
Nazionale, si cambia ancora? Villa potrebbe prendere il posto di Bennati
Due CT per la pista: Salvoldi e Bragato
La separazione tra Daniele Bennati e la Federciclismo è cosa pressoché fatta: il riconfermato presidente Cordiano Dagnoni sostituirà nei prossimi giorni l'ormai ex commissario tecnico della Nazionale maschile su strada, il cui contratto è scaduto il 31 dicembre 2024.
Bennati lascia il posto a Marco Villa?
Un'indiscrezione dopo l'altra, dunque, scorrono i titoli di coda sull'esperienza (poco esaltante, a dire il vero) del 44enne toscano con la selezione azzurra. Subentrato a Davide Cassani nel 2022, Bennati ha raccolto ben poco nei grandi appuntamenti internazionali, a cui si è quasi sempre presentato con squadre più di lotta che di governo. Sarebbe ingeneroso, però, addossare tutte le colpe a un tecnico che - a nostro parere - avrebbe meritato almeno un'altra chance prima di essere sostituito.
Una decisione del genere - benché ampiamente annunciata - è ingenerosa anzitutto per lo spessore umano del professionista, come se il declino del nostro ciclismo fosse imputabile esclusivamente alle scelte di Bennati. E se le responsabilità fossero invece di un intero movimento, che non ha avuto e non ha la capacità di riformarsi e di rinnovarsi dopo aver dominato per decenni e decenni la scena? Per carità: le medaglie e i successi sono importanti, se non altro perché possono entusiasmare i più giovani e - in taluni casi - persino ispirarli. I veri problemi, però, si presentano quando l'euforia svanisce. E non sarà certo un nuovo commissario tecnico, per quanto preparato, a invertire una tendenza così critica. In termini più semplici: fare e disfare di continuo la tela appena intessuta non è mai la soluzione più efficace.
E così, ci sarà un dopo-Bennati. A chi toccherà il delicatissimo compito di rilanciare una Nazionale piuttosto avara di talento? In un primo momento, Dagnoni aveva pensato a Elia Viviani, il cui futuro è ancora incerto dopo l'addio alla INEOS Grenadiers e le blande trattative con la Q36.5. Nelle ultime ore, però, sta prendendo quota la candidatura dell'attuale CT della pista, Marco Villa. Un nome di peso, non c'è dubbio: il curriculum del 56enne milanese è uno dei più solidi e specchiati in circolazione. D'altra parte, però, non sfuggirà che la strada è tutt'altra cosa rispetto alla pista. Anche se i tuoi uomini di punta (Simone Consonni, Filippo Ganna, Jonathan Milan, lo stesso Viviani) hanno dimostrato di poter correre e vincere su entrambi i fronti. Tradotto: Villa non può risolvere da solo una situazione di perdurante crisi, compensata solo in parte dagli ottimi risultati dei nostri cronomen. E il rischio più grande è che, di fronte a una nuova débâcle, le colpe ricadano tutte sulla direzione sportiva.

Le possibili novità nelle altre Nazionali
Se Villa dovesse accettare l'offerta di Dagnoni, che gli affiderebbe anche la responsabilità di coordinare il settore delle cronometro, cambierebbero tutti i quadri tecnici della Nazionale italiana: il corregionale Marco Velo - che si occupa al momento delle prove contro il tempo - prenderebbe il posto di Paolo Sangalli al timone della Nazionale femminile. La direzione della pista sarebbe invece divisa a metà: l'ex CT delle stradiste azzurre Dino Salvoldi - impegnato in questi giorni al commento degli Europei su Eurosport - si occuperebbe dei pistard, mentre le donne farebbero riferimento all'attuale coordinatore dei preparatori atletici dell'Italciclo, il trevigiano Diego Bragato.