Ecco a Voi il Maschio Alaph
Fa lo strappo sul Poggio e domina in volata su Naesen e Kwiatkowski: Julian Alaphilippe alla sua prima monumento da Primus Inter Pares
Dopo questa Sanremo si vive quella sensazione, spesso capitata per altri grandi corridori, di imbattibilità e di apogeo della propria carriera per Julian Alaphilippe, un po’ come fu per il suo attuale gregario Philippe Gilbert più o meno alla stessa età quando vinse due volte il Lombardia e poi tutto (tranne la Sanremo!) nella primavera successiva facendo il Triplete sulle Ardenne. Una situazione che, nonostante la grande qualità dei corridori da classiche in circolazione confermata dalla corsa odierna dove i velocisti sono stati messi in secondo piano, potrebbe andare avanti a lungo, considerando che il nuovo campione francese, vincitore della Milano-Sanremo a ben 24 anni di distanza da Laurent Jalabert, si trova nella migliore squadra al mondo per le classiche, che oggi ha cucito la solita gara perfetta, scartando l’ipotesi-Viviani non appena si è capito che la gamba del veronese non fosse la migliore, e rendendo il Poggio abbastanza duro per promuovere la fase offensiva mettendo anche Julian nelle condizioni di non dover forzare anche in discesa per spingere ulteriormente l’azione decisiva.
Un Alaphilippe talmente in grande condizione che, come alla Tirreno-Adriatico, vince addirittura in volata arrivando a sprigionare quasi 1000 watt negli ultimi 20”; una vittoria un po’ meno clamorosa di quella di Jesi, considerando che le ruote più veloci (Sagan, Valverde, Trentin), per un motivo o per l’altro, hanno fatto cilecca, ma che rende l’idea della grande condizione quando siamo solo all’inizio di una stagione che si preannuncia fruttifera (già 7 vittorie) e che ha il mondiale come obiettivo finale.
”Attacco di Squadra” del Team Novo Nordisk
La primavera bacia gli atleti da Milano sino a Sanremo per tutta la giornata: per questa 110esima edizione condizioni ideali per stare all’aperto. Ciò favorisce un Sanremo molto canonica e tradizionale nel suo svolgimento iniziale, con la classica fuga da 10 corridori che si forma nei primissimi chilometri: al km 20 già 10’10” di vantaggio per questi avventurieri. La particolarità è che vediamo ben 4 atleti del Team Novo Nordisk, praticamente più di mezza squadra, a comporre l’azione: Andrea Peron, Umberto Poli, Joonas Hettala e Charles Planet.
Dopotutto, la presenza del team che ormai da diversi anni viene invitato alla Classicissima è puramente promozionale, quale miglior promozione del farsi vedere? Compongono l’azione anche altri italiani, con 2 elementi per parte della Neri Sottoli (Luca Raggio e Sebastian Schönberger) e della Bardiani (Mirco Maestri e Alessandro Tonelli), più Fausto Masnada (Androni Giocattoli-Sidermec) e l’israeliano Guy Sagiv (Israel Cycling Academy).
Tutto sotto controllo fino alla Cipressa
Malgrado la numerosità, questi 10 non spaventano le squadre dei velocisti. Bora-Hansgrohe e UAE controllano il distacco nella prima parte di gara, mentre in discesa sulla riviera ligure è la Lotto Soudal di Caleb Ewan 2° classificato l’anno scorso, che ha in Adam Hansen il suo principale “breakaway killer”.
Gli effetti sulla situazione della fuga si fanno sentire ai primi capi, con l’equilibrio che si sfalda completamente sul Capo Berta e Fausto Masnada, da fiero cagnaccio qual è, che prova ad andare via del suo passo, mentre dietro restano a inseguire Maestri, Raggio, Sagiv, Planet e Schönberger. Le energie però finiscono per tutti tra Imperia e la Cipressa, con gli inseguitori che non arrivano neanche ai piedi, ed il bergamasco che viene ripreso nei primi chilometri di salita da un gruppo sempre più veloce.
Bonifazio fa ciclismo champagne in discesa
La Cipressa di per sé non ci dice mai chi vince la Sanremo, ma ci dice chi non la può vincere: tra questi Dylan Groenewegen (Jumbo-Visma), arrivato invero a basso profilo, il quale si conferma passista veloce solo per muri e strappetti, e Nacer Bouhanni (Cofidis). L’Astana, capitano Magnus Cort Nielsen, tiene un buon ritmo col belga Laurens De Vreese, seguita dalla Education First con Craddock controllato a ruota da un Valverde più esposto del dovuto, lasciato solo da un Roelandts non in giornata.
