I team 2017: Cannondale-Drapac
L'arrivo di Sep Vanmarcke rilancia le ambizioni sul pavé. Occhio ai giovani azzurri Bettiol, Formolo e Villella
Jonathan Vaughters non ha a disposizione un budget particolarmente consistente e così per il 2017 propone l'ennesima fusione andando a creare la Cannondale-Drapac: i suoi ragazzi hanno chiuso il 2016 senza conquistare alcuna vittoria in corse del World Tour e questa sarà una delle prime cose a cui cercare di porre rimedio nella stagione 2017.
La squadra ha individualità interessanti ma l'impressione è che finora sia sempre mancata la cattiveria necessaria per vedere i corridori esprimersi al top delle loro potenzialità: tutti possano fare qualcosa di più e con più continuità. In prospettiva futura ci sono diversi giovani interessanti, ma quelli che hanno già qualche stagione alle spalle dovrebbero iniziare a dare dei segnali.
ROSA
Alberto Bettiol (Ita, 1993), Patrick Bevin (Nzl, 1991), Nathan Brown (Usa, 1991), Brenadan Canty (Aus, 1992), Hugh Carthy (Gbr, 1994), Simon Clarke (Aus, 1986), William Clarke (Aus, 1985), Lawson Craddock (Usa, 1992), Joseph Lloyd Dombrowski (Usa, 1991), Davide Formolo (Ita, 1992), Alex Howes (Usa, 1988), Kristijan Koren (Slo, 1986), Sebastian Langeveld (Ola, 1985), Ryan Mullen (Irl, 1994), Taylor Phinney (Usa, 1990), Pierre Rolland (Fra, 1986), Thomas Scully (Nzl, 1990), Toms Skujins (Let, 1991), Tom-Jelte Slagter (Ola, 1989), Andrew Talansky (Usa, 1988), Rigoberto Urán (Col, 1987), Tom Van Asbroeck (Bel, 1990), Dylan Van Baarle (Ola, 1992), Sep Vanmarcke (Bep, 1988), Davide Villella (Ita, 1991), Wouter Wippert (Ola, 1990), Michael Woods (Can, 1986)
L'ANALISI
CORSE A TAPPE: L'uomo di riferimento è il colombiano Rigoberto Urán che in carriera è già stato due volte nella classifica finale del Giro d'Italia, nel 2013 e nel 2014: nell'ultimo anno e mezzo il suo rendimento nella gare a tappe è calato, ma resta comunque l'uomo più credibile che può giocarsi il team. Lo statunitense Andrew Talansky è reduce da un 5° posto alla Vuelta, suo miglior risultato sulle tre settimane e questo può avergli dato fiducia, Pierre Rolland invece sembra preferire tappe e gpm alla classifica generale. Per Davide Formolo e Joe Dombrowski il 2017 sarà l'anno della verità, per le brevi corse a tappe invece c'è Lawson Craddock: per il futuro vanno seguiti l'australiano Brendan Canty, classe 1992 con poca esperienza, ed il talento britannico Hugh Carthy, cresciuto molto nell'ultimo anno alla Caja Rural.
VOLATE: Quando non ci sono molti soldi, qualche settore rimane inevitabilmente più scoperto di altri: alla Cannondale-Drapac questo si vede chiaramente al reparto velocisti. La carta migliore del team è l'olandese Wouter Wippert, uomo veloce ma che ancora non ha lo spunto per competere con i migliori nelle gare più importanti: inoltre Wippert non ha mai disputato un Grande Giro in carriera. Per il 2017 è stato ingaggiato il belga Tom Van Asbroeck, valido anche come uomo di supporto sul pavé, che non può essere classificato come sprinter punto ma che è comunque dotato di uno discreto spunto di velocità. In corse minori, potrebbe cercare spazio il neozelandese Thomas Scully sfruttando l'esperienza maturata in pista.
PAVÉ: Dovessimo indicare il terreno in cui la Cannondale-Drapac ha le maggiori possibilità di ottenere un successo di prestigio, allora la nostra scelta ricadrebbe senza dubbio sulla classiche del pavé. Il motivo è il ritorno in squadra di Sep Vanmarcke, già passato di qui nel 2011-2012: il belga nel 2016 è stato secondo alla Gand, terzo al Fiandre e quarto alla Roubaix e finora solo la sfortuna gli ha probabilmente impedito di fare meglio. Oltre al già citato Van Asbroeck, in funzione di supporto a Vanmarcke è stato ingaggiato anche Taylor Phinney mentre in squadra sono stati confermati gli olandesi Sebastian Langeveld (che però deve ritrovarsi) e soprattutto Dylan Van Baarle che è un classe 1992 e l'anno scorso ès tato 6° al Giro delle Fiandre.
CLASSICHE: Oltre a Rigoberto Urán, sul podio all'ultimo Lombardia, la squadra americana ha diversi interpreti validi per le corse di un giorno anche se sulla carta nessuno sembra avere ancora le caratteristiche idonee per lottare spalla a spalla contro tutti i principali favoriti. Sulla carta l'uomo migliore è l'olandese Tom-Jelte Slagter che in passato ha dimostrato di avere le gambe per entrare tra i primi 10 in diverse gare World Tour. L'anno scorso è cresciuto molto l'italiano Alberto Bettiol e può crescere ancora nel 2017: sarà lui uno dei nomi da seguire maggiormente d'occhio. Altro uomo interessante è Davide Villella, vincitore della Japan Cup e quinto al Lombardia: anche per lui il 2016 è stato un anno di grandi miglioramenti che andranno confermati. Da seguire anche Simon Clarke ed il canadese Michael Woods che ha dimostrato buone qualità per i tracciati ondulati.