi chiuse in quarta posizione, fu quarto anche Tour of Bihor-Bellotto e, soprattutto, sesto in una corsa di livello superiore come il Sibiu Tour (in cui arrivò terzo in uno degli arrivi in salita vinti da Egan Bernal). Fece benissimo anche in una corsa di un giorno belga, l’Antwerpse Havenpijl, che terminò al quarto posto. Non riuscì, però, a confermarsi campione nazionale: si fermò, infatti, al terzo gradino del podio.
Nella stagione successiva approdò in Turchia, alla Torku Sekerspor, con la cui maglia si confermò come uno dei principali protagonisti delle corse a tappe dell’Europa Orientale. Vinse una frazione e la classifica finale del Tour of Cartier, chiuse al secondo posto il Tour of Antalya e il Tour of Mesopotamia, al terzo il Tour de Serbia e al quinto il Tour of Bihor-Bellotto. Al Turul Romaniei, invece, finì fuori dalla top ten, ma fece sua la maglia di miglior scalatore.
Nel 2019 Raileanu fu costretto a cambiare squadra per la chiusura della Torku Sekerspor e si accasò in Malesia, alla Sapura. Nelle corse asiatiche si trovò a proprio agio e terminò la stagione con sei vittorie: conquistò un successo di tappa al Tour de Iskandar Johor, al Tour of Taiyuan, al Tour of Peninsular e al Tour de Singkarak e festeggiò anche la vittoria di entrambi i titoli nazionali (crono e prova in linea). Non riuscì a imporsi nelle classifiche generali, ma salì comunque sul podio al Tour of Iran, al Tour de Singkarak (secondo in entrambi i casi) e al Tour de Iskandar Johor (terzo).
Rimase nella squadra malese anche l’anno seguente: iniziò molto bene, con il settimo posto nella classifica generale del Tour de Langkawi e il quinto alla Malaysian International Classic Race, ma lo scoppio della pandemia bloccò le competizioni. Anche dopo la ripresa, la Sapura non tornò alle gare e lui disputò solo il Turul Romaniei con la maglia della nazionale (non lasciando il segno) e i campionati nazionali, in cui riuscì a confermarsi vincitore sia nella cronometro che nella prova in linea.
Nel 2021 restò alla Sapura, ma la scelta si rivelò infelice: la formazione malese corse solo il Presidential Tour of Turkey e il corridore moldavo non ebbe la possibilità di incrementare il numero di giorni di corsa, se si escludono due corse di un giorno in Turchia (in cui indossò la maglia di una piccola squadra locale). Ovviamente disputò i campionati nazionali, ma, dopo aver confermato il titolo a cronometro, fu sconfitto in una volata a due nella prova in linea. A fine stagione prese parte ai Campionati Europei di Trento, senza portare a termine la prova.
Per cercare il riscatto, decise di tornare in Turchia e firmò con la Sakarya BB. Dopo un buon inizio, certificato dal nono posto allo Sharjah Tour, decise di cambiare nazionalità. Ciò gli permise di disputare diverse gare con la maglia della nazionale rumena e con quella della Steaua Bucharest. Ritrovò la vittoria, aggiudicandosi una frazione del Tour of Szeklerland, e si confermò competitivo nelle corse a tappe, con i secondi posti al Tour of Albania e al Turul Romaniei come migliori risultati.
Raileanu iniziò il 2023 senza una squadra UCI, continuando a gareggiare per la nazionale rumena e per la Steaua Bucharest. Dopo il secondo posto al Tour of Albania e il quarto all’Aziz Shusha, fu ingaggiato, nel mese di giugno, dalla Continental cinese Hengxiang: nelle corse asiatiche ottenne buoni risultati come il quarto posto al Tour of Huangshan, in cui vinse la classifica degli scalatori, e il settimo al Tour of Hainan. Conquistò, però, la sua unica vittoria stagionale con la maglia della Romania, vincendo l’ultima tappa del Tour of Szeklerland, che poi concluse in terza posizione.
L’anno scorso è stato ingaggiato dalla Li Ning Star, ma ha continuato, comunque, a gareggiare anche con la nazionale. Ha conquistato il suo primo titolo nazionale rumeno (nella prova in linea, mentre a cronometro si è dovuto accontentare del secondo posto) e si è confermato una certezza nelle corse a tappe: è salito sul podio solo al Turul Romaniei (in terza posizione), ma ci è andato vicino sia al Tour of Poyang Lake (quarto) che al Tour of Hainan (quinto).
Nel 2025 Cristian Raileanu sta confermando una volta in più la sua predisposizione per le corse a tappe. Al momento le sue prossime corse non si conoscono, ma, alla fine del mese, la Li Ning Star è annunciata al via del Tour of Bostonliq, corsa a tappe uzbeka in cui il campione rumeno fu sesto lo scorso anno.