Jakob Söderqvist in maglia rosa all'ultimo Giro Next Gen © Giro Next Gen/LaPresse
Mondo Continental

Jakob Söderqvist, il nuovo fenomeno delle cronometro viene dalla MTB

Dopo gli inizi in mountain bike, lo svedese si è spostato sulla strada solo l'anno scorso ed è subito diventato uno dei più forti cronomen della categoria under 23

19.06.2024 23:00

Diciannovesimo appuntamento dell’anno con Mondo Continental. In questa puntata: Škoda Tour de Maurice, Tour de Kurpie, Oberösterreich Rundfahrt, Tour de Beauce, Courts Mamouth Classique de l'ìle Maurice, Campionati Nazionali e Jakob Söderqvist, uno dei cronomen più promettenti della categoria under 23.

Le corse della settimana

Škoda Tour de Maurice e Courts Mamouth Classique de l'ìle Maurice

Patryk Stosz vince la Courts Mamouth Classique de l'ìle Maurice
Patryk Stosz vince la Courts Mamouth Classique de l'ìle Maurice © Daphney Dupré/Tour de Maurice

Per il secondo anno consecutivo, il ciclismo UCI è arrivato sull’isola di Mauritius per due diverse gare: una corsa a tappe, il Tour de Maurice, e una prova di un giorno chiamata Courts Mamouth Classique de l'ìle Maurice. Al Tour de Maurice hanno partecipato ventidue squadre, ben sei in più rispetto allo scorso anno: quattro Continental, quattordici formazioni dilettantistiche e le selezioni di Mauritius, Algeria, Ruanda e Seychelles. Le stesse squadre hanno partecipato anche alla Courts Mamouth Classique de l'ìle Maurice.

Il Tour de Maurice si è aperto con un cronoprologo di 4 km, quasi tutti in salita fra il 4 e il 5% di pendenza. Il miglior tempo è stato realizzato da Marc Oliver Pritzen (Honeycomb), che è tornato al successo dopo quasi tre anni dal titolo nazionale 2021. Il sudafricano ha battuto per pochi centesimi il cipriota Andreas Miltiadis (Terengganu) e di 2” il polacco Piotr Brożyna (Felt Felbermayr).

La prima tappa presentava un percorso abbastanza ondulato, anche se le salite più impegnative erano parecchio lontane dal traguardo. Dodici corridori hanno fatto la differenza e si sono giocati la vittoria in volata. A prevalere è stato, piuttosto nettamente, il polacco Patryk Stosz (Felt Felbermayr), che si è messo alle spalle l’idolo di casa Alexandre Mayer (MCB) e il tedesco Arthur Lenné (Storck-Metropol). Marc Oliver Pritzen, quinto, ha conservato la maglia di leader.

La seconda frazione del prevedeva un finale con una salita dura, la cui cima era situata a poco più di 10 km dal traguardo. Piotr Brożyna ha staccato tutti e si è involato verso il successo in solitaria. Il ventinovenne, che è passato anche ampiamente in testa alla classifica generale, ha tagliato il traguardo con 1’57” su Alexandre Mayer e ben 3’10” su Andreas Miltiadis.

La terza tappa era la più semplice, con il finale caratterizzato da otto giri di un circuito lungo poco più di 7 km, senza difficoltà altimetriche particolari. Pur potendo contare sul miglior velocista in gara, la Felt Felbermayr ha scelto di giocarsi un’altra carta, mandando in fuga Felix Ritzinger. L’austriaco ha gestito la situazione senza problemi e si è imposto con 2’20” di margine sul primo gruppo inseguitore. Patryk Stosz ha regalato la doppietta alla sua squadra, mettendosi dietro, nella volata per il secondo posto, l’esperto sudafricano Jaco Venter.

Piotr Brożyna ha conquistato il successo finale, on 2’30” sul vincitore della classifica a punti Alexandre Mayer e 3’07” sul miglior scalatore della corsa Andreas Miltiadis. Arthur Lenné è stato il re degli sprint intermedi, Vainqueur Masengesho il miglior giovane e la Felt Felbermayr ha vinto la graduatoria a squadre.

