A Continental Story
Nel 2019 nuova linfa in Italia: sette le squadre sicure a cui possono aggiungersene altre. Fanno il salto Colpack, Friuli e la Beltrami-Petroli Firenze
L'anno di rivoluzione per il sistema ciclistico professionistico è stato, come noto, il 2005, stagione in cui il panorama delle squadre internazionali è stato diviso in tre livelli ben separati fra loro dal punto di vista delle possibilità economiche. La vetta della piramide è rappresentata da una manciata (fra 16 e 20, storicamente) di compagini estremamente organizzate denominate ProTour Teams e poi, dal 2011, WorldTour Teams. Il secondo scalone è dato da team "cuscinetto", professionistici ma con budget ben più ristetti, conosciute come Professional Continental Teams.
Il grosso delle formazioni va a comporre la base del movimento internazionale, vale a dire i team Continental. Ne esistono tanti e di diversa natura: da quelli vivaio di sodalizi WorldTour a squadre di soli under 23, da team che privilegiano il ciclocross (o la pista) a compagini aperte, senza alcun vincolo di età o altro. Questa tipologia di squadre ha subito trovato terreno fertile in diversi paesi, siano essi europei (Belgio e Paesi Bassi su tutti) o asiatici. Tranne, sostanzialmente, due/tre.
La situazione italiana: la diffidenza perdura, dal 2014 la svolta
Francia, Italia e in subordine la Spagna. Una delle ragioni principali risiede nella storicità del movimento giovanile dei paesi (e qui parliamo solo dei due paesi alpini), con una varietà di squadre e soprattutto di corse in gran parte dei rispettivi territori. Se Oltralpe la situazione è rimasta pressoché immutata dal 2005 in poi, nello Stivale si può identificare una fase pre e post 2014. Nei primi dieci anni la tendenza è di avere avuto poche Continental tricolori, sulla scorta di una reticenza atavica presente anche nel periodo precedente con gli allora TT3: una sola presenza nel 2006 (Universal Caffé), nel 2007 (Miche) e nel 2013 (Ceramica Flaminia), con il massimo di tre toccato nel 2011 (D'Angelo&Antenucci, Miche e WIT) e nel 2012 (Idea, Miche e WIT).
A cambiare la situazione dal 2014 è stata un cambio di decisione politica della Federciclismo, che in quell'inverno, dopo un periodo di estrema riottosità a questo tipo di squadre, ha rivoluzionato il sistema favorendo la creazione delle Continental e seguendo così la linea di tendenza vincente vista nel campo internazionale. Sin dalla prima stagione dopo questa innovazione i numeri sono cresciuti, conoscendo comunque una diminuzione: dalle sei del 2014 si è scesi alle cinque del 2015, alle quattro del 2016, alle tre del 2017 per poi risalire a quattro nel 2018.
Le modifiche per il 2019 danno nuova linfa al progetto
La situazione torna a cambiare in vista della stagione 2019 sempre per intervento della FCI con la novità non indifferente della possibilità di partecipazione per le Continental alle gare nazionali (con la maggioranza di atleti italiani) e a quelle regionali (con solo under 23, con al massimo uno straniero, in gara). E questo grimaldello è stata una sorta di rivoluzione copernicana, incoraggiando così alcune formazioni a compiere il grande passo. In quello che potrebbe essere definito come un vero e proprio boom.
La mossa del Team Colpack: giovani talenti alla scoperta dell'Europa
Ha deciso di passare a livello internazionale una delle squadre faro del panorama dilettantistico italiano, il Team Colpack, reduce da un'annata con ventidue successi su strada. Finora il calendario dei bergamaschi era sempre stato orientato all'ambiente nazionale, con limitate uscite che si contano sulle dita di una mano (nel 2018 apertura di stagione in Croazia con il GP Laguna Porec e poi accoppiata spagnola con la Vuelta al Bidasoa e la Vuelta a Navarra, tutte corse per altro concluse sul podio).
