Simone Consonni, Jonathan Milan, Manlio Moro, Filippo Ganna e Francesco Lamon festeggiano il bronzo di Parigi 2024 © Ferraro CONI
Pista

Parigi 2024, un quartetto è di bronzo, l'altro... quasi

Gli azzurri dell'Inseguimento a squadre conquistano il podio contro la Danimarca, oro agli australiani. Tra le donne l'Italia cede alla Gran Bretagna, vincono le statunitensi

07.08.2024 21:22

Il giorno delle medaglie: quelle volute e conquistate, quelle volute e sfuggite. Da un lato i campioni uscenti dell'Inseguimento a squadre che non volevano assolutamente lasciare la scena a bocca asciutta, alla vigilia di un inevitabile rinnovamento che interesserà il quartetto azzurro nei prossimi anni. E che hanno messo in pista - i campioni uscenti di cui sopra - una prestazione convinta e orgogliosa, fronteggiando la Danimarca avversaria di tante sfide e battendola nettamente. Bravissimi, non c'è altro da dire.

Dall'altro lato, le ragazze che sognavano una medaglia che rendesse per loro eterna questa Parigi 2024, e che per questo obiettivo sono andate a esplorare i propri limiti, rimbalzando contro di essi dopo aver sfiorato l'impresa. Nessun rammarico, il quartetto femminile è ancora nella sua fase espansiva, sarebbe stato bello fissare con un podio olimpico questo snodo così importante ma così non è andata. Pazienza, quel che resta è lavorare per migliorare ulteriormente e ripresentarsi con credenziali maggiori tra quattro anni. E quel che resta sono anche quattro giornate di gare endurance in cui provare a lasciare un segno.

Parigi 2024, Inseguimento a squadre maschile: bronzo azzurro, oro australiano

Dopo che il Canada e la Nuova Zelanda hanno vinto le finali del settimo e del quinto posto battendo rispettivamente Belgio e Francia, il quartetto azzurro ha disputato l'ultima gara da campione olimpico in carica (fa mestizia dirlo ma tant'è) proprio contro l'avversaria contro cui conquistò quel titolo tre anni fa. Il cerchio si chiudeva con questa finale per il terzo posto; Francesco Lamon, Simone Consonni, Jonathan Milan e Filippo Ganna volevano chiudere comunque in bellezza, con una medaglia di bronzo.

Rispetto ai tempi di ieri c'erano quattro decimi in favore dei danesi, ma c'era pure la determinazione degli azzurri a giocarsela al massimo delle possibilità. Tobias Aagaard Hansen, Niklas Larsen, Carl-Frederik Bevort e Rasmus Lund Pedersen hanno guidato la prova per tre chilometri (e 375 metri), arrivando ad avere 1"1 intorno ai 1500, poi da lì subendo il costante, progressivo, inesorabile riavvicinamento degli italiani.

Nel quarto chilometro tra l'altro i danesi si sono disuniti, facilitando ulteriormente ai quattro di Marco Villa il compito di mettere al sicuro il terzo gradino del podio. 3'44"197 per gli azzurri alla fine, 3'46"138 per i danesi.

Per l'oro si sfidavano Australia e Gran Bretagna, e nonostante gli oceanici fossero accreditati di circa un secondo e mezzo di margine, con tanto di 3'40"730 valevole il nuovo primato del mondo fatto registrare ieri contro l'Italia, la gara è stata molto equilibrata. I britannici (Ethan Hayter, Dan Bigham, Charlie Tanfield e Ethan Vernon) hanno guidato nel primo chilometro, poi sono passati avanti Oliver Bleddyn, Sam Welsford, Conor Leahy e Kelland O'Brien ma senza scavare solchi: le distanze si misuravano sul piede dei due decimi, con la GBR che nell'ultimo chilometro ha anche azzardato una rimonta.

Ma alla fine del penultimo giro Hayter ha avuto un problema meccanico mentre stava tirando, ha scodato, è riuscito a non cadere ma non ha più potuto contribuire all'azione, non potendo nemmeno stare seduto in sella. Sicché il ritmo britannico è crollato e l'Australia ha vinto con oltre due secondi di margine, 3'42"067 contro 3'44"394. Va detto che gli aussie si sarebbero potuti imporre ugualmente anche senza l'intoppo britannico, l'impressione era che sarebbe stato difficile superarli; certo, sarebbe stata una volata appassionante.

Per l'Australia terzo titolo nell'Inseguimento a squadre dopo il 1984 e il 2004. Chissà se dovranno aspettare il 2044 per il quarto.

