2024: qualcuno al Giro, molti al Tour e alla Vuelta chi ci andrà?
Non sono pochi i big che prendono in considerazione l'ipotesi di partecipare alla prossima Corsa Rosa, mentre il GT spagnolo resterà come sempre l'esame di riparazione della stagione
Svelati i percorsi di Giro d'Italia e Tour de France ha avuto ufficialmente inizio la stagione dei buoni intendimenti, quella in cui gli specialisti delle grandi corse a tappe rivelano i loro ambiziosi programmi per l'anno a venire. Di Tadej Pogacar (UAE Emirates) si è già parlato. Lui, con il sostegno di tutto il suo entourage, vorrebbe tentare l'accoppiata rosa-gialla. C'è solo da convincere l'emiro che, ovviamente, ha l'ultima parola. Il buonsenso, però, spinge nella direzione d'avere il fuoriclasse di Komenda al via da Torino sabato 4 maggio.
A sorpresa, non appena è stato reso noto il disegno del Tour, anche Remco Evenepoel (Soudal-Quick Step) ha esternato il desiderio di essere presente sia in Italia che alla Grande Boucle. Patrick Lefevere mostra perplessità ma ho l'impressione che sia una pantomima. La lezione della recente Vuelta, in cui il campione del mondo contro il tempo è finito nel tritacarne della Jumbo-Visma, spinge il millennial fiammingo verso la nostra corsa. Se così fosse il Giro d'Italia 2024 segnerebbe la prima volta di Remco vs Tadej in una grande corsa a tappe.
Chi sicuramente non difenderà la maglia rosa conquistata a maggio è Primoz Roglic (Bora-Hansgrohe). Il campione di Trbovlje ha cambiato casacca solo per poter giocare le sue carte al Tour de France, l'unico dei tre grandi giri che manca al suo palmarès. Attenzione, però, Roglic al Tour indirizza verso il Giro d'Italia almeno uno tra Jai Hindley e Aleksandr Vlasov, in aggiunta al giovane fiammingo Cian Uijtdebroeks che tanto bene ha fatto nella parte conclusiva della Vuelta e che ha già eletto la corsa rosa a suo obiettivo per la prossima stagione.
La Visma-Lease a Bike, nuova denominazione dell'ex Jumbo, farà quadrato intorno a Jonas Vingegaard per il Tour. Logica vorrebbe che Sepp Kuss difendesse il suo titolo alla Vuelta, dopo aver aiutato il Re Pescatore nel suo tentativo di far tripletta in terra di Francia. Tutto ciò spinge in una direzione affascinante Wout van Aert che sarà capitano al Giro, tentando per la prima volta di fare classifica in una grande corsa a tappe. Sulla questione c'è in gioco da due anni un caffè tra il sottoscritto e Stefano Rizzato anche perché il percorso del prossimo Giro non appare proibitivo per il campione di Herentals.
Esauriti i quattro moschettieri e le loro squadre, c'è da capire cosa faranno i possibili outsider. Geraint Thomas (INEOS Grenadiers) ha fatto capire che vorrebbe tornare al Giro, lasciando Carlos Rodríguez a guidare la squadra al Tour con Egan Bernal che si concentrerà sulla Vuelta España per tentare di completare la tripla corona. La Lidl-Trek, regina del mercato, punterà su Giulio Ciccone al Giro dando così a Tao Geoghegan Hart la sua prima occasione da capitano al Tour.
Richard Carapaz (EF Education-EasyPost) andrà in Francia non solo per fare classifica ma anche per preparare al meglio la difesa del suo titolo olimpico sabato 27 luglio in apertura dei Giochi ma a solo sei giorni dal termine del Tour. Spero che Damiano Caruso (Bahrain-Victorious) opti per il Giro, dove comunque potrà far bene, e non ripeta il disastro del 2022 quando buttò via l'occasione d'una vita per naufragare mestamente in Francia.
Che a cantare siano Alberto Lupo e Mina (Parole, parole, parole) o i Jalisse (Fiumi di parole), poco importa. Nei prossimi due mesi verremo frastornati da programmi degni delle peggiori promesse elettorali dei teatranti della politica. Una sola cosa è certa e lo scrivo in modo inequivocabile. Non so chi alla fine sarà al via il 4 maggio da Torino ma molti tra i grandi prendono in considerazione l'ipotesi.
Della prossima Vuelta, invece, non parla nessuno e solo l'ormai declinante Bernal la pone a obiettivo stagionale. Storia e tradizione, per i grandi giri, continuano ad avere un peso imprescindibile e l'accoppiata Giro-Tour, realizzata per l'ultima volta nell'ormai lontano 1998 da Marco Pantani resterà per sempre la laurea somma delle due ruote, l'unica strada alla fama eterna. Settembre, in bicicletta come a scuola, lasciamolo a chi deve recuperare i fallimenti precedenti.