Abbott Penelope rosa: fa sul Mortirolo, disfa in discesa
Giro, l'americana è straordinaria in salita ma brucia 4' di vantaggio tra picchiata e finale di tappa. Classifica corta, Longo Borghini terza
Al Giro Rosa quella di oggi era la giornata del Mortirolo e tutte le attenzione erano puntate sull'americana Mara Abbott, di gran lunga la più forte scalatrice attualmente in circolazione e vogliosa di mettere in mostra tutte le proprie qualità in una delle rarissime occasioni per farlo in stagione: alla partenza nessuno aveva dubbi che la portacolori della Wiggle High5, già vincitrice di due Giri in carriera, avrebbe staccato nettamente tutte le rivali sulla celebre salita alpina, il dubbio era piuttosto quanto poi avrebbe perso tra falsopiano e discesa e se il vantaggio accumulato le sarebbe bastato ad mettere una seria ipoteca sul successo finale. La risposta è stata che Mara Abbott ha sì vinto la tappa e conquistato la maglia rosa, ma la classifica generale resta apertissima e le prossime due tappe in Liguria diventeranno quindi decisive per l'esito della corsa.
In cinque provano ad anticipare la salita
La tappa di oggi, la quinta di questo 27° Giro Rosa, misurava appena 77.5 chilometri e la presenza di una salita come il Mortirolo non ha intimorito le atlete che fin dai primi chilometri si sono date battaglia nel tentativo di approcciare la salita con un po' di vantaggio. Poco il via da Grosio è nata una fuga di cinque atlete con protagoniste Ane Santesteban (Alé), Sophie De Vuyst (Lotto), Laura Lozano (Michela Fanini), Riejanne Markus (Liv Plantur) e Shara Gillow (RaboLiv): i primi 30 chilometri pianeggiati hanno fatto sì che questo drappello riuscisse a guadagnare fino a 1'30" sul gruppo maglia rosa mentre in mezzo c'erano Ilaria Sanguineti e Tereza Medvedova della BePink che non sono riuscite a riportarsi sulle fuggitive. Molto interessante era la presenza in testa dell'australiana Gillow, forte sul passo e resistente in salita, che poteva rappresentare una variabile tattica a vantaggio delle compagne di squadra Katarzyna Niewiadoma e Anna Van der Breggen.
Mara Abbott bastona tutte sul Mortirolo
Non appena la corsa è arrivata sulle prime rampe del Mortirolo, affrontato dal versante più duro di Mazzo rispetto a quanto avvenuto nel 2011, la situazione è rapidamente cambiata e le fuggitive hanno ben presto lasciato strada alle più forti: da dietro Emma Pooley è stata una delle prime a muoversi assieme a Tatiana Guderzo e Carlee Taylor, ma dopo circa un chilometro di salita si è messa in moto Mara Abbott che con il suo ritmo indiavolato ha ripreso e staccato una ad una tutte le atlete che la separavano dalla testa della corsa. L'ultima ad arrendersi alla statunitense di Boulder è stata proprio Emma Pooley che fin qui in questo Giro Rosa si era vista solo nelle retrovie tanto che in classifica aveva già quasi un quarto d'ora di ritardo.
Al gran premio della montagna del Mortirolo i distacchi rifilati da Mara Abbott sono stati impressionanti: la più vicina, Emma Pooley, è transitata con un ritardo di 2'03", addirittura 4'00" il distacco del gruppo maglia rosa con Elisa Longo Borghini transitata in terza posizione e seguita da Evelyn Stevens, Megan Guarnier, Anna Van der Breggen, Claudia Lichtenberg e la sorprendente bielorussa Ksenia Tuhai, 21enne della BePink che era già reduce da un buon Giro del Trentino. Nel gruppetto mancava invece la maglia bianca Katarzyna Niewiadoma, seconda in classifica generale a soli 3" da Stevens: per la polacca una giornata negativa, ma è pur sempre la miglior giovane del Giro Rosa e davanti a sé ha sicuramente molte occasioni per rifarsi.
