Lucca, il finisseur è solo all'inizio
Vittoria solitaria per Riccardo nella quarta tappa dell'Adriatica Ionica Race. Il trentino precede Emil Dima e Riccardo Verza. In classifica continua la lotta a tre fra il leader Filippo Zana, Natnael Tesfatsion e Vadim Pronskiy
Riccardo Lucca non è un corridore che vince troppo spesso. A 25 anni può fregiarsi del Trofeo Alcide Degasperi, conquistato l'anno scorso, e di una tappa all'Adriatica Ionica Race, vinta quest'anno, anzi proprio oggi, in quel della Riviera del Conero, scenario del penultimo atto della corsa organizzata da Moreno Argentin. Con la possibilità di correre non così tanto, non così spesso (questa è la realtà per il pianeta Continental), è una nota di merito per il trentino della Work Service l'essersi fatto trovare pronto per quest'appuntamento centrale della sua stagione. Aveva lanciato un primo segnale ancora al Degasperi (chiuso giovedì scorso al settimo posto), poi alla AIR si è subito messo in evidenza col quarto posto nella tappa d'apertura (figlio di una grande tenacia e combattività), e oggi questo successo, alquanto insperato per quanto inseguito con determinazione.
Entrato in una fuga a lunga gittata, Lucca è sempre stato coi migliori fino al momendo di colpire, dalla corta-media distanza, in pratica un colpo da finisseur da classiche. Questo ci porta alla domanda successiva: un corridore bravo come il Riccardo ammirato in questi giorni se lo merita un contratto da professionista? La risposta: sicuramente. Mentre Lucca si gode la vittoria di giornata e magari spera che da qui parta per lui una nuova carriera, ai quartieri alti della classifica la lotta è ancora aperta, anche se la sommaria facilità della tappa di domani (l'ultima) potrebbe far pensare il contrario. Tra Filippo Zana, Natnael Tesfatsion e Vadim Pronskiy abbiamo assistito in questi giorni a un gradevole confronto, anche con venature promettenti (in chiave corse maggiori, in futuro) per cui bene così e passiamo alla cronaca di giornata.
La quarta tappa dell'Adriatica Ionica Race 2022, la Fano-Sirolo di 164.5 km, è partita come le precedenti a ritmo sostenuto e con una fuga che ha preso forma nei primissimi chilometri con 7 uomini, ovvero Simone Bevilacqua (Eolo-Kometa), Giulio Masotto e Stefano Gandin (Corratec), Raul García Pierna (Kern Pharma), Emil Dima (Giotti Victoria-Savini Due), Alessandro Iacchi (Qhubeka) e Filippo Ridolfo (Novo Nordisk). Nei chilometri successivi le grandi manovre non si sono però interrotte, e intorno al 30 sono rientrati sui primi altri 15 uomini: Diego Pablo Sevilla (Eolo), Manuele Boaro e Antonio Nibali (Astana Qazaqstan), Enrico Battaglin (Bardiani-CSF), Marco Murgano (Corratec), Luca Chirico e Alessandro Bisolti (Drone Hopper-Androni Giocattoli), Joan Bou e Unai Cuadrado (Euskaltel-Euskadi), Alessandro Monaco (Giotti Victoria), Giovanni Carboni (Nazionale Italiana), Riccardo Lucca (Work Service Vitalcare Vega), Edoardo Faresin, Riccrado Verza e Matteo Zurlo (Zalf Euromobil Fior). Una fuga del genere, così corposa e qualitativamente notevole, non l'avrebbero più ripresa.
Il vantaggio massimo degli attaccanti è stato toccato intorno al km 50 (4'25"), poco dopo Sevilla è scivolato e ha dovuto dire addio alla fuga, nel mentre che il CT Friuli iniziava a spingere con maggior convinzione per riavvicinare i battistrada. Un momento nodale si è avuto sulla salita di Recanati intorno ai -60: il gruppo al comando si è selezionato nettamente, mentre il plotone veleggiava intorno ai 2' di ritardo, fatto sta che in cima erano rimasti davanti in 10 (Nibali, Battaglin, Chirico, Bou, Cuadrado, Dima, Monaco, Carboni, Lucca e Verza), poi in discesa è rientrato pure García e per ulteriori selezioni tutto è stato demandato alla doppia scalata alla salita di Poggio nel finale.
