Jasper Philipsen vince a Pau davanti a Wout van Aert © Tour de France
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UAE-Visma, battaglia aperta anche nei trasferimenti. Alla fine vince Philipsen

Tour de France, Adam Yates entra in una fuga di superlusso, gli uomini di Vingegaard si scatenano all'inseguimento. Brutta caduta prima della volata di Jasper, Van Aert secondo. La corsa perde Roglic e Ayuso, domani Pirenei

12.07.2024 17:35

Una pazza giornata di Tour de France, tra fughe di travolgente qualità, battaglia di ventagli, ritiri eccellenti, contropiede in serie, cadute immancabili, volate adrenaliniche. Jasper Philipsen ottiene la seconda vittoria in questo Tour (ottava in totale) e rilancia la sfida a Bini Girmay per la maglia verde (anche se l'eritreo ha tanto vantaggio: 346 punti a 271 per lui), batte Wout van Aert, secondo ieri e secondo oggi ma che almeno può guardare il bicchiere mezzo pieno di una ritrovata capacità di giocarsi le corse.

Philipsen, da tempo considerato il velocista numero uno al mondo, in questo Tour ha piuttosto patito la concorrenza di Girmay, che oltre a distanziarlo nella classifica a punti si è pure preso la palma di plurivincitore di tappa (tre per l'africano); ma quando la corsa assume i contorni di una sfida più a 360° rispetto alla classica frazione da sprint, possiamo star certi che il 26enne di Ham non si farà trovare impreparato: oggi l'ennesima conferma.

Così come oggi abbiamo avuto l'ennesima conferma del fatto che non c'è un singolo giorno che possa essere preso sottogamba al Tour de France, perché le condizioni di giornata potrebbero ispirare qualunque cosa in chiunque. E in questo momento storico abbiamo dei contendenti che non amano tirare indietro la gamba, se appena la possono allungare.

Oggi è stata la UAE Emirates a inventarsi il modo di regalarci un ennesimo pomeriggio di thrilling. Semplicemente, la squadra della maglia gialla Tadej Pogacar ha mandato in fuga Adam Yates, terzo l'anno scorso, ben piazzato in classifica (ottavo alla partenza a 6'59" dalla testa) e quindi utile a movimentare le cose venendo utilizzato come specchietto per le allodole.

Una testimonianza con cui la formazione emiratina ha voluto forse anche dimostrare di non temere il confronto con la Visma-Lease a Bike, pur nel giorno in cui perde un uomo importante come Juan Ayuso, ritirato con una certa debilitazione da (pare) covid. E allora Yates, infilandosi in una nutrita fuga ad altissima qualità, che quindi andava avanti praticamente da sé e senza che Adam dovesse spingere più di tanto, ha obbligato la squadra di Jonas Vingegaard a lavorare di brutto in gruppo per chiudere quella pericolosa faglia.

Giacché c'era, la Visma non si è naturalmente tenuta e ha spinto in maniera furente, suggerendo più di una volta dei ventagli, e provocandone almeno uno da brividi, composto da dieci uomini di cui cinque Vingo e compagni, e poi tra gli altri Tadej (con Almeida) e Remco. Niente male per una tappa interlocutoria. Alla resa dei conti, i Visma hanno spinto a fondo un po' tutti; gli UAE si sono per metà risparmiati (Sivakov, Soler, Politt e Wellens se ne sono potuti stare in disparte). Quindi oggi possiamo dare il punto al team guidato da Mauro Gianetti, che ha potuto risparmiare energie preziosissime in vista dei Pirenei.

Già, i Pirenei: domani e domenica ci aspettano due tappe infernali in cui la sfida tornerà ad accendersi e che ci proietteranno al secondo riposo con una situazione di classifica che - c'è da scommetterci - sarà molto diversa da quella che abbiamo al momento: non nel senso di ribaltoni in testa (possibili ma non certi), ma in un senso generale. Quello di cui possiamo essere sicuri è che la lotta al vertice non cesserà di animarsi nemmeno per un istante. Uscito di scena Roglic, tale lotta è ridotta a tre nomi: Tadej, Jonas, Remco. Ma se primi due hanno le credenziali per scornarsi a viso aperto in salita, il terzo dovrà inventarsi qualcosa per sorprenderli, dato che è inferiore a loro quando la strada sale. Oppure fare di necessità virtù e portare a Nizza un podio comunque importante.

Tour de France 2024, la cronaca della tredicesima tappa

La Agen-Pau, tredicesima tappa del Tour de France 2024 lunga 165.3 km, doveva essere una semplice frazione di trasferimento all'immediata vigilia dei Pirenei. Così non è propriamente stato… Per cominciare, si è partiti senza Primoz Roglic (Red Bull-Bora-Hansgrohe), fiaccato dalle botte prese nella caduta di ieri, anche nell'anima si direbbe: il tempo perso in classifica e la consapevolezza di non avere grandi chance di rimontare il podio deve aver contribuito nella scelta di rinviare ogni ambizione al futuro. Come Roglic, non ha preso il via Jesús Herrada, ammalato (una Cofidis decimata in questi ultimi giorni).

