Vide 'o Mads quant'è bello
A Napoli Alessandro De Marchi e Simon Clarke ripresi ai 300 metri, poi Pedersen batte in volata Jonathan Milan e Pascal Ackermann. Giornata di sole (e tregua per i big) sul Giro d'Italia, domani si sale al Gran Sasso
Dopo tanta pioggia un giorno di sole in riva al mare della Baia di Napoli, e ci voleva. L'epilogo della frazione partenopea del Giro d'Italia è stato piuttosto simile a quello delle tappe precedenti, ovvero una volata, ma grandi onori vanno riconosciuti ad Alessandro De Marchi e Simon Clarke, 72 anni in due (36 a testa), bravissimi a fare quasi scacco matto al plotone che non è andato tanto lontano dal farsi beffare.
L'avventura dei fuggitivi è finita a 300 metri dalla fine, proprio mentre cominciava a profilarsi il giorno di trionfo di Mads Pedersen, che completa la personale tripla coroncina e ai successi di tappa di Vuelta e Tour aggiunge questa piccola perla napoletana, piegando un Jonathan Milan che giorno dopo giorno assume sempre più consapevolezza dei propri mezzi. Con la vittoria odierna Pedersen diventa anche un serio contendente per la maglia ciclamino, detenuta ancora da Milan (110 punti contro i 99 di Kaden Groves e gli 83 di Mads). Quanto alle questioni di classifica generale, tutto rinviato al Gran Sasso domani, e per fortuna la giornata - al di là di qualche intoppo meccanico - non ha riservato sorprese amare - o ammaccature - ai big del Giro.
Giro d'Italia 2023, la cronaca della sesta tappa
Tripudio di napoletanità per la sesta tappa del Giro d'Italia 2023, partenza e arrivo nella città partenopea che in questo periodo è un po' il centro emozionale del Paese, e in mezzo 162 km comprendenti una scampagnata fino alla Costiera Amalfitana. Non partito per covid Clément Russo (Arkéa Samsic), già nel tratto di trasferimento qualche problema: sono caduti senza conseguenze Gianni Moscon (Astana Qazaqstan) e Otto Vergaerde (Trek-Segafredo), e hanno forato Niccolò Bonifazio (Intermarché-Circus-Wanty) e Jonathan Milan (Bahrain-Victorious).
Poi la tappa è partita ufficialmente e tra i vari immediati tentativi di andare in fuga il più convinto è stato Alessandro De Marchi (Jayco AlUla), uscito ai -160; intanto che il Rosso di Buja aspettava qualcuno che lo raggiungesse abbiamo fatto in tempo ad assistere a un'altra caduta con Fernando Gaviria (Movistar), Jay Vine (UAE Emirates) e ancora Milan, finiti giù nei pressi di uno spartitraffico ai -153. Tutti bene per fortuna.
Il primo a raggiungere De Marchi è stato Francesco Gavazzi (Eolo-Kometa) ai -152, poi ai -146 sono rientrati pure Alexandre Delettre (Cofidis), Simon Clarke (Israel-Premier Tech) e Charlie Quarterman (Corratec); anche Alessandro Verre (Arkéa), originario della zona, ha provato ad aggiungersi al drappello, ma ha mancato di poco l'aggancio e tutto quello che ha ottenuto è stato di restare per due ore a metà strada tra i primi e il gruppo.
A Sant'Antonio Abate ai -128 Quarterman ha vinto il traguardo volante a punti e in gruppo Mads Pedersen (Trek) ha preceduto Michael Matthews (Jayco) per gli ultimi due piazzamenti utili, il settimo e l'ottavo (2 punti e 1 rispettivamente); subito dopo è partita la scalata al Valico di Chiunzi, sulle cui rampe i cinque battistrada hanno raggiunto il vantaggio massimo nella misura di 5'25" ai -116. Al Gpm ai -113 Gavazzi ha preceduto Clarke e De Marchi, e il gruppo è passato a 4'20" dopo che la INEOS Grenadiers ha tirato forte gli ultimi due chilometri di scalata. Verre sempre in mezzo, a 1'40" dai primi. Il campano è stato raggiunto poi ai -90, quando i cinque al comando avevano 3'45" di vantaggio. Intanto un gruppo di velocisti con Mark Cavendish (Astana) tra gli altri si era staccato sul Chiunzi e non sarebbe più rientrato in gioco. Il mannese era peraltro caduto nei chilometri precedenti insieme ad Arne Marit (Intermarché) e di sicuro prendere botte tutti i giorni non aiuta ad arrivare a sprintare.
