Colpo da Maestro: Simone Velasco compone il suo capolavoro tricolore
Il bolognese dell'Astana si impone ai campionati nazionali di Comano Terme con una volata imprendibile in un gruppetto di sei. Ancora secondo Rota, deluso Trentin, sfortunato Baroncini. Ganna e Ciccone perdono l'attimo
Simone Velasco è il nuovo campione italiano. Il corridore dell'Astana Qazaqstan ha battuto in volata Lorenzo Rota (Intermarché-Circus-Wanty), Kristian Sbaragli (Alpecin-Deceuninck), Filippo Magli (Green Project-Bardiani CSF-Faizanè) e la coppia dell'UAE Emirates formata da Matteo Trentin e Davide Formolo. La corsa si è decisa con una volata ristretta a cui si è giunti dopo una serie rocambolesca di attacchi e contrattacchi negli ultimi giri del circuito di Comano Terme, di pochi atleti che si raggruppavano, si sparpagliavano e si ricompattavano di nuovo, formando dei mini gruppetti, quasi sempre di tre unità, che cambiavano via via conformazione inseguendosi tra loro.
Lorenzo Rota chiude nuovamente secondo, come era accaduto ad Alberobello nell'edizione del 2022, dopo essere stato anche stavolta grande protagonista. Il suo tentativo nell'ultimo giro ai piedi della salita di Cavrasto, punto chiave del circuito di 16,2 chilometri, poteva sembrare decisivo, e per qualche km il bergamasco si sarà probabilmente pregustato un arrivo in solitaria. I suoi progetti sono stati però smontati dall'azione di Formolo (rientrato per ultimo sugli inseguitori proprio insieme ad un Velasco dalla gamba speciale, già quarto nella cronometro di giovedì), che a quel punto si è messo a disposizione di Matteo Trentin, tra i più quotati per la vittoria in caso di arrivo ristretto, sia per le sue qualità allo sprint, che per esperienza. La volata dell'ex campione europeo però si ferma per via di uno scartamento di Sbaragli e si conclude con gestacci e insulti nei confronti dell'avversario, che non verrà squalificato.
Per Velasco, che quest'anno aveva già vinto la terza tappa della Volta a la Comunitat Valenciana il 3 febbraio, questa è la quinta affermazione in carriera tra i professionisti, sicuramente quella di maggior prestigio. Il Team Astana torna così a vincere un titolo di campione italiano dopo quello di Fabio Aru nel 2017 e i due consecutivi conquistati da Vincenzo Nibali nel 2014-2015. Una volata limpida e imprendibile quella del bolognese, che è in scadenza di contratto a fine anno.
Campionato italiano in linea 2023, la cronaca della corsa
Il tracciato su cui si è disputato il campionato nazionale élite 2023, con partenza e arrivo a Comano Terme, era sicuramente molto impegnativo con circa 4000 metri di dislivello complessivo lungo i 227 chilometri della prova in linea maschile. Erano previsti due giri di un circuito mosso, lungo una quarantina di chilometri, prima di entrare nel circuito finale di 16.2 km, da ripetere nove volte. Il punto focale del circuito finale era la salita di Cavrasto, di 5.6 chilometri al 5.2%, con un tratto centrale di circa 1 km intorno all'8% di pendenza media. Alla salita seguiva il falsopiano di Fiavè, prima della discesa che conduceva verso il traguardo. Il grande assente alla partenza era sicuramente il campione uscente Filippo Zana (Team Jayco AlUla), assente a causa di un infortunio in allenamento dopo aver vinto il Giro di Slovenia 2023.
L'Inizio di corsa è stato molto veloce, con il gruppo rimasto compatto per i primi 30 chilometri, prima che riuscisse a partire la fuga composta da nove uomini: Mirco Maestri (Green Project-Bardiani Csf-Faizané), Andrea Pietrobon (Eolo-Kometa), Manuele Tarozzi (Green Project-Bardiani Csf-Faizané), Matteo Amella (Corratec-Selle Italia), Samuele Zambelli ed Emanuele Ansaloni (Technipes-In Emilia Romagna), raggiunti poi da Luca Colnaghi e Filippo Magli (Green Project-Bardiani Csf-Faizané), e da Andrea Colnaghi (Onec Team Parma). Il gruppo ha subito lasciato fare e i nove sono arrivati a guadagnare quasi quattro minuti di vantaggio. L'inseguimento del plotone è stato guidato dalla Trek-Segafredo, permettendo al gruppo di recuperare parte del gap e arrivare a 2' di ritardo quando mancavano poco meno di 100 chilometri all’arrivo.
Lungo i vari passaggi sulla salita di Cavrasto la fuga si è frammentata, mentre dal gruppo sono evasi Lorenzo Rota (Intermarché-Circus-Wanty), Samuele Zoccarato (Green Project-Bardiani Csf-Faizané) e Mattia Bais (Eolo-Kometa), e hanno raggiunto i 5 superstiti della fuga iniziale ai meno 90 km dal traguardo. Nel momento in cui il gruppo, sotto la spinta di Jacopo Mosca (Trek-Segafredo), sembrava poter riassorbire i fuggitivi, c'è stato l'attacco di Samuele Battistella (Astana Qazaqstan). Con Tarozzi e Bais in difficoltà, sono rimasti solo in quattro uomini al comando all’inizio del quart’ultimo giro: Battistella, Magli, Zoccarato e Rota. Il quartetto è arrivato a 1'52” di vantaggio sul gruppo quando mancavano 50 km ancora da affrontare.
Un nuovo, importante terzetto, composto da Filippo Baroncini (Trek-Segafredo), Matteo Trentin (UAE) e Matteo Sobrero (Jayco-AlUla), si è messo all'inseguimento dei battistrada, con un ritardo di 42” all'inizio del penultimo giro (-32,5 km dall'arrivo). A quel punto davanti Zoccarato si è staccato, vittima dei crampi, e due terzetti si contendevano la corsa. Nel frattempo quel che era rimasto del gruppo non recuperava, così ha deciso di attaccare da solo Kristian Sbaragli (Alpecin-Deceuninck). A quel punto il gruppo era rimasto di una quindicina di unità, con alcuni dei favoriti (come Ganna, Ciccone e Tiberi) che faticavano a trovare accordo fra un attacco e l'altro. Poi nell'ultimo passaggio sulla salita si è mosso Davide Formolo (UAE Team Emirates) seguito dal solo Simone Velasco (Astana Qazaqstan), e i due hanno recuperato su tutti coloro che li precedevano, tranne Lorenzo Rota.
Il bergamasco ha provato l'attacco solitario ai meno 14 km, rimanendo in testa fino ai meno 7,5 km dal traguardo. La sua azione lanciata e i suoi sogni di maglia tricolore sono stati annullati dall'accordo nato dietro, con sei corridori a lavorare insieme verso il finale. A quel punto i sette rimasti (Rota, Magli, Baroncini, Velasco, Sbaragli, Trentin e Formolo) sono andati di comune accordo verso la volata, con Formolo che si è incaricato di fare il lavoro maggiore in favore del compagno di squadra. Un ancora una volta sfortunatissimo Baroncini si è fermato per una foratura ai meno 3,6 km, e a quel punto sono rimasti in sei a giocarsi la volata, con Velasco partito forte da dietro che ha vinto nettamente davanti a Rota e Sbaragli, mentre Trentin protestava in maniera vivace per essere stato chiuso dal toscano della Alpecin. Arriva a 1'02" il gruppo con Filippo Ganna che vince la volata dei battuti su Stefano Oldani.