Dopodiché, a tappa in corso, un altro protagonista della top ten ma anche della lotta tra i pretendenti (in quanto supporto importante di Tadej Pogacar) ha preso la via di casa a causa di un vociferato covid; in ogni caso un malessere fisico, ed è andata a finire che Juan Ayuso (UAE Emirates) è stato respinto dal suo primo Tour de France.

A parte i ritiri, poi la corsa: subito battaglia per la fuga del giorno animata dalla Alpecin-Deceuninck in particolare (visto particolarmente attivo Mathieu van der Poel), senonché il vento ci ha messo del suo e son partiti anche un po' di ventagli, ma subito, dopo dieci minuti di tappa.

In una situazione totalmente in divenire la fuga si è formata dopo neanche 10 km con 22 componenti che a questo punto non possiamo fare a meno di citare tutti: Jan Tratnik (Visma-Lease a Bike), Adam Yates (UAE Emirates), Michal Kwiatkowski (INEOS Grenadiers), Julien Bernard e Toms Skujins (Lidl-Trek), Matej Mohoric (Bahrain-Victorious), Kevin Geniets e Romain Grégoire (Groupama-FDJ), Mathieu van der Poel e Axel Laurance (Alpecin), Rui Costa, Neilson Powless e Marijn van den Berg (EF Education-EasyPost), Arnaud De Lie e Brent van Moer (Lotto Dstny), Jakob Fuglsang e Hugo Houle (Free Palestine), Oier Lazkano (Movistar), Frank van den Broek (DSM-Firmenich PostNL), Davide Ballerini (Astana Qazaqstan), Magnus Cort e Jonas Abrahamsen (Uno-X Mobility). Trovate in tutta la stagione una fuga di maggior qualità di questa qui.

Una grande battaglia per annullare la fuga di Yates

La superfuga che ha animato la prima metà della tappa © Tour de France
La superfuga che ha animato la prima metà della tappa © Tour de France

E infatti non poteva andare lontano, tale attacco, data la presenza tra gli altri dell'ottavo della generale (Yates, in realtà già settimo dopo il ritiro di Roglic); e infatti Visma (per motivi strategici) e Jayco-AlUla (in quanto clamorosamente assente dalla fuga) si son messe a inseguire, e poi ci si son messe pure INEOS e Soudal Quick-Step a dare una mano.

Tanta la veemenza dei Visma che il trenino del team, in un tratto di vento laterale, a più di 130 km dalla fine, ha portato via se stesso (con Jonas Vingegaard scortato da Tiesj Benoot, Matteo Jorgenson, Christophe Laporte e Wout van Aert) e altri cinque, ovvero Tadej Pogacar e João Almeida (UAE), Remco Evenepoel (Soudal), Victor Campenaerts (Lotto) e Pascal Ackermann (Free Palestine). Durata poco ma adrenalinica azione. Quindi il citato ritiro di Juan Ayuso, staccato già nelle prime fasi.

A questo punto Tratnik ha mollato la fuga e ha aspettato i suoi, che erano a 20" dai primi; in gruppo è stata la INEOS a dare tutto nel frangente (anche i capitani) per chiudere rapidamente sul drappello Visma-Tadej-Remco, missione compiuta in breve, e intanto la fuga non mollava di un metro.

Il vantaggio dei 21 al comando ha toccato il minuto ai -120, ma non c'è stato verso di convincere il gruppo a mollare la presa; intanto la media volava sui cinquanta orari (nelle prime due ore!). Dopo un bel po' di situazione tiratissima, Cort ha capito che non era cosa e ai -96 ha portato via un quartetto in contrattacco sui primi, con Bernard, Kwiatkowski e Grégoire.

La fuga nella fuga ha preso presto un buon margine, Grégoire ha vinto lo sprint intermedio di Nogaro ai -77, infine - come era naturale che fosse - il gruppo ha raggiunto i corridori intercalati (e cioè Adam Yates) ai -69. In quel momento il margine dei primi era prossimo al minuto.

Un altro ventaglio e un'altra fuga di una tappa elettrica

Dice: il momento, per il gruppo, di rifiatare? Macché! Ancora vento, ancora Visma, ancora ventagli. A poco più di 60 km dalla fine la squadra di Vingegaard ha dato una nuova frustata che ha portato via una ventina di uomini, poi diventati quaranta, ma che ha un po' colto di sorpresa la UAE, che si è vista Yates (protagonista nel bene e nel male oggi) e Pavel Sivakov staccati. Attardato tra i tanti altri anche Felix Gall (Decathlon AG2R La Mondiale), tredicesimo della generale.

A questo punto, casino per casino, anche Remco ci ha messo un carico a coppe e ha contribuito da par suo ad alimentare l'azione. Anche Pogacar. Inutile dire che la fuga a quattro è stata ripresa ai -50, e stavolta sì che il ritmo è forse un po' calato, sicché il gruppo Yates-Gall ha potuto chiudere sul drappellone principale ai -40. Molti corridori, tra cui svariati velocisti, erano invece molto attardati e non sarebbero più rientrati.

