Giro, salta il Gran San Bernardo a causa del maltempo
Accordo in mattinata tra direzione di corsa e corridori. Si partirà dalla Svizzera, con la Croix de Coeur a inizio tappa e il l'ascesa finale a Crans Montana
Il maltempo continua a condizionare il Giro d'Italia. Dopo un'interlocuzione con i rappresentanti dei corridori, la Direzione ha deciso di spostare la partenza del Giro d'Italia in territorio svizzero, bypassando il Gran San Bernardo - già ridotto nei giorni scorsi, a causa del rischio slavine, al tratto precedente la galleria - e partendo dal territorio svizzero, dove le condizioni meteo dovrebbero essere migliori.
Confermati, dunque, gli ultimi 75 km di tappa, con la durissima ascesa alla Croix de Coeur in apertura e l'arrivo a Crans Montana. I corridori sfileranno a Borgofranco d'Ivrea, per poi salire sui pullman e raggiungere Le Châble, dove l'organizzazione sta predisponendo il necessario per permettere ai corridori di riscaldarsi adeguatamente, prima del brutale inizio con l'ascesa alla Croix de Coeur. Favorevoli alla decisione di accorciare la tappa 19 squadre su 22.
La richiesta avanzata inizialmente dai corridori era quella di tagliare l'inedita salita in territorio svizzero, non il Gran San Bernardo. Dopo una lunga e ruvida interlocuzione, l'accordo con la direzione di corsa: niente GSB e partenza a 75 km dall'arrivo, alle 14:30, con il percorso del finale di corsa conservato. «I corridori ci hanno chiesto l’applicazione del protocollo per le condizioni meteo estreme», ha spiegato Mauro Vegni, ai microfoni di RaiSport. «Non è stato facile trovare un’intesa, ma alla fine ci siamo riusciti. Le condizioni meteo in Svizzera sono migliori di quelle in Italia, non credo ci saranno problemi».
Le reazioni dei corridori
«Viste le condizioni meteo avverse, la Commissione ha deciso di accettare la richiesta dei corridori di applicare il protocollo per le condizioni meteo avverse», ha spiegato l'Organizzazione, nel comunicato che annunciava la decisione. I corridori hanno iniziato a manifestare le proprie perplessità già ieri sera alla CPA, il sindacato dei pro'. «Penso sia una decisione corretta, sarà comunque una tappa molto molto dura», ha dichiarato la maglia rosa Geraint Thomas. «Abbiamo già visto tanti ragazzi andare a casa ammalati: è un buon compromesso e una decisione necessaria, se non vogliamo arrivare a Roma con una cinquantina di corridori».
Non tutti, però sono d'accordo. Jack Haig, per esempio: «Una delle ragioni per le quali avevamo chiesto di escludere la Croix de Coeur dal percorso era rappresentata dall'impossibilità di vestirci durante la salita, visto che sarà affrontata a tutta velocità. Discesa che, tra l'altro, potrebbe presentare tratti particolarmente scivolosi. In tutta sincerità, è un compromesso che non riesco a capire». Ancora più netto Gianni Moscon: «È stata una situazione confusa gi' da ieri sera. Agli organizzatori va dato atto di essersi mossi a nostro vantaggio, mi dispiace per loro che avevano previsto una bella tappa. Si poteva anche lasciare la tappa com'era: chi voleva continuava, gli altri potevano ritirarsi. I nostro sport è fatto così, non ce lo ordina mica il medico di correre!»