Professionisti

La vittoria di Stephen Williams fabella la corsa!

12.06.2022 21:59

Il Tour de Suisse si apre col successo del gallese, promessa del ciclismo i cui primi anni di carriera pro' sono stati minati da un problema al ginocchio (a un ossicino chiamato fabella, appunto). Battuti Schachmann e Kron, Pozzovivo 10°


Da giovane - non che oggi sia anziano, coi suoi 26 anni compiuti appena giovedì - era una promessa per le gare a tappe, concluse al quinto posto il Giro Under 2018 per esempio, e nello stesso anno vinse la Ronde de l'Isard, sicché il team Bahrain fu convinto di aver fatto un affare ingaggiandolo per il 2019, dopo un periodo da stagista nell'ultima parte della stagione precedente. Stephen Williams non ebbe però modo di godersi il passaggio al professionismo, a causa di un minuscolo problema. Minuscolo quanto un seme di sesamo, ovvero la grandezza della fabella, un ossicino che solo alcuni hanno (Wikipedia dice il 10-30% delle persone), nei pressi del ginocchio. Proprio quel pezzettino infame cominciò a causare fastidi al ragazzo, poi vera e propria sofferenza, e il brutto è che non si capiva cosa il gallese avesse.

Due stagioni praticamente buttate via, 2019 e 2020, un'operazione risolutiva al ginocchio sinistro dopo che la natura del guaio fisico era stata finalmente individuata, e poi nel 2021 il lento, faticoso ritorno alla vita da ciclista, culminato in ottobre con le prime vittorie da professionista, una tappa e la generale alla Cro Race. Anche quest'anno l'abbiamo visto poco finora, un ritiro alla Valenciana, la partecipazione a Freccia Vallone e Romandia in aprile, e ora, sempre in Svizzera, il ritorno al GP Aargau prima del Tour de Suisse che ha inaugurato oggi la sua 85esima edizione con una tappa intrigante e con la vittoria proprio del ragazzo nato ad Aberystwyth (certi nomi solo in Galles!).

Williams è stato bravo a rispondere agli attacchi - condotti da corridori molto più blasonati di lui - nel finale della frazione d'apertura e a battere tutti in uno sprint ristretto. Vincere una corsa (la prima nel World Tour per lui), indossare la maglia di leader, sentirsi per un giorno sul tetto del mondo, avere peraltro la possibilità di difendere il primo posto in classifica per qualche giorno ancora, tutto è colorato di futuro in questa affermazione di Stephen, che non finirà mai di ringraziare la Bahrain-Victorious per averlo aspettato tanto a lungo, e che ora sente di poter ripagare tanta pazienza, tanta fiducia. Bravo lui, brava la squadra, e una storia edificante di quelle che ogni tanto fa bene leggere.

La prima tappa del Tour de Suisse 2022, la Küsnacht-Küsnacht di 177.6 km, si sviluppava in un circuito con due côte da ripetere per quattro tornate intorno al Lago di Zurigo. Subito (dopo 5 km) è partita una fuga a 7 composta da Casper Pedersen (DSM), Lewis Askey (Groupama-FDJ), Johan Jacobs (Movistar), Quinn Simmons (Trek-Segafredo), Jay Vine (Alpecin-Fenix), Chad Haga (Human Powered Health) e Simon Vitzthum (Nazionale Svizzera). Questo interessante drappello ha raggiunto un vantaggio massimo di 4' dopo 35 km, Simmons ha fatto più o meno il pieno fra traguardi volanti (ne ha vinti tre su tre) e Gpm (suoi i primi due passaggi sulla più dura delle due salite, il Küsnachter Berg), intanto Askey proprio su questa rampa ha molto sofferto, staccandosi una prima volta ai -98, rientrando più avanti, perdendo definitivamente contatto al penultimo passaggio ai -52.

Il gruppo per un po' ha lasciato fare, si segnalava un guaio meccanico per Marc Hirschi (UAE Emirates) ai -56, poi ai -51, sempre sul Küsnachter Berg, si è mosso Philippe Gilbert (Lotto Soudal), chiamando la replica di Roland Thalmann (Svizzera), Anthony Turgis (TotalEnergies), Ilan Van Wilder (Quick-Step Alpha Vinyl) e Thomas Pidcock (INEOS Grenadiers); il gruppetto è rimasto per un po' in mezzo, ma è stato raggiunto già prima dell'ultimo passaggio dal traguardo ai -47. A quel punto ai battistrada restava un minutino, dimezzatosi ai -23 ai piedi dell'ultimo Pfannenstiel.