Sul Picco Sant'Angelo ai -67.6 De Marchi ha forzato tra i battistrada e Clarke l'ha subito ripreso rilanciando un'andatura che fin qui ha trovato anche la risposta di Delettre, mentre Gavazzi e Quarterman mollavano la presa; ma col salire della strada anche il francese ha gettato la spugna. Al Gpm dei -66.5 il friulano della Jayco ha preceduto l'australiano, poi alla spicciolata sono passati gli altri fuggitivi e il gruppo maglia rosa è transitato a 2'25": per la fuga non si vedevano a questo punto grandi prospettive.
Il plotone ha raggiunto Gavazzi, Quarterman e Delettre ai -50, la coppia rimasta al comando ha provato a difendere quei due minuti e mezzo ma il lavoro della Trek-Segafredo (soprattutto), da un certo punto in poi coadiuvata dalla Bahrain-Victorious (per Jonathan Milan) e infine anche dalla Alpecin-Deceuninck (per Kaden Groves) ha fatto il proprio, e alle porte di Napoli non restava che un minuto a De Marchi e Clarke.
Momento problemi meccanici: ai -16 ha forato Primoz Roglic (Jumbo-Visma) che ci ha messo un paio di chilometri per rientrare anche grazie a un po' di gimkana dei suoi gregari tra le ammiraglie; ai -12 a Geraint Thomas (INEOS) è saltata la catena, anche qui gran lavoro di squadra con Filippo Ganna che ha dato un importante contributo per permettere al gallese di chiudere il gap ai -7.
I ghirigori planimetrici della metropoli facevano il gioco dei battistrada, che hanno resistito fin oltre il possibile, anche i Movistar hanno dato un impulso all'inseguimento, ai 3 km c'era ancora oltre mezzo minuto da recuperare, ai -2 eravamo a 24", alla flamme rouge a 18" e se la cronocoppie fosse andata fino alla fine i due sarebbero riusciti a mettere nel sacco il gruppo. Il problema per loro è stato che un po' non avevano più troppe energie, e un po' hanno cominciato a studiarsi per provare, ciascuno legittimamente, a vincere la tappa.
E il plotone a questo punto non ha più lasciato scampo. Ai 300 metri Gaviria ha giocato l'ormai classica (per lui) carta dell'anticipo infinito, ma il ventro contrario non era d'accordo coi suoi progetti, sicché il colombiano si è esposto alla rimonta orchestrata da un Mads Pedersen oversize. Il danese ha tenuto a bada il tentativo di rinvenire di Jonathan Milan, che a centro strada ha provato a mettere in discussione un successo che metro dopo metro diventava sempre più chiaro.
E che non è stato in discussione sulla linea d'arrivo, dove Mads ha preceduto Johnny e poi Pascal Ackermann (UAE), inseritosi al terzo posto davanti a Groves e a Gaviria. Nei dieci Vincenzo Albanese (Eolo), Lorenzo Rota (Intermarché) e Simone Velasco (Astana). La classifica non cambia con Andreas Leknessund (DSM) che per il terzo giorno si conferma in maglia rosa.
Domani secondo arrivo in quota dopo Lago Laceno: la settima tappa del Giro d'Italia 2023 riporterà la carovana in Abruzzo nella Capua-Campo Imperatore di 218 km; nella prima metà della frazione si scaleranno Rionero Sannitico e Roccaraso, poi nel finale l'ascesa di Calascio scollina ai -32 ma dopo non c'è più discesa, si continua a salire in falsopiano fino ai piedi dell'ultima rampa del Gran Sasso, sei chilometri su cui i big arriveranno al faccia a faccia. Fino a pochi giorni fa qui intorno era tutto innevato, lo scenario per le foto sarà da cartolina.