La prima ascesa intorno ai -20 ha visto Cuadrado, Monaco e poi Chirico perdere contatto, mentre il gruppo si avvicinava a un minuto abbondante. Da qui in avanti i battistrada hanno ripreso a guadagnare, e son rimasti senza Carboni, scivolato in discesa ai -18. Nonostante gli sforzi di Eolo e Drone Hopper per ricucire, i superstiti della fuga volavano a giocarsi il successo di tappa. In vista dell'ultima scalata a Poggio, Lucca è partito in forcing su un falsopiano ai -11, e la sua azione è stata immediatamente determinata e determinante: gli ex compagni d'avventura del trentino son finiti uno per cantone, e lui prima della fine della salita (ai -6) ha messo insieme 25" di margine da gestire in discesa e sul piano finale: in pratica, il più era fatto e infatti il 25enne nato a Rovereto è andato a prendersi il primo successo in una corsa professionistica.
Alle sue spalle sono arrivati alla spicciolata Dima a 24", Verza e Battaglin a 28", Bou a 32", Nibali a 34" e García, ultimo dei fuggitivi, a 40"; resta da narrare un pezzo della storia, quello degli uomini di classifica in piena lotta sull'ultimo Poggio. Il primo a muoversi è stato Vadim Pronskiy (Astana), e la sua botta ha sbrindellato anche l'ultima idea di gruppo (ridotta peraltro a quel punto a un paio di quindicine d'uomini). Filippo Zana (Bardiani) e Natnael Tesfatsion (Drone Hopper), i due direttamente coinvolti col kazako nella lotta per la generale, hanno saputo rispondere, ed è stato in particolare l'eritreo a chiudere per primo, partendo a propria volta in contropiede.
Tesfatsion ha forzato fino alla vetta, ma Zana ha avuto il merito di non mollare pur avendo perso qualche metro, e si è quindi riaccodato subito dopo il Gpm; ma la corsa non era ancora finita, infatti i due non hanno trovato un buon accordo per procedere e hanno rallentato, permettendo a Pronsky di rientrare ai -6 e di superarli pure, tentando fino alla fine di racimolare un minimo riavvicinamento alla testa della classifica: il suo tentativo è però fallito a 300 metri dalla fine, quando è stato nuovamente ripreso da Tesfatsion e Zana, che subito dopo sono transitati nell'ordine (con Pronskiy decimo alle loro spalle) a 1'10" dal vincitore. A 1'19" sono arrivati Luca Covili (Bardiani) e Mikel Bizkarra (Euskaltel), più indietro tutti gli altri.
Sicché questa è la nuova classifica, molto simile a quella di ieri: Zana guida con 15" su Tesfatsion, 30" su Pronskiy, 51" su Covili, 1'16" su Jefferson Cepeda (Drone Hopper), 2'04" su Bizkarra, 4'26" su Lorenzo Fortunato (Eolo), 5'08" su Edoardo Sandri (CT Friuli), 5'19" su Paul Double (Mg.K Vis-Color for Peace-VPM) e 6'41" su Oliver Stockwell (CT Friuli). Domani la quinta e ultima tappa si svolgerà tra Castelraimondo e Ascoli Piceno, per altri 152.3 km non esenti da difficoltà, anche se stavolta le salite non sono di eccessiva difficoltà né tantomeno troppo vicine al traguardo, per cui si può pure presagire un arrivo allo sprint (magari senza i velocisti più puri). Le distanze ridotte su Tesfatsion e Pronskiy obbligheranno comunque il leader Zana a tenere gli occhi aperti onde evitare eventuali imboscate.