Qui ai -23 anche Vine ha perso contatto dai primi, ai -22 è saltato Jacobs, ai -19 in vista del Gpm è stato il turno di Pedersen e Haga perdere le ruote di Simmons e Vitzthum, ma il gruppo a questo punto era a due passi sicché pure l'americano della Trek si è rialzato, facendosi risuperareda Haga e Pedersen che a propria volta hanno ripreso ai -16 l'elvetico che era rimasto solo al comando. Ai -9, ancor prima che si approcciasse l'ultima ascesa al Küsnachter Berg, Haga ha alzato bandiera bianca, quindi sulla côte ai -7 anche Pedersen ha finito la benzina, sicché Vitzthum è stato l'ultimo a essere raggiunto a 6.5 km dalla fine.

A tirare il gruppo erano Quick-Step e INEOS, ma a partire in contropiede è stato Neilson Powless (EF Education-EasyPost), ma in realtà è stato giusto un accenno. Ben più ficcante la puntata di Alessandro Covi (UAE), partito ai -6 (un chilometro dalla vetta), epperò pure l'italiano non ha fatto la reale differenza e la sua azione è stata annullata dopo 300 metri. Si è mosso allora Stefan Küng (Groupama), che già al giro precedente aveva lasciato intravedere la volontà di far qualcosa. Sullo svizzero s'è portato Tom Scully (EF), poi è arrivato anche Remco Evenepoel (Quick-Step) e quindi Jakob Fuglsang (Israel-Premier Tech), il quale ha proposto un contrattacco a cui ancora Remco ha risposto presente.

Gli altri non potevano naturalmente lasciare campo libero a questa coppia, per cui Adam Yates (INEOS) ha riportato sotto un primo drappello con Sepp Kuss (Jumbo-Visma), Maximilian Schachmann e Aleksandr Vlasov (Bora-Hansgrohe) e il sempiterno Domenico Pozzovivo (Intermarché-Wanty), ma poi sono rientrati pure altri uomini a formare un drappello di 15 che sarebbe andato a giocarsi il successo. E ci sarebbe andato nonostante non siano poi mancati altri tentativi d'anticipo, ancora di Fuglsang ai 3 km, stoppato da Hirschi e Sergio Higuita (Bora), poi di Vlasov ai 1800 metri, con la pronta risposta di Evenepoel stavolta, e quest'azione sembrava quasi riuscire ma poi Geraint Thomas (INEOS) e ancora Fuglsang hanno suonato la carica dietro e tutto s'è ricomposto ai 500 metri, in tempo per lo sprint.

La volata è stata presa davanti da Van Wilder ed è stata particolarmente incerta, ma ci ha pensato Stephen Williams (Bahrain-Victorious) a mettere tutti d'accordo precedendo Schachmann, Andreas Kron (Lotto), Hirschi, Alexey Lutsenko (Astana Qazaqstan), Van Wilder, Küng, Higuita, Kuss e Pozzovivo. Fuori dai 10 Yates, Vlasov, Fuglsang, Thomas ed Evenepoel, 15esimo; a 24" è arrivato un secondo gruppetto con Gianni Moscon (Astana) piazzato al 20esimo posto, a 51" il terzo drappello.

La generale vede Williams comandare con 4" su Schachmann, 6" su Kron, 10" su Hirschi, Lutsenko, Van Wilder, Küng, Higuita, Kuss, Pozzovivo e così via. Domani la seconda tappa prevede 198 km da Küsnacht ad Aesch, in particolare i 75 km finali contengono tre salite interessanti, l'ultima delle quali, il Challpass, consta di 6 km (dai -20 ai -14) e ha nel tratto conclusivo le pendenze maggiori: un vero e proprio trampolino per coraggiosi.
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Marco Grassi
Giornalista in prova, ciclista mai sbocciato, musicista mancato, comunista disperato. Per il resto, tutto ok!