Turchia, sull'arrivo in salita Díaz si prende tappa e maglia su Vine, Sepúlveda terzo
Rinviate - almeno temporaneamente - le ambizioni di far colpacci nella vecchia Europa, José Manuel Díaz si ricicla come mattatore di tappe regine ad altre latitudini. A segno nella frazione di Kigali al Tour du Rwanda 2020, oggi lo spagnolo di Jaén si è imposto a Elmali al Tour of Turkey. Un domani, chissà, lo aspettiamo a braccia alzate a Genting Highlands...
Nel frattempo il 26enne della Delko si gode il momento di gloria nel Giro di Turchia. La tappa era la quinta, partenza a Kemer e arrivo appunto a Elmali (160.3 km), unico traguardo in quota della corsa, e ci voleva dopo quattro volate di fila. Qui, di fatto, si sarebbe fatta la classifica. Solo dopo oltre 30 km è partita la fuga del giorno con quattro effettivi al suo interno: Mirco Maestri (Bardiani-CSF), Cormac McGeough (Wildlife Generation), Nils Sinschek (ABLOC CT) e Ziga Jerman (Androni Giocattoli-Sidermec); poco dopo si sono accodati altri due coraggiosi, Matthias Brändle Matthias (Israel Start-Up Nation) e Joel Suter (Bingoal Pauwels Sauces WB). Il sestetto ha proceduto con buon accordo, quindi a 72 km dal traguardo, sulla lunga salita posta a metà percorso, dal gruppo è emerso forte Vitaliy Buts (Salcano Sakarya BB), bravo a rientrare tutto solo sui battistrada.
Il gruppo però non era troppo distante, sicché il destino della fuga era segnato: sulla salita conclusiva, quella verso Elmali, il drappello degli attaccanti ha cominciato a perdere pezzi, e pure il grosso del gruppo a dire il vero: il leader Mark Cavendish si è staccato a 9 km dalla vetta, ma di sicuro il velocista della Deceuninck-Quick Step non doveva fare niente di particolare oggi, e lo ritroveremo già domani impegnato a sprintare.
Ripresa la fuga a poco meno di 4 km dal traguardo (ultimo a gettare la spugna, Suter), sono iniziati i movimenti tra gli uomini di classifica. Ai 2500 metri son partiti Jay Vine (Alpecin-Fenix) e Quentin Pacher (B&B Hotels p/b KTM), ma non hanno trovato via libera. La Uno-X ha lavorato per ricucire, ma ai 1600 metri è stata la volta di José Manuel Díaz che si è involato insieme allo stesso Vine e a Eduardo Sepúlveda (Androni). I tre sono arrivati nell'ordine al traguardo, con 15" su Anders Halland Johannessen (Uno-X) e Jhojan García (Caja Rural-Seguros RGA), 18" su Merhawi Kudus (Astana), 20" su Anthon Charmig (Uno-X), 23" su Delio Fernández (Delko), 38" su Pacher e 42" su Artem Nych (Gazprom-RusVelo). Primo italiano Mauro Finetto, 16esimo a 1'21".
Díaz-Vine-Sepulveda occupano pure i primi tre posti della generale: 4" il vantaggio dello spagnolo sull'australiano, mentre il capitano Androni è a 6" dal primo. Seguono García a 25", Kudus a 28", Charmig a 30", Fernández a 33", Pacher a 48", Nych a 52" e Johannessen a 55". Anche qui Finetto è 16esimo, a 1'31" da Díaz. Domani i 129 km da Fethiye a Marmaris presentano una salitella nel finale (svetta a 11 dall'arrivo), ma solitamente questa tappa - classicissima per la corsa turca - si conclude egualmente allo sprint. Tanto per fare un nome, Cavendish vinse qui nel 2014, e uno dei suoi rivali di questa settimana (nel nome di antiche suggestioni), André Greipel, s'impose nel 2013 e nel 2015.