In un team che diventerà ancor più una fabbrica di talenti, la possibilità di effettuare finalmente corse professionistiche in Italia e all'estero è la garanzia migliore per attrarre nuove promesse. Ai già competitivi Andrea Bagioli e Alessandro Covi, perni del progetto prima del salto nel World Tour con la UAE Team Emirates, si aggiungono corridori che ben si sono comportati nel panorama nazionale come Paolo Baccio, Jalel Duranti, Jakob Dorigoni e Giacomo Garavaglia, oltre a quel Luca Colnaghi che ha già vissuto questa esperienza con la Sangemini, dove ha preso parte e terminato prove come la Coppi&Bartali e il Tour de Slovénie.
Questa può essere quindi la strada del club di Beppe Colleoni (che avrà, fra gli altri, anche i promettenti stranieri Paul Double, Nicolas Gómez e Richard Holec): continuare a formare i professionisti di domani in un ambiente già di qualità (lo staff parla da sé) ma permettendo loro un contesto più qualificato con cui misurarsi, in modo da essere più pronti per lo sbarco tra i grandi e non soffrire, come accaduto in diversi casi, il salto.
Team Friuli, il passaggio a livello UCI non cambia la già eccellente mentalità
Sarà Continental anche la squadra che, fra quelle dilettantistiche, più si avvicinava ad una mentalità internazionale, vale a dire il Cycling Team Friuli. Basti pensare che nel solo 2018 i ragazzi del ds Renzo Boscolo hanno preso parte a dieci prove UCI fuori dai confini, muovendosi fra Austria, Polonia, Repubblica Ceca, Romania, Slovenia e Ungheria, paesi per altro tutti già visitati nell'annata precedente.
Questo per testimoniare la vocazione di un team che, già di per sé, era dilettantistico fino a un certo punto: il passo intrapreso dalla dirigenza, fatto ovviamente salvo il maggior impegno economico, è quindi quanto di più naturale vi fosse. Con Alessandro Pessot meritatamente passato alla Bardiani, la rosa potrà comunque contare su corridori promettenti quali i fratelli Davide e Mattia Bais, Giovanni Aleotti, Matteo Donegà e Alberto Giuriato, con altri pronti ad aggiungersi.
Beltrami-Petroli Firenze, una nuova ambiziosa unione con tanti giovani
Una terza squadra under 23 che ha annunciato la decisione di tentare il salto è... una formazione e mezzo. Gli emiliani del Team Beltrami hanno infatti trovato man forte dal ramo toscano di una delle compagini giovanili più vincenti: ecco così la nascita del Team Beltrami TSA-Petroli Firenze-Hopplà, sodalizio appenninico promettente e ambizioso che sarà gestito da Stefano Chiari.
Mancano ancora gli annunci ma la rosa che è in corso di costruzione è di sicuro interesse: dall'attuale Petroli Firenze dovrebbero arrivare Ottavio Dotti, Matus Stocek e altri nomi mentre non si conoscono ancora quanti (e quali) atleti del Team Beltrami faranno parte dell'avventura. Tra i nuovi volti tout court desta interesse l'ormai certo ingaggio dello scalatore colombiano Sebastián Castaño.
Le conferme, la fusione e le possibili novità all'orizzonte
Confermano il loro impegno la Biesse Carrera Gavardo, che vivrà però un cambiamento a livello gestionale, la D'Amico Utensilnord e la Dimension Data for Qhubeka: nel vivaio del team World Tour si registra l'arrivo di quello che è, con ogni probabilità, l'under 23 italiano di maggior prospettiva, ossia il vicentino Samuele Battistella. C'è ancora la Sangemini di Angelo Baldini che, però, si fonde con la Trevigiani di Mirko Rossato, dando vita a una Sangemini-Trevigiani-MG.KVis con Paolo Totò e Leonardo Bonifazio come principali pedine.
Ma attenzione, perché potrebbe la pattuglia delle Continental battenti bandiera tricolore non limitarsi alle sette squadre menzionate. Circolano voci in merito alla possibile promozione di qualche altra formazione attualmente tra gli under 23 (la Iseo Serrature Rime Carnovali su tutte, ma non solo) e la nascita di un nuovo progetto che dovrebbe comprendere diversi pistard come Carloalberto Giordani, Francesco Lamon, Davide Plebani, Attilio Viviani e altri ancora: in questo caso l'indecisione riguarda la presenza o meno nello scalone internazionale, ma entro una decina di giorni si saprà meglio quale sarà l'avvenire di questo team. Quel che è certo è che le idee, nel ciclismo giovanile italiano, non mancano affatto.