Pogacar sul tema doping: “Se rischi la vita per una carriera di 10 anni sei uno stupido”
Alla vigilia de Il Lombardia, Pogacar è intervenuto in conferenza stampa parlando a tutto tondo del tema doping e del concetto di dominio nel mondo dello sport
Nella conferenza stampa alla viglia de Il Lombardia, Tadej Pogacar è intervenuto in maniera diretta sulla questione doping e sulle continue accuse che spesso gli vengono mosse rispetto alle sue prestazioni straordinarie. Parlando della sua stagione, alcuni giornalisti avevano chiesto al talento sloveno di rispondere alle recenti dichiarazioni apparse sulla stampa francese da parte del direttore del Tour de France. Nei giorni scorsi, infatti, Prudhomme intervistato dal quotidiano La Dépêche du Midi, che gli chiedeva se si sarebbe sentito sorpreso o disgustato se un giorno sarebbe venuto a sapere che Pogacar stesse facendo uso di doping, aveva dichiarato che dato il passato recente del ciclismo, quella che gli era stata posta era una domanda legittima. Una non risposta che aveva contribuito ulteriormente ad alimentare la polemica attorno al fenomeno sloveno.
“Forse tra qualche generazione la gente inizierà a dimenticare il passato”
Durante la conferenza stampa alla viglia de Il Lombardia, Pogacar ha voluto sottolineare come in passato nel ciclismo si faceva tutto il possibile per cercare una vittoria e questo avveniva a discapito della salute. “Un sacco di ragazzi che probabilmente non conosciamo, che magari non hanno vinto nulla, oggi sono malati o hanno problemi fisici o mentali a causa di ciò che hanno fatto ai loro corpi negli ultimi 20 o 30 anni. Penso che il ciclismo stia pagando ancora oggi le colpe di quegli anni. Tocca a noi ciclisti contemporanei riconquistare la fiducia degli appassionati. Noi corriamo le nostre gare cercando di fare del nostro meglio. Forse tra qualche generazione la gente dimenticherà il passato e potremo finalmente guardare avanti”.
“Se rischi la vita per una carriera di 10 anni sei uno stupido”
Pogacar ha poi sottolineato come dalla sua esperienza quello del ciclismo oggi appare come uno degli sport più puliti. Secondo il talento sloveno, nel ciclismo la salute fisica è la base per andare più forte. In questa prospettiva, l’assunzione di sostanza che fanno male all’organismo solo per migliorare nel breve periodo le proprie prestazioni, non avrebbe alcun senso. Il cuore di un’atleta, infatti, viene messo a dura prova dagli allenamenti e dal tipo di sforzo che viene compiuto e non può essere spinto oltre questo limite. Doparsi, secondo Pogacar, quindi, significherebbe mettere a repentaglio questo delicato equilibrio e quindi mettersi in pericolo. “Se rischi la vita per una carriera di 10 anni sei uno stupido”.
Il dominio di un atleta o di una squadra c'è in tutti gli sport
Sempre rispondendo alle domande dei giornalisti, Pogacar si è poi soffermato sulla sua stagione, facendo notare come il dominio di un atleta o di una squadra faccia parte di tutti gli sport, ma che solo nel ciclismo questa cosa sia vista con sospetto. “Si assiste al dominio nel mondo degli affari, nel tennis, nel golf, nell'NBA, nel calcio. In qualsiasi altro sport, si vede il dominio delle squadre e dei singoli atleti”. Si tratta di un dominio a tempo determinato, che può durare un anno, o forse qualcosa di più, ma poi emergerà sempre un nuovo talento, un ragazzo più affamato, una squadra migliore. Il cambio generazionale secondo Pogacar, quindi, fa parte non solo della natura dello sport ma più in generale della vita stessa.