Pascal non sente la pressione
Dopo il secondo posto alla Nokere Koerse, Ackermann (Bora-Hansgrohe) conquista la Bredene Koksijde Classic. Ottavo Simone Consonni
Pronto riscatto per Pascal Ackermann che dopo il secondo posto alla Nokere Koerse oggi è andato a prendersi una bella vittoria in volata alla Bredene Koksijde Classic: se per la Milano-Sanremo Bora-Hansgrohe ha scelto di puntare di Peter Sagan e Sam Bennett, il 25enne tedesco ha comunque saputo farsi trovare pronto quando è stato chiamato all'azione e per lui si tratta della seconda vittoria in stagione. Certo, con tre uomini veloci di questo livelli per Ralph Denk non sarà facile coniugare le ambizioni di tutti nel resto della stagione.
Vendrame si fa vedere nella fuga
Quella che fino ad un paio di anni era la seconda tappa della Tre Giorni di La Panne, in questo 2019 è praticamente andata a fondersi con la Handzame Classic per andare a creare la Bredene Koksijde Classic, gara di un giorno di categoria 1.HC: un percorso di 199.5 chilometri con qualche settore di pavé e con i muri del Kemmelberg e del Rodeberg troppo distanti dal traguardo per creare spettacolo. In più oggi ci si è messo anche il meteo ad affievolire le difficoltà della corsa: cielo sereno e poco vento non erano proprio le condizioni ideali per chi puntava ad impedire un arrivo a ranghi compatti.
La classica fuga di giornata è partita attorno al chilometro 15 di gara dopo che in precedenza un drappello di cinque corridori non aveva avuto via libera: tra i battistrada c'è anche l'italiano Andrea Vendrame dell'Androni Giocattoli-Sidermec che ha trovato la compagnia di Justin Timmermans (Roompot-Charles), Julien Morice (Vital Concept-B&B Hotels), Dimitri Theyskens (Wallonie-Bruxelles), Michiel Dieleman (Cibel) e Mathias Jörgensen (Riwal-Readynez). Il vantaggio massimo di questo sestetto è stato di circa sette minuti e mezzo e questo ha attivato i passistoni della Deceuninck-Quick Step che si presentava qui con una doppia carta da giocarsi in volata, da una parte Fabio Jakobsen, dall'altra Alvaro Hodeg che aveva vinto la Handzame Classic nel 2018.
Il Kemmelberg è troppo lontano per far male
Il muro in pavé del Kemmelberg è uno dei simboli della Gent-Wevelgem, ma anche oggi è stato inserito nel percorso dagli organizzatori anche se a poco più di 100 chilometri dall'arrivo di Koksijde. Qui l'andatura è inevitabilmente aumentata nel gruppo ed è stata sempre la Deceuninck-Quick Step a premere il piede sull'acceleratore per provare a vedere cosa sarebbe potuto succedere in gruppo dopo questa salita, e quella successiva e ravvicinata del Rodeberg: nella discesa del Kemmelberg un piccolo frazionamento del plotone c'era anche stato, ma non si sono formate condizioni per cui valesse la pena insistere nel forcing.
L'unico risultato tangibile ottenuto dagli uomini del cosiddetto Wolfpack è stato di far crollare il vantaggio di Dieleman, Jörgensen, Morice, Theyskens, Timmermans e Vendrame ad appena tre minuti quando restavano ancora più di 90 chilometri da pedalare. In questa fase di corsa potenzialmente insidiosa, i sei battistrada sono stati bravi a rimanere compatti in modo da avere la possibilità di resistere più a lungo all'inseguimento del plotone nella seconda metà del percorso: il problema per loro è stato che, una volta messi nel mirino, il gruppo ha lentamente ma inesorabilmente recuperato terreno tanto che all'inizio del primo dei tre giri finali da 13 chilometri ciascuno il gap era già sceso a 1'40", e bene o male tutte le squadre dei velocisti si stavano alternando nelle prime posizioni.
Jakobsen-Hodeg, sfortuna per la Deceuninck
Il circuito conclusivo a Koksijde era relativamente semplice ma le strade belghe riservano sempre qualche pericolo, sebbene oggi fossero meno evidenti di quanto visto due giorni fa alla Nokere Koerse: sono state la Bora-Hansgrohe, la Deceuninck-QuickStep e la UAE Team Emirates a prendere in mano la situazione. In testa alla corsa il danese Mathias Jörgensen ha provato a resistere al ritorno degli inseguitori attaccato prima ai meno 21 chilometri assieme a Justin Timmermans e poi ancora da solo negli ultimi 15 chilometri: la sua azione è durata fino ai meno 9 quando il gruppo è definitivamente tornato compatto.
Nel frattempo però sono arrivate brutte notizie per gli uomini in maglia blu di Patrick Lefévère: ai 16 chilometri s'è verificata una caduta nel gruppo che, tra gli altri (Bohli e Boeckmans), ha tagliato fuori dai giochi Fabio Jakobsen e poi appena 2000 metri più avanti Álvaro Hodeg ha forato ed è stato costretto ad un cambio di bici con il compagno di squadra Pieter Serry per non perdere contatto con il gruppo principale in fase così importante della corsa. Nonostante la sfortuna, la Deceuninck ha provato ad organizzarsi con un ottimo lavoro di Remco Evenepoel, rimasto a tirare praticamente fino agli ultimi 3 chilometri.
Seconda vittoria stagionale per Ackermann
A 2500 metri dalla conclusione un'altra caduta (giù anche Hofstetter) ha rimpicciolito il gruppo di testa e all'ultimo chilometro in testa al plotone c'erano in prevalenza maglie di Deceuninck-Quick Step e CCC Team: all'ultima curva Álvaro Hodeg avrebbe avuto la possibilità di fare un buco a favore del compagno Iljo Keisse, ma è mancato forse un pizzico di lucidità in quel frangete. Ad esultare alla fine è stato il campione tedesco Pascal Ackermann della Bora-Hansgrohe che sul rettilineo finale, con un leggero vento contrario, non ha avuto rivali e si è imposto abbastanza nettamente davanti al norvegese Kristoffer Halvorsen con il colombiano Álvaro Hodeg in terza posizione, un risultato sicuramente positivo se si considera che ha dovuto pedalare su una bicicletta non perfetta per le sue misure. Alla fine sul podio sono saliti gli stessi corridori del 2018 con Hodeg e Ackermann che si sono scambiati la posizione.
Per il CCC Team alla fine a sprintare non è stato l'atteso Jakub Mareczko, bensì il talentuoso polacco Szymon Sajnok che ha ottenuto la quarta posizione seguito da Timothy Dupont (Wanty) al quinto posto, Sasha Weemaes (Sport Vlaanderen) al sesto e Lawrence Naesen (Lotto) al settimo. Il migliore degli italiani al traguardo è risultato essere Simone Consonni (UAE) che tuttavia non è riuscito a fare meglio dell'ottava posizione.