Eravamo giunti sulla Côte de Blachon, e allora si sono mossi Richard Carapaz (EF) e Tobias Johannessen (Uno-X), con quest'ultimo che ha vinto il Gpm (quarta categoria) ai -38. Sulle salitelle il gruppo perdeva altri pezzi, qui fuori Dylan Groenewegen (Jayco). Johannessen ha preso anche il punticino in cima alla Côte de Simacourbe (altra quarta categoria ai -29), col gruppo transitato a mezzo minuto scarso.

Il vantaggio della coppia è lievitato fino a 35" (ai -24), dopodiché su una salitella la Lotto Dstny ha preso in mano la situazione rinforzando il ritmo, con l'idea di mettere ulteriore acido lattico nelle gambe degli uomini più veloci rimasti in zona, il tutto a beneficio di Arnaud De Lie, che pure lui è veloce ma è anche più resistente di tanti sprinter o similia. Il primo esito di tale attivismo è stato che Carapaz e Johannessen sono stati ripresi nel giro di un paio di chilometri dal gruppo formato da un centinaio di corridori.

Van Gils-Capiot manovra disastrosa, a Philipsen quel che resta della volata

Ai -20 la Visma ha ripreso le posizioni di testa e un attimo dopo avevamo un nuovo attacco: l'ha innescato su uno strappettino ai -19 Fabien Grellier (TotalEnergies), l'ha preso sul serissimo Jasper Stuyven (Lidl) che ha subito rilanciato, ed è riuscito ad agganciarvisi anche Van Moer, già nella fuga del giorno.

Le trenate del vincitore della Sanremo 2021 hanno fatto la differenza, hanno fatto staccare Grellier ai -15 e hanno conquistato alla coppia belga un margine di 15", andato però a sfumare quando ai -12, sull'ennesima rampetta di giornata, Mathieu Burgadeau (TotalEnergies) è partito in contropiede con Christophe Laporte a ruota.

Stuyven e Van Moer sono stati ripresi, Burgadeau ha provato a rilanciare ma il resto del gruppo era ormai lì e ha chiuso tutto ai -10. L'ultimo tentativo di giornata l'ha piazzato tra i -3 e i -2.5 il solito tarantolato Jonas Abrahamsen, ma ormai nessuno avrebbe più anticipato il volatone. Anzi, purtroppo qualcosa sì, l'avrebbe anticipato: una brutta caduta ai 750 metri, innescata da una spallata di Maxim van Gils (Lotto) ad Amaury Capiot (Arkéa-B&B Hotels), subito finito a terra sul lato sinistro della strada, all'altezza della decima posizione. Capiot si stava spostando alle transenne (anziché lasciarsi sfilare senza cambi di traiettoria), Van Gils arrivava da dietro a velocità doppia, crash.

Coinvolti quelli che erano subito dietro, ovvero Cees Bol (Astana), Axel Zingle (Cofidis), e Mattèo Vercher (TotalEnergies), mentre Ryan Gibbons (Lidl) ha evitato il capitombolo con un miracoloso scarto, e De Lie è riuscito a frenare un millesimo di secondo prima di andar giù pure lui. L'incidente ha lasciato davanti appena una quindicina di corridori e ai 300 metri di fatto eravamo già al testa a testa, lanciato da Wout van Aert ma che ha trovato la pronta risposta di Jasper Philipsen (Alpecin), il quale ha avuto la maggior resistenza alla velocità e ha così portato a casa la seconda vittoria al Tour 2024.

Van Aert aggiunge un secondo posto alla sterminata collezione, Ackermann si è preso il terzo posto davanti a Bini Girmay (Intermarché), trovatosi intruppato nel finale nel momento in cui Van Aert e Philipsen si sono lanciati. Sintomatico il nono posto di Tadej Pogacar, bravo a stare davanti anche nel caotico finale. Lo sloveno guida sempre la classifica con 1'06" su Evenepoel, 1'14" su Vingegaard, 4'20" su Almeida e Carlos Rodríguez. Usciti di scena Roglic (era sesto) e Ayuso (era nono), Giulio Ciccone (Lidl) guadagna due posizioni fino all'ottava, a 7'36" dalla maglia gialla.

Domani il Tour de France 2024 piomba sugli attesi Pirenei, con la quattordicesima tappa da Pau a Saint-Lary-Soulan (arrivo in quota a Pla d'Adet). 151.9 km dei quali 70 sostanzialmente piatti e gli altri su e giù per Tourmalet, Hourquette d'Ancizan e salita d'arrivo, la quale misura 10.5 km e ha una pendenza media dell'8%, durissima nella prima parte, tosta al centro e spianata nel finale. Botte da orbi sono pronte a volare sotto il cielo degli Hautes-Pyrénées.

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