Remco Evenepoel sugli sterrati intorno a Troyes © Soudal Quick-Step
La Tribuna del Sarto

Remco Evenepoel e propriocezione: miracolo di dedizione, anche lo sterrato ora è suo amico

Il vero talento è anche capacità e forza di volontà nel dedicarsi al lavoro al fine di migliorarsi: quello che ha fatto il fuoriclasse belga per superare i propri limiti

08.07.2024 14:05

Sono passati esattamente 38 mesi dalla undicesima tappa del Giro d’Italia del 2021, la famosa frazione degli sterrati in cui Remco Evenepoel mise allo scoperto i suoi limiti nella guida su un terreno sdrucciolevole. Su queste pagine allora definii come “cognitiva” la crisi del corridore belga, un gap di abilità propriocettive rispetto ai suoi avversari che costarono al giovane fenomeno molta fatica in più.

Spiegai quanto fosse importante la sensibilità propriocettiva di percepire e riconoscere il nostro corpo nell’ottimizzare il gesto motorio, ancor più se parliamo di prestazioni al limite performativo.

Quando fu reso ufficiale il percorso del Tour 2024, la tappa degli sterrati di Troyes attirò subito l’attenzione e, sapendo della partecipazione alla corsa gialla di Remco, ci si incominciò a domandare quanto il fiammingo avrebbe potuto perdere sulle strade bianche francesi.

Un Remco nuovo quello visto sugli sterrati di Troyes

Terminata la nona tappa del Tour con la vittoria di Turgis e con tanto spettacolo, che però non ha modificato nemmeno di un secondo i primi piani della classifica generale, possiamo trarre alcune conclusioni sulla prova della attuale maglia bianca. Il corridore della Soudal Quick-Step è andato oltre le migliori previsioni, non solo ha saputo difendersi, ma ha anche attaccato lui su alcuni tratti di sterrato, mettendo in difficoltà i suoi diretti concorrenti e facendo divertire da matti gli appassionati di ciclismo.

Alla vigilia il suo general manager, Patrick Lefevere, da vero stratega, sembrava aver messo le mani avanti, dichiarandosi contrario alla presenza nel percorso di un Tour di France di una tappa con diversi chilometri gravel; secondo lui, le forature potrebbero compromettere un intero grand tour. Indirettamente poteva sembrare un ammettere i limiti tecnici del suo capitano, una pre-giustificazione di un eventuale distacco in classifica.
Non sappiamo se qualcuno nella Visma-Lease a Bike abbia davvero creduto a Lefevere, ma da come hanno affrontato la corsa nei primi tratti di sterrato, gli uomini di Vingegaard hanno subito costretto tutti a giocare a carte scoperte e, con sorpresa, a Remco non sono mancati assi di briscola.

Remco impolverato dopo la tappa degli sterrati © Remco Evenepoel
Remco impolverato dopo la tappa degli sterrati © Remco Evenepoel

Evenepoel degli Chemins Blancs è solo un lontano parente di quello delle Strade Bianche, le sue ruote sapevano raccogliere tutta la potenza delle gambe, la postura del corpo perfetta e aerodinamica come su asfalto; neppure un piccolo intoppo in salita ha realmente messo in difficoltà il belga.
Si potrebbe rimproverare a Remco qualche ingresso troppo indietro negli sterrati, ma questo più per un lavoro meno efficace della sua squadra e una inferiorità numerica rispetto alle corazzate di Pogačar e Vingegaard; non certo per un limite nella guida della bicicletta.

Remco in pochi anni ha praticamente colmato il gap su gravel con i suoi avversari, con ancora qualche piccola incertezza in curva, ma come il 99% dei suoi avversari. Questo dimostra che la propriocezione non è una semplice dote innata, come potrebbe essere per Pidcock o Van der Poel, ma è un’abilità allenabile fino ai più alti livelli possibili.

La propriocezione e il senso del talento

Nei primi anni della mia professione medica, lavorai nell’ambito della riabilitazione di pazienti con gravi cerebrolesioni, soprattutto traumi cranio-encefalici. Molti di questi pazienti soffrono di deficit delle funzioni propriocettive, che a sua volta rende ancora più difficoltoso un recupero motorio, spesso con associate dolorose problematiche spastiche.

In campo riabilitativo si dedica molto tempo a riabilitare (allenare) le funzioni propriocettive con molte sedute fisioterapiche oppure con il metodo Feldenkrais, un sistema educativo che attraverso il movimento equilibrato, la respirazione ed il rilassamento neuro-muscolare aiuta le persone a migliorare le proprie funzioni e a raggiungere un equilibrio psicosomatico. Un buon risultato riabilitativo nella propriocezione accompagna o anticipa un buon recupero motorio, che permette a molti pazienti un ritorno parziale o completo alle proprie attività quotidiane.

Il grande lavoro fatto da Evenepoel in questi anni dimostra che anche nei sani si può lavorare su questi aspetti, che si possono raggiungere ottimi livelli, riguadagnando il gap nei confronti di chi corre in bicicletta da più tempo. Non è una novità per preparatori e allenatori sportivi, curare la propriocezione è garanzia di una superiore performance.

Una differenza di talento o semplicemente di esperienza è recuperabile in poco tempo. In questo modo, Remco ha dimostrato la dote più grande di un campione: non il semplice talento atletico, ma la capacità, la forza di volontà, la testardaggine nel dedicarsi al lavoro al fine di migliorarsi ogni giorno. È questo il vero talento.

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