Il quartetto azzurro femminile resta giù dal podio. Trionfo USA

Tutto il dispiacere delle azzurre dell'Inseguimento per il podio sfumato a Parigi 2024 © FCI
Tutto il dispiacere delle azzurre dell'Inseguimento per il podio sfumato a Parigi 2024 © FCI

Le finali femminili sono andate in scena poco dopo quelle maschili. Australia e Francia si sono assicurate il settimo e il quinto posto contro Canada e Germania, quindi è arrivato il turno dell'Italia, contrapposta alla Gran Bretagna nella finale per il bronzo. Sulla carta impegno piuttosto proibitivo per le azzurre, che ripartivano dal 4'07"491 di stamattina, secondo record italiano fatto in due giorni ma insufficiente per contrastare la Nuova Zelanda nel primo turno.

Le britanniche avevano invece girato in 4'04"908, due secondi e mezzo in meno dell'Italia. Nonostante la disparità sulla carta, Martina Fidanza, Chiara Consonni (rientrata nel quartetto al posto di Letizia Paternoster che aveva gareggiato nei primi due turni), Elisa Balsamo e Vittoria Guazzini hanno interpretato la prova in maniera gagliarda, prendendo il comando sin dall'inizio e arrivando ad accumulare fino a 1"264 di vantaggio, rilevamento ai due chilometri e mezzo.

Lì però le britanniche (Elinor Barker, Josie Knight, Anna Morris e Jessica Roberts) hanno innestato un'altra marcia, che le ha portate a recuperare al ritmo di due-quattro decimi al giro, sicché ai 3500 metri i due quartetti (ormai rimasti terzetti, senza Fidanza e Morris) erano appaiati ma l'inerzia era tutta per le britanniche. Oltre a ciò, le azzurre negli ultimi due giri sono letteralmente scoppiate, sicché l'impietoso cronometro ha così sancito: 4'06"382 per la Gran Bretagna, 4'08"961 per l'Italia, oltre due secondi e mezzo di distacco.

Subito dopo abbiamo assistito all'impresa del quartetto statunitense, che ha confermato le aspettative (in particolare dopo aver fatto segnare il miglior tempo stamattina nel primo turno) e ha dominato la finale contro la Nuova Zelanda. Jennifer Valente in apertura, Lily Williams e un'enorme Chloé Dygert ad affondare il colpo, Kristen Faulkner a finalizzare, lei che si impone come uno dei personaggi assoluti di questi Giochi, perché conquista due ori come Remco Evenepoel, ma lo fa in un tripudio di multidisciplinarietà. Di sicuro il ciclismo ha trovato una notevolissima ambasciatrice.

Gli Stati Uniti hanno aumentato in maniera praticamente costante il loro margine sulle neozelandesi fino a superare il secondo e mezzo di vantaggio, poi negli ultimi due giri si sono un po' scollate con Lily Williams in fuga, fatto sta che hanno comunque portato a casa l'oro col tempo di 4'04"306, a meno di un decimo dal record del mondo (che rimane il 4'04"242 della Germania a Tokyo). Ally Wollaston, Bryony Botha, Emily Shearman e Nicole Shields hanno chiuso in 4'04"927.

Gare veloci, fuori le azzurre dal Keirin; olandesi lanciati nello Sprint individuale

La serata è stata completata dalle gare veloci. I ripescaggi del Keirin donne hanno respinto le speranze di Miriam Vece, arrivata terza nella sua batteria (si qualificavano le prime due), non lontana da Kristina Clonan e Daniela Gaxiola che l'hanno preceduta. Più distante invece Sara Fiorin, che nel suo ripescaggio non è stata praticamente mai in gara per il passaggio del turno.

Turni passati e ripescaggi ripetuti anche nello Sprint individuale maschile, il cui torneo è approdato agli ottavi di finale, da cui escono qualificati per i quarti gli olandesi Harrie Lavreysen e Jeffrey Hoogland, che se la vedranno rispettivamente col polacco Mateusz Rudyk e il britannico Hamish Turnbull, e i giapponesi Yuta Obara e Kaiya Ota, che fronteggeranno l'australiano Matthew Richardson e l'altro britannico Jack Carlin.

Pauline Ferrand-Prévot torna in gruppo con la Visma-Lease a Bike
Olimpiadi 2024, cosa non bisogna perdersi
Marco Grassi
Giornalista in prova, ciclista mai sbocciato, musicista mancato, comunista disperato. Per il resto, tutto ok!