Due giorni dopo la fine del Tour de Maurice, si è disputata la Courts Mamouth Classique de l'ìle Maurice, corsa di un giorno che prevedeva dieci giri di un circuito di 14 km, con il finale in leggera salita. Quindici corridori sono riusciti a fare la differenza e hanno staccato nettamente il resto della compagnia, andando poi a giocarsi la vittoria allo sprint. La volata ha premiato Patryk Stosz, confermatosi il velocista più forte del lotto. Il polacco ha preceduto l’algerino Youcef Reguigui (Terengganu), vincitore della scorsa edizione, e il mauriziano Aurelien De Comarmond (MCB). Andreas Miltiadis e Marc Oliver Pritzen si sono fermati ai piedi del podio.

Tour de Kurpie

Il podio finale del Tour de Kurpie
Il podio finale del Tour de Kurpie © Metec-SOLARWATT

In Polonia è andato in scena il Tour de Kurpie, corsa a tappe di cinque giorni, che esordiva quest’anno nel calendario internazionale. Al via erano presenti diciotto squadre: nove Continental, una selezione nazionale greca e otto formazioni dilettantistiche.

La gara si è aperta con una tappa completamente priva di difficoltà altimetriche, caratterizzata da sei giri di un circuito di ventisette chilometri. Quattro uomini sono riusciti a evadere dal gruppo e a mantenere sul traguardo un vantaggio di soli 6”: il successo è andato a Tobiasz Pawlak (Mazowsze Serce Polski), ventottenne che a livello UCI non aveva mai vinto. Alle spalle del polacco si sono piazzati Jordan Habets (Metec-SOLARWATT) e Robin Löwik (Diftar).

La seconda frazione proponeva due diversi circuiti, ma nessuna asperità di alcun tipo. Contrariamente al giorno precedente, il gruppo non si è lasciato sorprendere, ma il vincitore non è cambiato: Tobiasz Pawlak si è dimostrato in grado di imporsi anche in volate di gruppo e ha conquistato il suo secondo successo consecutivo, battendo Ádám Kristóf Karl (Epronex) e Franciszek Kaczorowski (Kujawy Pomorze).

La terza tappa era una cronometro a squadre di 9 km, completamente pianeggiante. Al termine di una lotta sul filo dei centesimi, la Mazowsze Serce Polski del leader Tobiasz Pawlak è riuscita a spuntarla sulla Metec-SOLARWATT del secondo in classifica Jordan Habets. La XSpeed United ha completato il podio di giornata, con 4” di ritardo.

Anche la quarta frazione non presentava alcuna difficoltà altimetrica ed era caratterizzata da cinque giri di un circuito di 31,5 km. È stata una buona giornata per tre fuggitivi e la nazionale greca si è trovata in superiorità numerica. Nonostante una gestione un po’ strana dell’ultimo chilometro, gli ellenici hanno centrato la doppietta, con Nikiforos Arvanitou vincitore con 1” di vantaggio sul compagno di squadra Nikolaos Michail Drakos. Artur Sowinski (Voster ATS) ha mollato nel finale e ha tagliato il traguardo con 8” di ritardo. In classifica generale non ci sono stati cambiamenti.

La corsa si è conclusa con un’altra tappa tutt’altro che difficile, con due giri di un circuito da 75 km. Ancora una volta lo sprint di gruppo è stato scongiurato: a sfuggire al controllo del plotone è stato l’irlandese Leo Doyle (XSpeed United). A 15” Norbert Banaszek (Mazowsze Serce Polski) si è preso il secondo posto davanti ad Ádám Kristóf Karl.

Tobiasz Pawlak ha conquistato il successo finale (e la classifica a punti) con 11” di margine su Jordan Habets e 18” su Norbert Banazek. Lo statunitense Jonah Killy (XSpeed United), settimo in classifica, si è portato a casa sia la maglia dei giovani che quella degli sprint intermedi. La Mazowsze Serce Polski, infine, ha vinto la graduatoria a squadre.

Oberösterreich Rundfahrt

Il podio finale dell'Oberösterreich Rundfahrt
Il podio finale dell'Oberösterreich Rundfahrt © Oberösterreich Classics

In Austria si è disputata la quattordicesima edizione dell’Oberösterreich Rundfahrt, corsa a tappe di quattro giorni. Al via si sono schierate quindici Continental, sei formazioni dilettantistiche, un ProTeam (la TDT-Unibet) e un ProTeam di ciclocross (la Deschacht-Group Hens), per un totale di ventitré squadre.

