Tadej e i Pirenei: di tattica, tatticismo e altre sciocchezze
Una breve riflessione sul (e le risposte di Tadej al) coro di voci che voleva un Pogačar a risparmio nelle tappe pirenaiche
“Si sa che la gente dà buoni consigli sentendosi come Gesù nel tempio; si sa che la gente dà buoni consigli se non può più dare il cattivo esempio.”
Chissà se Tadej Pogačar ha mai ascoltato “Bocca di rosa”, ma di sicuro anche lui, come la protagonista della canzone… “lo fa per passione”. Certo, anche per professione, ma il suo atteggiamento, la sua corsa, il suo incedere… sono la passione, il divertimento, oltre a tutto il resto.
E tutto il resto ci dice che usciamo da questi due giorni di tapponi pirenaici con una certezza: Tadej non ascolta!
Non ascolta nessuno, maledizione. Eppure, dopo la fatal beffa di Le Lioran, secondo una nutrita schiera di Soloni, il buon Pogačar avrebbe dovuto cambiare le sue turpi abitudini, convertendosi a un più prudente modo di gestire la corsa, le energie, i pedali, gli occhiali, i capelli e forse anche l’abbronzatura.
Senza contare lo spreco… lo spreco… lo spreco di energie nella volata di Pau. Che caz… fai, Tadej, la volata? Sprechi energie? Non lo sai che la pagherai? Non lo sai?
No. Non lo sa.
Già che (per molti) sembrava già finito, il Tour, con Vingegaard che, udite udite!, per la prima volta aveva recuperato lo svantaggio ed era andato a vincere la volata. Jonas vincente e Tadej ormai avviato verso il terzo secondo posto consecutivo. C’est la vie.
Da allora è partito un concerto di trombe e tromboni, esperti e soloni, blogger, opinionisti, professionisti, articolisti, ex ciclisti, padri maristi… mancavano giusto un pio, un teorete, un Bertoncelli e un prete… ma la fine della strofa restava inalterata.
“Tadej, fermati! Non attaccare! Usa il cervello, bisogna correre con intelligenza (giuro, l’ho letto) la tattica… la tattica…”
Fermiamoci un attimo e andiamo sul vocabolario
Tattica: linea di condotta adottata in funzione del raggiungimento di determinati obiettivi.
Tatticismo: tendenza a usare eccessivamente mezzi ed espedienti tattici.
Il sospetto è che si confonda tattica con tatticismo (estremo, per di più). Le definizioni sono là sopra, non occorre una laurea in lettere per capirci qualcosa, ma quel che viene agli occhi è che, più che di tattica, a Pogačar si chiedeva il tatticismo.
Tatticismo?
A uno così?
Ma lo abbiamo visto?
Con quella faccia un po’ così, quell’espressione un po’ così… un po’ Piccolo Principe e un po’ Tin Tin… ma con cattiveria, tanta cattiveria, sportivamente parlando. Come fai a chiedere tatticismo a quel ciuffetto?
Come fai a chiedergli di stare buono perché la maglia gialla ce l’hai te e quindi… che ti frega? Stai lì a ruota, fai il succhiaruote come un robottino qualsiasi, stai lì ad obbedire agli ordini dell’ammiraglia, come un soldatino qualsiasi… insomma, fai il qualsiasi, orsù, Tadej… che il ciclismo che ci piace è quello in cui si arriva in trenta a duecento metri dal traguardo e poi… chi ha lo scattino più forte (della squadra più forte) vince.
Il problema è che lo sloveno è un po’ come il Perozzi di “Amici miei”, anzi, è come tutto il gruppo di “Amici miei”. È un po’ zingaro e quando gli gira… gli gira.
E deve fare la zingarata.
Le zingarate di Tadej e un Tour che non è ancora (definitivamente) chiuso
Lo abbiamo visto in questi due giorni, che di zingarate Tadej ha abbondato, dando una bella botta alla classifica del Tour. Che, attenzione, non è finito. Una grande corsa a tappe non finisce alla seconda settimana. Mancano ancora diverse tappe, tante montagne, tante insidie e tante incertezze.
Certo, nelle opinioni generali oggi è tutto finito, così come lo era, praticamente, già qualche giorno fa, invece non lo era allora e non lo è oggi. Vingegaard (assolutamente strepitoso, oggi) non è lontano; magari il resto sì, anche se un plauso al coraggio e alla corsa di Evenepoel non può mancare, a dispetto di tutti coloro che gli danno contro; quindi può ancora succedere di tutto e se succederà qualcosa non sarà altro che un bene per chi passa il proprio tempo ad ammirare questi fenomeni che nobilitano le strade al proprio passaggio.
Magari con meno consigli, dai… che non ne hanno mica bisogno.
Andiamo così alla terza settimana, con curiosità, con meraviglia, con ammirazione… per i primi tre e a seguire per tutti gli altri, sempre tenendo presente che il Tour finisce a Parig… ah no, a Nizza.
Vuoi vedere che…