Professionisti

Italia-Francia, si riaccende la sfida

13.11.2017 17:23

Il talento di Moscon e Alaphilippe infiamma gli animi dei tifosi


A 11.4 km dalla conclusione della prova in linea élite del Campionato del Mondo di Bergen, Julian Alaphilippe, capitano designato della nazionale francese, con un'azione furiosa su Salmon Hill, stacca tutti di ruota. Involarsi in solitaria è l'unico modo che ha per conquistare una vittoria dalle tinte solenni, l'unico jolly possibile per sparigliare il mazzo di carte vincenti in mano a giocatori come Kristoff, Sagan o Matthews.

Dal gruppo in tre provano a resistergli: l'olandese Niki Terpstra, il belga Philippe Gilbert (compagni del venticinquenne in Quick Step Floors) e l'italiano Gianni Moscon. Il noneso raggiunge abbastanza agevolmente il francese subito dopo lo scollinamento, proseguendo nella sua opera di crescita con quella azione un po' caracollante e facilmente riconoscibile. Così potente che sembra portarsi dietro asfalto, fiordi e montagne. Con quel suo modo di pedalare ormai segno tangibile di un talento superiore alla media.

Alaphilippe è un giovane drago che non vuole essere sconfitto. Sputa fuoco con un fisico esile, ma capace di esprimere una potenza con pochi eguali, si getta a capofitto senza paura. Ha fame e talento.

I due virgulti danno il via ad una sfida breve ma intensa, nonché possibile prodromo di un dualismo capace di accendere il ciclismo negli anni a venire. Si involano verso il traguardo, il gruppo è vicino, il finale è talmente nevrotico da sembrare una Milano-Sanremo annaffiata da litri di caffè e percorsa da intense scariche di adrenalina. Le pulsazioni annebbiano la vista agli spettatori e, come se non bastasse, saltano anche le immagini televisive.

Da 4 km a 800 metri dal termine, in un tempo che sembra aver attraversato i secoli e con i due corridori ripresi dal gruppo. L'esito è noto: Sagan conquista la terza maglia iridata consecutiva, Alaphilippe chiude nella top ten, Moscon in coda al gruppo prima di essere squalificato per l'ormai tristemente famoso traino irregolare. La sfida tra i due è solo rimandata.

Percorsi diversi, talento in quantità
Stesso talento, caratteristiche differenti. Al Lombardia, pochi giorni dopo, entrambi agguantano sul podio, e che podio. La loro gara però è messa in sordina dalla prestazione maiuscola del vincitore, Vincenzo Nibali.

Prendendo spunto dalle loro sin qui brevi carriere da professionisti (Alaphilippe è di due anni più esperto di Moscon, così come sono due le stagioni in più tra i professionisti per il primo), è palese come i due abbiano finora attraversato percorsi differenti, incrociando le loro strade in alcuni momenti caldi della stagione appena trascorsa.

Entrambi sono arrivati vicino al sogno di conquistare una classica monumento: Alaphilippe ha già occupato il podio a Sanremo (2017), a Liegi (2016) e al Lombardia (2017), condiviso con il più giovane rivale che dal canto suo, grazie ad una prova caparbia e tutta all'attacco, ha rischiato il colpaccio nella scorsa edizione della Roubaix.

È oltremodo evidente come caratteristiche fisiche e tecniche siano totalmente differenti. La voglia di primeggiare e le stigmate da predestinati li porteranno a scontrarsi più e più volte nel prossimo futuro.

Moscon è un principe impetuoso, è un corridore completo come non se ne vedono molti. Ha le carte in regola per vincere qualsiasi corsa in linea e, verosimilmente, nel prossimo decennio potrà fare classifica in un grande giro. L'azzurro è più adatto alle pietre, dove il galletto non si è mai cimentato fino in fondo. Entrambi però sono stati creati su misura per essere protagonisti.

Alaphilippe, fintantoché rimarrà in una squadra dalla filosofia simile o uguale a quella di Lefévère, non si preparerà mai esclusivamente per la classifica di una corsa di tre settimane, nonostante la fantasia e le capacità in discesa, in salita e a cronometro. A oggi è corridore già capace di ottenere grandi risultati in tre delle cinque monumento, senza dimenticare Amstel, Freccia e le altre semiclassiche del calendario internazionale.

Se nel 2017 appena trascorso i due non sono riusciti a incrociarsi sulle strade delle Ardenne per via dell'infortunio occorso ad Alaphilippe ai Paesi Baschi, tra Mondiale e Lombardia abbiamo avuto un assaggio di quello che sarà.

Entrambi, infine, sono accomunati da un palmarès davvero poco significativo rispetto a quelli che sono i carati che li contraddistinguono: sei vittorie per Alaphilippe (la più prestigiosa una tappa alla Vuelta 2017), tre per Moscon (fra cui il titolo nazionale a cronometro).

Francia contro Italia, il duello si rinnova. E nel 2018...
Moscon è inviso ai francesi, e lui, almeno in un'occasione (vedi il caso Réza), non si è fatto amare. Senza tirare in ballo sciovinismo e quant'altro, è indubbio che alla maggior parte dei cugini d'Oltralpe non vada a genio. Tutto ciò è perfetto per creare una rivalità, manna dal cielo per chi segue il ciclismo. Moscon contro tutti, Moscon contro la FDJ e il ciclismo francese, la FDJ contro Moscon, ma sulla strada ci auguriamo: Moscon contro Alaphilippe, in un duello infinito come i due ussari di Joseph Conrad.

Per la stagione che verrà gli incroci potrebbero essere di nuovo pochi, ma per questo di grande interesse: Sanremo e soprattutto Ardenne i terreni di scontro, con le gare sulle côte grande obiettivo stagionale del francesino, mentre il trentino potrebbe essere più che altro una carta da spendere da lontano a supporto dei vari Kwiatkowski e Poels.

In attesa del finale di stagione, dove tra il durissimo Mondiale tirolese e il nuovo episodio al Lombardia, potranno regalarci una scorpacciata dopo l'assaggio ottenuto a Bergen: Moscon contro Alaphilippe, Italia contro Francia, nel perfetto stile del ciclismo più amato dai tifosi, fatto di potenza, fantasia e gustose polemiche. Un ciclismo tutto votato all'attacco e ispirato al duello. Con due corridori così differenti, ma così simili e vicini a diventare il punto di riferimento per due nazioni divise da sempre da grandissima rivalità. Italia contro Francia, Moscon contro Alaphilippe, duellanti atipici nel ciclismo dei giorni nostri.
Notizia di esempio
Presentata la rosa della Bardiani CSF 2018: 17 gli atleti sotto contratto