Roglic sale subito in cattedra(le)
Primoz conquista la crono d'apertura alla Vuelta a España e si riprende la "sua" maglia rossa mettendo buoni secondi di margine tra sé e i principali rivali di classifica: Carapaz a 25", Bernal a 27" come Giulio Ciccone
C'è un ciclista che è sempre all'ordine del giorno, e sempre negli ordini d'arrivo (se non cade...) nelle corse a cui partecipa, e quando diciamo "negli ordini d'arrivo" s'intende al primo posto o quantomeno nei suoi dintorni. Quel corridore è Primoz Roglic e oggi a Burgos ha ripreso il filo con la sua amata Vuelta a España, la gara che ha vinto negli ultimi due anni e per la quale si schierava ovviamente in pole position anche stavolta.
La partenza dello sloveno è stata in linea coi consueti risultati e con le attese che si appuntavano su di lui. Aiutato certo dal fatto che la prima frazione della corsa iberica fosse una cronometro - breve, 7.1 km intorno alla Cattedrale della città castigliana (partenza proprio dalla scalinata dell'edificio) - Primoz ha conquistato il successo parziale e con esso la prima maglia rossa di leader della classifica. Non ci si aspettava niente di meno da colui che 15 giorni fa (ora più, ora meno) s'imponeva nella crono olimpica. Partito per ultimo, in qualità appunto di campione uscente della Vuelta, Roglic si è giocato la tappa secondo su secondo, riuscendo alla fine a precedere Alex Aranburu di 6", non tanti ma sufficienti. Il suo tempo finale è stato di 8'32", per una media di poco inferiore ai 50 orari, influenzata al ribasso dal percorso piuttosto tortuoso della prova.
Lo spagnolo dell'Astana-Premier Tech aveva fatto la bocca alla vittoria, che sarebbe stata la sua seconda in una stagione ricca di piazzamenti ma con una sola affermazione sin qui (una frazione del Paesi Baschi); e invece ha dovuto soccombere allo sloveno della Jumbo-Visma. Un esito che certamente metteva in conto, tant'è vero che ha preso con molta e sorridente filosofia il ribaltone operato da Roglic all'ultimo momento. Certo però non negherà di averci sperato a lungo, quando dalla hot seat vedeva che il titolato avversario non scavava solchi nei suoi confronti.
Alle spalle dei primi due, diversi corridori che non saranno un fattore per la classifica ma che oggi hanno dato il meglio: terzo Jan Tratnik (Bahrain-Victorious) a 8", poi a seguire Tom Scully (EF Education-Nippo) e Josef Cerny (Deceuninck-Quick Step) a 10", Dylan Van Baarle (Ineos-Grenadiers) a 11", Andrea Bagioli (Deceuninck) a 12", Lawson Craddock (EF) a 13" e Michael Matthews (BikeExchange) a 14", stesso distacco di Aleksandr Vlasov (Astana), decimo e primo tra i rivali di Roglic nella generale.
Gli altri li citiamo col ritardo patito rispetto allo sloveno: Romain Bardet (DSM) a 17", Enric Mas (Movistar) a 18", Adam Yates (Ineos) a 20", Miguel Ángel López (Movistar) a 21" come Damiano Caruso (Bahrain) e Pavel Sivakov (Ineos); ancora, Richard Carapaz (Ineos) ha chiuso a 25", Alejandro Valverde (Movistar) a 27" come Giulio Ciccone (Trek-Segafredo) ed Egan Bernal (Ineos); più indietro Hugh Carthy (EF), Rafal Majka (UAE-Emirates) e Guillaume Martin (Cofidis, Solutions Crédits) a 33", Thomas Pidcock (Ineos) a 36", Fabio Aru (Qhubeka NextHash) a 37", Louis Meintjes (Intermarché-Wanty) e Mikel Landa (Bahrain) a 39".
Davvero degno di menzione il piazzamento del 22enne Bagioli, settimo e - chissà - candidato a fare un po' di classifica per la Deceuninck: lo seguiremo con molto interesse da qui in avanti. Così come saremo curiosi di seguire le evoluzioni di Ciccone e dello stesso Caruso, che sulla carta dovrebbe essere funzionale alla causa Landa, solo che la causa Landa a volte fa un po' acqua (non lo auguriamo naturalmente all'alavese!).
Domani la seconda tappa chiamerà in causa i velocisti, 166.7 pianeggianti da Caleruega a Burgos-Gamonal: gli sprinter non mancano, da Arnaud Démare (Groupama-FDJ) a Jasper Philipsen (Alpecin-Fenix), da Fabio Jakobsen (Deceuninck) a Riccardo Minali (Intermarché), da Davide Cimolai (Israel Start-Up Nation) ad Alberto Dainese (DSM), senza trascurare il già plurivincitore di tappe alla Vuelta Matteo Trentin (UAE) e Michael Matthews (BikeExchange), che tra tutti è il più vicino alla maglia rossa (14") anche se il distacco da Roglic parrebbe escludere possibili attacchi al "liderato".