Come nelle ultime quattro edizioni, la corsa si è aperta con un prologo di soli 700 metri nelle strade di Linz. Il percorso, tutto in leggera salita, è molto tecnico, con diverse curve impegnative. Gli specialisti del ciclocross, dominatori negli ultimi anni, si sono dimostrati ancora una volta imbattibili: Tibor Del Grosso (Alpecin-Deceuninck Development) ha battuto per un soffio Daan Soete (Deschacht-Group Hens), vincitore sul medesimo percorso nel 2021 e nel 2022. Victor van de Putte (Deschacht-Group Hens) ha chiuso terzo a 1”.

La prima tappa presentava diverse asperità nella parte centrale, ma nel finale diventava molto più semplice. I fuggitivi di giornata sono stati ripresi nel finale ed è, quindi, stata volata: lo spunto vincente è stato quello di Anton Stensby (Coop-Repsol), al primo successo UCI in carriera. Alle spalle del norvegese si sono piazzati Liam Walsh (BridgeLane) e Mees Hendrikx (Heizomat). Grazie agli abbuoni conquistati ai traguardi volanti, Toon Aerts (Deschacht-Group Hens) si è impossessato della maglia di leader.

La seconda frazione presentava un profilo abbastanza nervoso e l’ultimo chilometro salita. Due corridori si si sono giocati il successo in una volata che non ha avuto storia: Aaron Dockx (Alpecin-Decueninck Development) ha avuto facilmente la meglio su Adrien Maire (TDT-Unibet) e ha conquistato anche la maglia di leader. Márton Dina (ATT Investments) è uscito dal gruppo nel finale e si è preso il terzo posto con 8” di ritardo.

L’ultima tappa era di gran lunga la più impegnativa, con un arrivo in cima ad una salita di quasi 10 chilometri. Adrien Maire ha fatto la differenza insieme a Riccardo Zoidl (Felt Felbermayr) e poi ne ha stroncato la resistenza, staccandolo di 2” e centrando il primo successo UCI in carriera. Márton Dina ha chiuso per il secondo giorno di fila in terza posizione, con un distacco di 1’.

Adrien Maire ha conquistato il successo finale, con 23” su Riccardo Zoidl, che è salito sul podio della gara per la sesta volta in carriera e si è preso la maglia di miglior austriaco, e 1’12” sul miglior giovane Aaron Dockx. Tibor Del Grosso si è aggiudicato la classifica a punti, mentre Lukas Meiler (Vorarlberg) è stato il re degli scalatori. La TDT-Unibet, infine, ha vinto la graduatoria a squadre.

Tour de Beauce

Josh Burnett portato in trionfo dai compagni di squadra
Josh Burnett portato in trionfo dai compagni di squadra © Brian Black Hodes/VeloImages

La scorsa settimana si è disputato anche il Tour de Beauce, unica corsa a tappe canadese del calendario UCI, giunta alla trentaseiesima edizione. A darsi battaglia nei cinque giorni di gara sono state nove Continental, undici formazioni dilettantistiche e una selezione regionale del Quebec, per un totale di ventuno squadre.

La prima tappa presentava un percorso abbastanza ondulato, anche se nessuna salita era particolarmente impegnativa. Diversi corridori si sono avvantaggiati sul gruppo e Tyler Stites (Project Echelon) ha staccato tutti, andando a vincere con 6” di margine su Kent Ross (Expeditors) e 8” su un gruppetto di una decina di uomini, regolato in volata da Gregory Zapata (Quebec).

Anche la seconda frazione proponeva un profilo ondulato, con l’ultima salita che terminava a circa 10 km dal traguardo. Nonostante le difficoltà, però, il gruppo è rimasto sostanzialmente compatto: la volata finale ha premiato Michael Foley (Hustle), forte pistard alla prima vittoria UCI in carriera su strada. Il canadese ha preceduto Sean Christian (Aevolo) e Stefan Verhoeff (Universe). Tyler Stites ha conservato la maglia di leader.

La terza tappa era la più impegnativa, con l’arrivo sul Mont Mégantic, dopo una salita lunga e anche molto impegnativa. La scalata ha premiato Josh Burnett (MitoQ-NZ Cycling Project), che lo scorso anno era professionista con la Bolton Equities-Black Spoke. Il neozelandese ha staccato di 26” Ian López (Aevolo) e di 30” Félix Hamel (Ecoflo Chronos). Il vincitore è passato anche in testa alla classifica generale.

La quarta frazione consisteva in un classico criterium americano, con un circuito di 2 km nelle vie di Québec City da ripetere trentacinque volte. La volata finale ha premiato Brendan Rhim (Project Echelon), tornato alla vittoria internazionale dopo cinque anni di digiuno. Il ventottenne si è messo alle spalle Sean Christian e il lussemburghese Tom Paquet (N’Side).