Inedito falsopiano dopo la salita
A differenza di quanto sempre accaduto al Giro d'Italia maschile, per questa occasione il patron del corsa Giuseppe Rivolta ha deciso di inserire nel percorso una bella novità: al gran premio della montagna del Mortirolo, infatti, non ha fatto seguito la discesa, ma le atlete hanno svoltato per affrontare la lunga strada panoramica in alta quota che le ha portate fino a Trivigno dove - solo lì - è iniziata la vera picchiata verso il traguardo di Tirano. In questo tratto, caratterizzato da molti sali-scendi, Mara Abbott ha ampliato il suo vantaggio arrivando a toccare i 4'40" sul gruppo maglia rosa che però in seguito ha beneficiato del fatto di essere rimasto unito lungo la salita: appena la strada si è fatta un po' più semplice, questo gruppo ha potuto iniziare un deciso inseguimento con la velocità che si è alzata sensibilmente grazie alla possibilità di darsi dei cambi e rifiatare un po', una possibilità che invece non avevano Mara Abbott ed Emma Pooley che hanno dovuto fare tutto da sole.
Le inseguitrici recuperano molto in discesa
La scarsa abitudine ad affrontare in gara certi percorsi di alta montagna, fa spesso sì che nel ciclismo femminile in queste occasioni si veda una grande selezione anche nelle discese dove emergono nettamente i grossi limiti tecnici di alcune atlete e le ottime qualità di altre: la picchiata da Trivigno a Tirano, con la sua difficile sequenza di tornanti, è stata una perfetta dimostrazione di questo e l'enorme vantaggio accumulato in salita da Mara Abbott ha iniziato ad assottigliarsi con grande rapidità. Come non bastassero le difficoltà tecniche, ci si è messa anche una caduta per l'atleta del Colorado, che tra ruzzolone e sistemazione della bici ha perso molte decine di secondi.
Intanto andava in crisi nera - e senza sorpresa - Emma Pooley, la cui lontananza dalla corse non l'ha certo aiutata a ritrovare quel briciolo di fiducia che si era faticosamente costruita lavorando su questo aspetto: la britannica della Lotto Soudal è stata raggiunta e superata inesorabilmente dal gruppo inseguitore.
Altra atleta storicamente in difficoltà nelle discese è Evelyn Stevens che, nonostante la maglia rosa, è andata in tilt nei tornanti verso Tirano: alla fine tra le inseguitrici di Mara Abbott, coloro che sono riuscite a fare la differenza nel finale sono Megan Guarnier, Elisa Longo Borghini, Tatiana Guderzo e Claudia Lichtenberg che hanno fatto anche tremare la battistrada della Wiggle High5. Al traguardo Mara Abbott è riuscita comunque ad arrivata per prima ma il suo vantaggio dai 4'40" si era ridotto ad appena 37": Elisa Longo Borghini, compagna di Mara, è andata a prendersi la seconda posizione per togliere gli abbuoni alle avversarie; Tatiana Guderzo ha chiuso terza, Megan Guarnier quarta e Claudia Lichtenberg quinta. Anna Van der Breggen è arrivata con un ritardo di 1'36", seguita da Tuhai e Vysotska, 2'02" invece il distacco patito dalla maglia rosa Evelyn Stevens. Clamoroso invece il blocco di Emma Pooley, sprofondata addirittura a 4'08": per poco non è stata ripresa e superata anche da Katarzyna Niewiadoma il cui ritardo da Abbott è stato di 4'26".
Abbott va in rosa per 10", domani ancora salita
Grazie alla sua lunga cavalcata solitaria durata più di 40 chilometri, Mara Abbott è riuscita a conquistare anche la maglia rosa ma è stata in grado di ipotecare il suo terzo Giro Rosa come poteva sembrare ad un certo punto della tappa: la classifica infatti è apertissima e dietro alla leader della Wiggle High5 troviamo Megan Guarnier staccata di soli 10", poi Elisa Longo Borghini (anche'essa della Wiggle) a 15", Claudia Lichtenberg a 33" e Tatiana Guderzo a 38"; sia Stevens (1'22") che Van der Breggen (2'10) sembrano fuori dai giochi, ma in un Giro così incerto non bisogna commettere l'errore di sottovalutarle, anche perché la cronometro di venerdì andrà a vantaggio di entrambe.
Proprio ragionando in ottica cronometro, se Mara Abbott vuole vincere questo Giro Rosa non può sbagliare domani nella durissima frazione nell'entroterra ligure tra Andora ed Alassio: i chilometri da percorrere nella sesta tappa saranno 118 e l'arrivo sarà in salita alla Madonna della Guardia (da non confondere con quella affrontata nel 2007 al Giro d'Italia maschile) dopo aver affrontato tre salite in precedenza, compreso il Passo Caprauna di prima categoria. Abbott ha quindi l'occasione per guadagnare terreno e rafforzare la maglia rosa conquistata oggi, ma dovrà farlo in maniera molto convincente perché la crometro di venerdì tra Albisola e Varazze non la vede certo favorita pur presentando tratti in salita anche abbastanza difficoltosi.