
Le voci da Sanremo. Van Der Poel: «Un'edizione da ricordare». Ganna: «Finché c'è Mathieu...»
Pogacar: «Vorrei che il Poggio fosse una salita di 5 km al 10% di pendenza»
Un'edizione della Classicissima da cineteca del ciclismo: i cinque scatti tra Cipressa e Poggio di Tadej Pogacar, la risposta audace di Mathieu van der Poel - che ha persino cercato di mettere in difficoltà il campione del mondo nel tratto finale del Poggio - la resistenza commovente di Filippo Ganna, tornato in gioco proprio in vista del triangolo rosso. Infine, la volata prepotente del figlio e nipote d'arte, che ha così conquistato la sua seconda Milano-Sanremo della carriera. A fine corsa, le voci dei protagonisti del Mondiale di primavera.
Milano-Sanremo, il dopocorsa
A corsa finita, il 29enne olandese si presenta ai microfoni di Rai Sport per il classico discorso della vittoria: «Sono strafelice di aver vinto, perché questa è un'edizione da ricordare. Non ricordo l'ultima volta in cui la corsa si è decisa sulla Cipressa, ma immagino che sia successo tanto tempo fa. È bellissimo condividere il podio con questi avversari. Mi sentivo davvero alla grande nel finale: sentivo nelle gambe di avere un ottimo spunto veloce. Ho deciso di affrontare una volata lunga, pur essendo conosciuto in gruppo perché sono abituato a partire da distanze più ravvicinate. Partire ai 300 metri mi ha consentito di sorprendere entrambi. Ad ogni modo, mi sentivo abbastanza forte per poterlo fare. Pogacar sarà arrabbiato con me perché l'ho battuto? Non credo proprio: Tadej ha fatto tutto quello che poteva, attaccando sulla Cipressa. Non c'è dubbio che in salita sia stato il più forte. Dal canto mio, però, sono stato bravo a controllare la situazione. Ed è bello aver vinto qui per la seconda volta».
Ganna: «Forse ho atteso un po' troppo prima che partisse Mathieu»
Un'altra piazza d'onore per Filippo Ganna, che fu 2° anche nel 2023 quando van der Poel salutò la compagnia sul tratto in falsopiano che conduce in cima al Poggio. Tuttavia, dopo una prestazione del genere, l'orgoglio è più forte del rammarico: «Davanti a me avevo un campione del mondo e un altro che ha vinto tante classiche monumento da non poterle contare sulle dita di una mano. In fin dei conti, sono felice perché la squadra ha svolto un ottimo lavoro. Forse non posso ringraziarli io, perché [Tadej e Mathieu, ndr] mi hanno fatto perdere più anni di vita di quanti non ne abbia persi in allenamento. Ho un solo rimpianto: non avrei dovuto aspettare troppo prima che partisse van der Poel. Ad ogni modo, noi tre abbiamo fatto di tutto per rendere questo sabato indimenticabile». Mentre scorrono le immagini del finale, il verbanese ripensa a ciò che aveva detto alla partenza da Pavia: «Ci sono campioni che hanno dovuto aspettare 14 anni per vincerla. Pertanto, a prescindere da ciò che mi potrà riservare il futuro, mi sento comunque soddisfatto perché sono salito sul podio in due occasioni. Penso di aver dato tutto me stesso: i ragazzi sono stati encomiabili e non potevano fare di più». Infine, un bel pensiero per Geraint Thomas, alla sua ultima apparizione in Riviera: «L'ho voluto accanto a me in questa giornata e ci tenevo a vincere anche per lui. D'altra parte, finché c'è Mathieu, va bene arrivare secondi!».

Pogacar: «Il Poggio non è abbastanza duro per me»
Dopo ogni sconfitta, Tadej Pogacar perde quell'aria ingenua e sorniona a un tempo che è il suo vero marchio di fabbrica. Se il podio del 2024 fu comunque sensazionale, perché il campionissimo sloveno fu battuto da due velocisti puri, lo smacco subito in Via Roma brucerà a lungo, se non altro perché lo sloveno è stato in prima fila fin dalla salita di Costarainera. A colloquio con Umberto Martini, la rockstar del ciclismo mondiale prova comunque a intestarsi i meriti di una Sanremo movimentata come poche altre nel XXI secolo: «È stata una gran giornata, nonostante fosse iniziata con la pioggia, ma quando siamo arrivati sulla costa abbiamo trovato anche il sole. Ancora una volta, è stata una corsa divertente: io e i miei compagni di squadra abbiamo fatto del nostro meglio, seguendo i piani concordati in partenza. Dunque, non posso che ringraziare la squadra per aver creduto in me. Nel finale, mi trovavo nel gruppo buono, ma allo sprint non potevo fare di più». Subito dopo, l'iridato in carica commenta la prestazione di van der Poel e Ganna prima di manifestare il suo disappunto per il profilo troppo blando dell'ultima salita: «Entrambi erano in grande condizione, certo, ma ero convinto che anche altri potessero stare alla nostra ruota. Il Poggio era una salita fin troppo corta e veloce per provare a guadagnare qualcosa su Mathieu. Sarebbe meglio per se fosse un'ascesa di 5 chilometri al 10% di pendenza. Pazienza: questa volta è andata così». Infine, una battuta telegrafica sulla sua eventuale partecipazione alla Parigi-Roubaix: «Non ho ancora preso una decisione al riguardo».