L’ultima tappa era composta da dodici giri di un circuito di circa 10 km, con all’interno una salita lunga poco più di un chilometro. La giornata si è rivelata buona per una fuga e l’irlandese Conn McDunphy (Skyline) ha staccato tutti, tagliando il traguardo con 4” di vantaggio su Jérôme Gauthier (Ecoflo Chronos) e Sasha Renaud-Tremblay (TaG). Il gruppo dei migliori ha chiuso a 18” dal vincitore.

Josh Burnett ha conquistato il successo finale, con 44” su Tyler Stites e 52” sul miglior giovane Ian López. Brendan Rhim ha vinto la classifica a punti, mentre il Team Skyline si è portato a casa sia la graduatoria a squadre che quella riservata agli scalatori, grazie a Liam Flanagan.

Campionati Nazionali

Jaakko Hänninen vince il titolo finlandese
Jaakko Hänninen vince il titolo finlandese © Esko Lius/Roope Nurmi

A poco più di una settimana dall’inizio del Tour de France, un po’ ovunque è tempo di campionati nazionali, ma alcuni paesi hanno anticipato leggermente i tempi. In Eritrea, la cronometro ha regalato uno storico podio, composto soltanto da corridori WorldTour: Amanuel Ghebreigzabhier (Lidl-Trek) ha confermato il titolo di dodici mesi fa, superando la concorrenza di Henok Mulubrhan (Astana) e Biniam Girmay (Intermarché-Wanty). La Lidl-Trek ha fatto en-plein, conquistando anche il titolo in linea con Natnael Tesfatsion (Lidl-Trek). Il venticinquenne ha superato di 13” il giovane Aklilu Arefayne (Wanty-ReUz) e di 50” Metkel Eyob (Terengganu).

Anche in Finlandia si sono già disputate tutte le gare: il trentaquattrenne Trond Larsen si è aggiudicato una combattutissima cronometro, con 1” su Axel Källberg (Development DSM-Firmenich) e 5” sul campione uscente Vladyslav Makogon. Matias Ahtosalo ha vinto il titolo under 23. La prova in linea, invece, è stata molto più scontata e si è assistito al dominio dell’unico professionista del paese, Jaakko Hänninen (Decathlon AG2R), che ha rifilato ben 2’11” ad Antti-Jussi Juntunen (Ferei Quick-Panda) e al giovanissimo Karl-Nicolas Grönlund.

Nei Paesi Baltici si sono disputate, per ora, solo le cronometro. In Lituania, il vincitore delle ultime due edizioni Aivaras Mikutis era assente perché impegnato al Giro Next Gen. Secondo lo scorso anno, Venantas Lašinis (Energus) ha conquistato il titolo, con 6” su Kristupas Mikutis (Voltas-Tartu2024) e 31” su Rokas Kmeliauskas (Energus). Jomantas Venckus (Voltas-Tartu2024) si è preso il titolo under 23, con un tempo che gli sarebbe valso il terzo posto tra gli élite.

In Lettonia si è imposto Alekss Krasts (Voltas-Tartu2024), vincitore fra gli under 23 lo scorso anno. Il ventiduenne ha preceduto di 16” l’unico professionista in gara, Emīls Liepiņš (DSM-Firmenich) e di 1’08” Kristers Ansons. Il successore di Krasts fra gli under 23 è stato il figlio d’arte Kristiāns Belohvoščiks, che ha staccato di oltre 1’ tutti i rivali. Il tempo del corridore dell’UC Monaco non sarebbe bastato per salire sul podio della gara élite, ma gli avrebbe permesso di chiudere al quarto posto.

In Estonia Rein Taaramäe (Intermarché-Wanty) ha conquistato l’ottavo titolo in carriera (il quarto consecutivo) e si è portato a una sola lunghezza dal recordman Jaan Kirsipuu. Quest’anno il trentasettenne si è dovuto sudare il successo: Norman Vahtra (Van Rysel-Roubaix) gli è arrivato a soli 5”, mentre Taavi Kannimae si è fermato a 18” dal vincitore.

Anche in Guatemala è andata in scena solo la cronometro: alle soglie dei quarant’anni, Manuel Rodas ha conquistato il dodicesimo titolo consecutivo. Quest’anno la striscia vincente del corridore della Decorabaños ha rischiato seriamente di interrompersi: Sergio Chumil (Burgos-BH) gli è arrivato, infatti, a soli 11”, nonostante una caduta. Melvin Boron ha completato il podio a 1’18”, mentre il titolo under 23 è andato a Dario Rabinal, autore del sesto tempo assoluto.