A vitalizzare questa fase di attesa di gara ci pensa l’enfant du pays Niccolò Bonifazio: mentre il suo fans club incendia (letteralmente) Capo Berta, lui infiamma la discesa della Cipressa con due staccate a tomba aperta nei primi tornanti, che lo portano ad allungare su tutto il gruppo. Tentativo velleitario, non vi è dubbio, ma da lustrarsi gli occhi: evidentemente l’ex-promessa ligure è conscia che un po’ di spettacolo ed un KOM in discesa su Strava riempie la giornata più di uno stentato piazzamento. Inoltre, la sua azione spezza un po’ il gruppo in discesa, rovinando le gambe di diversi favoriti e venendo incontro ai suoi più combattivi compagni della Direct Énergie (Terpstra e Calmejane) che verrebbero favoriti dalla corsa dura.
Forcing della Deceuninck sul Poggio, molla Viviani
L’azione di Bonifazio si esaurisce ad 11 km dal termine, sotto il ritmo degli uomini di Van Avermaet (poi più visto). Non appena inizia la salita finale, in testa al gruppo si portano le maglie della Deceuninck-Quick Step, con Zdenek Stybar e Philippe Gilbert a comandare con un ritmo indemoniato e Alaphilippe giusto a ruota. Davanti non c’è Elia Viviani, finito nelle retrovie, il veronese non è ancora pronto per vincere la Sanremo. A rompere il ghiaccio ci pensa Alberto Bettiol: il senese, in lustro alla Tirreno-Adriatico, piazza un bell’attacco a meno 7 dall’arrivo, con Anthony Turgis (Direct Énergie) che regge per un po’ alla sua ruota.
Un attacco che, come quello di Neilands l’anno scorso per Nibali, fa da punto di appoggio per Julian Alaphilippe, il quale lo salta a maggiore velocità e scatena la reazione di tutti i big a ruota: Michal Kwiatkowski (Sky) e poi Peter Sagan (Bora-Hansgrohe) vanno a ricucire verso lo scollinamento, con Matteo Trentin (Mitchelton-Scott), Alejandro Valverde (Movistar), Oliver Naesen (AG2R La Mondiale) e Wout Van Aert (Jumbo-Visma) tutti a ruota. 7 magnifici elementi, che producono una notevole spaccatura: qualcun altro rienterà, ma per i velocisti la corsa è finita.
Rientrano Nibali e Dumoulin, l’attacco di Trentin
Stranamente, Alaphilippe non detta il tempo nel suo terreno prediletto, la discesa, ma lo lascia fare a Sagan e Trentin. Può permetterselo perché dietro non c’è un gruppo compatto all’inseguimento: il primo che si vede è Tom Dumoulin (Sunweb), che riesce a rientrare nel corso della discesa.
Nel fondo, arriva un ulteriore gruppetto: c’è il vincitore 2018 Vincenzo Nibali e il suo veloce compagno di squadra Matej Mohoric (Bahrain-Merida, mentre si rivela desaparecido oggi Sonny Colbrelli), Simon Clarke (EF Education First), Daniel Oss (Bora-Hansgrohe) ed il pericolosissimo Michael Matthews (Sunweb). Ma questi 5 non fanno in tempo a rientrare che una frustata di Matteo Trentin, ai -2, scompiglia ancora le carte, impedendo ad Oss e Matthews di rientrare definitivamente; sul veneto va a chiudere un come al solito generoso Wout Van Aert.
La volata: Sagan sbaglia posizione, Alaphiippe portentoso
Stallo dall’ultimo km fino ai 300 metri, con Matej Mohoric in posizione avanzata. È proprio lo sloveno ad anticipare la volata, con Alaphilippe e Naesen che lesti vanno alla sua ruota; Sagan non ci crede e si lascia chiudere, condannandosi all’insuccesso, mentre Valverde sembra proprio non ne abbia. Alaphilippe si prodiga in una volata lunghissima senza scampo, e vince la sua prima Monumento; secondo il belga Oliver Naesen, anch’egli non esattamente un velocista, al primo podio invece in una grande classica. Non è il primo podio alla Sanremo invece per Michal Kwiatkowski, al quale Alaphilippe succede per terzo nell’ordine come vincitore della Strade Bianche e della Sanremo nello stesso anno (ancor prima, Cancellara), mentre Sagan si accontenta del quarto e Mohoric del quinto posto.
Van Aert conclude la sua prima Sanremo al sesto posto, precedendo Alejandro Valverde e Nibali; Simon Clarke e Matteo Trentin concludono la top ten, con Dumoulin che arriva 11esimo a 3”, Matthews 12esimo ad 8” e Oss tredicesimo a 24”. È Alexander Kristoff a vincere la volata di un lontanissimo gruppo a 27”, precedendo Magnus Cort Nielsen e Gaviria.