Tempo di cronometro anche in Svezia, dove il giovane Jakob Söderqvist (Lidl-Trek Future), prima maglia rosa dell’ultimo Giro Next Gen, ha conquistato il suo primo titolo, migliorando il secondo posto ottenuto dodici mesi fa. Il ventunenne ha battuto di soli 8” un corridore molto più esperto come Tobias Ludvigsson (Q36.5) e di 1’16” il campione uscente Jacob Ahlsson.

In Ungheria la prova contro il tempo ha premiato Barnabás Peák (Adria Mobil), che è tornato alla vittoria dopo quattro anni di digiuno. L’ex corridore della Intermarché-Wanty ha battuto di 10” il campione uscente Attila Valter (Visma|Lease a Bike) e di 59” János Pelikán, tornato a disputare una corsa UCI dopo due anni. Bertold Drijver si è imposto fra gli under 23. In Ucraina, senza professionisti al via, il vincitore della cronometro è stato il pistard Vitaliy Gryniv. Il tempo del ventinovenne è stato migliore di 3” rispetto a quello del giovane Daniil Yakovlev (Lotto Dstny Development) e di 1’10” rispetto a quello di Yaroslav Kozakov

In Kazakistan, come ampiamente prevedibile, si è assistito al dominio dell’Astana Qazaqstan, che ha piazzato cinque corridori ai primi cinque posti. Si è imposto, per la quarta volta in carriera, l’esperto Dmitriy Gruzdev. Il trentottenne ha preceduto di 11” i compagni di squadra Igor Chzhan e Gleb Brussenskiy. Fra gli under 23 si è imposto nettamente Andrey Remkhe (Astana Qazaqstan Development), con un tempo che gli avrebbe garantito il settimo posto fra gli élite.

Le Continental tra i big

Jago Willems conquista la maglia di corridore più combattivo al Belgium Tour
Jago Willems conquista la maglia di corridore più combattivo al Belgium Tour © VolkerWessels

Al Belgium Tour erano presenti quattro Continental: le locali Philippe Wagner/Bazin e Tarteletto-Isorex e le neerlandesi BEAT e VolkerWessels. Le formazioni belghe hanno ottenuto i migliori risultati di tappa: la Philippe Wagner/Bazin ha piazzato Pierre Barbier al quarto posto nella seconda frazione, mentre la Tarteletto-Isorex ha visto Timothy Dupont chiudere la terza in ottava posizione. La VolkerWessels si è, invece, portata a casa la maglia della combattività grazie a Jago Willems e ha anche centrato il miglior risultato in classifica, anche se il quarantottesimo posto di Jasper Haest non rimarrà negli annali.

Cinque formazioni di terza divisione hanno partecipato al Tour of Slovenia: le locali Adria Mobil, Sava Kranj e Ljubljana Gusto Santic, la slovacca Pierre Baguette e la tedesca Santic-Wibatech. Nessuna Continental è riuscita a fare grandi cose: il miglior risultato di tappa lo ha ottenuto l’Adria Mobil, con Barnabás Peák, quattordicesimo nella prima frazione, mentre in classifica generale ha fatto meglio la Santic-Wibatech, con Michał Paluta, trentanovesimo. La Pierre Baguette, infine, ha avuto per un giorno la maglia degli scalatori con Tomáš Kalojíros.

La principale novità di ciclomercato della settimana riguarda la Vini Monzon-Savini Due: la formazione diretta da Stefano Giuliani ha annunciato di aver messo sotto contratto Mehmet Şampiyonbisiklet, in arrivo dalla Global6. Il turco ha un passato fra i professionisti con la maglia della Burgos-BH, quando aveva la nazionalità francese e si chiamava Gabriel Muller.

Il ritratto della settimana: Jakob Söderqvist

Jakob Söderqvist vince il Tour de Bretagne
Jakob Söderqvist vince il Tour de Bretagne © Michaël Gilson/DirectVelo

Gli ultimi dieci giorni di Jakob Söderqvist sono di difficile interpretazione: lo svedese ha iniziato alla grande il Giro Next Gen, vincendo la cronometro inaugurale e indossando la maglia rosa, ma ha sofferto moltissimo nel prosieguo della corsa, ritirandosi durante l’ultima tappa, dopo aver chiuso ultimo e penultimo nelle due giornate precedenti. Sembrava, quindi, avere qualche problema fisico, ma soltanto due giorni dopo si è schierato al via del campionato svedese a cronometro e lo ha vinto, battendo un passista forte ed esperto come Tobias Ludvigsson.

Il ventunenne si sta dimostrando fortissimo nelle prove contro il tempo: quest’anno ne ha disputate quattro, raccogliendo tre vittorie e un secondo posto (al Tour de la Provence, battuto solo da un campione affermato come Mads Pedersen). Oltre a quelle del Giro Next Gen e del campionato nazionale, ha vinto la cronometro della Flèche du Sud e ha saputo destreggiarsi anche in gruppo: si è imposto in una tappa e nella classifica finale del Tour de Bretagne e un’altra frazione della Flèche du Sud. Ha saputo, inoltre, far bene anche nella generale al Tour del Provence, concluso in ottava posizione, e al Tour du Loir et Cher, terminato al settimo posto con due top five parziali.

Nell’ultimo anno, Jakob Söderqvist è cresciuto in maniera esponenziale e la cosa era prevedibile se si considera che si dedica alla strada da poco. Nel suo biennio tra gli juniores, infatti, la sua esperienza internazionale si è limitata a una partecipazione alla Parigi-Roubaix di categoria, a cui, tra l’altro, fu costretto a rinunciare a causa della febbre. Nel 2020 fu comunque terzo nella cronometro dei campionati nazionali, ma il suo focus era rivolto alla mountain bike e, infatti, nello stesso anno vinse una gara internazionale nel fuoristrada a Cipro. Nella stagione seguente, invece, si laureò campione svedese nel Cross Country e disputò sia gli Europei che i Mondiali della disciplina.

Nel primo anno da under 23 cominciò a dedicarsi un po’ di più alla strada e disputò diverse gare UCI di categoria 2: prese parte al Baltic Chain Tour e a quattro corse di un giorno in Norvegia, centrando anche un interessante settimo posto al Lillehammer GP. In mountain bike prese parte a un buon numero di gare tra Svezia, Danimarca e Norvegia, centrando spesso la top ten e salendo sul podio, in seconda posizione al campionato nazionale élite di Marathon.

Lo scorso anno ha cambiato le proprie priorità: lo svedese ha alternato strada e mountain bike per buona parte della stagione, per poi decidere di accantonare il suo primo amore e dedicarsi completamente alla disciplina più classica del ciclismo, nella quale sentiva di avere un migliore potenziale. In effetti nell’offroad ha disputato una quindicina di gare internazionali, comprese alcune prove della Coppa del Mondo under 23, e non ha mai vinto; nelle gare di livello più alto, inoltre, è sempre arrivato molto lontano dalle prime posizioni.

Su strada, invece, Söderqvist è partito col botto, vincendo a sorpresa la terza tappa del Tour du Loir et Cher. Alla prima gara in carriera in Francia, contro corridori in odore di professionismo, ha subito fatto capire di avere delle doti non comuni sul passo e anche una buona tecnica in discesa, dovuta all’esperienza in mountain bike. Dopo la corsa francese, ha preso parte al Tour of Estonia ed è andato vicinissimo al successo nella cronometro dei campionati nazionali, in cui si è arreso per soli 2” a Jacob Ahlsson.

Dopo il settimo posto nel campionato svedese in linea, ha centrato lo stesso risultato in una corsa decisamente più importante, la cronometro dei Campionati del Mondo under 23. Ha terminato la stagione con il decimo posto nella prova contro il tempo dei Campionati Europei di categoria, ma prima ha dimostrato ancora una volta il suo valore, aggiudicandosi la classifica finale del Flanders Tomorrow Tour, prima gara in carriera in Belgio.

Quest’anno Jakob Söderqvist ha firmato per la Lidl-Trek Future e ha fatto un ulteriore salto di qualità. Nella cronometro under 23 dei Campionati del Mondo sarà sicuramente uno dei grandi favoriti, ma prima non è addirittura esclusa la sua partecipazione ai Giochi Olimpici; la Svezia, però, non dovrebbe avere il posto per la prova contro il tempo e quindi la federazione potrebbe puntare su un altro profilo. Visti i risultati di quest'anno, pur essendo ancora al secondo anno tra gli under 23, è probabile che già l'anno prossimo possa fare il salto fra i professionisti.

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