Higuita-Carapaz, il ribaltone è servito
La coppia sudamericana manda a monte ogni tattica alla Volta a Catalunya e giunge al traguardo dopo 120 km di fuga. A Richard la tappa, a Sergio la maglia, Groves terzo nella volata dei battuti
Grazie alla nuova generazione che da qualche anno a questa parte si è presa le luci della ribalta, il ciclismo sta vivendo un momento storico, una nuova età dell'oro dopo un decennio quantomeno dimenticabile, almeno dal punto di vista della godibilità dello spettacolo. Le azioni a lunga gittata sono normalità, le pazzie dietro l'angolo, trionfa chi non ha paura di prendere vento in faccia. Eppure, nonostante tutto questo, ciò che hanno combinato oggi sotto una pioggia battente Richard Carapaz e Sergio Higuita ha dell'incredibile: 120 chilometri di scontro frontale con il gruppo, un vantaggio che ha quasi toccato i 4 minuti ed infine è sceso sotto i 50". I due hanno proceduto senza mai desistere, portando infine a termine un'impresa che si candida ad essere ricordata a lungo, sempre che domani...
Sesta tappa della Volta a Catalunya, da Salou a Cambrils. 167.6 km dal profilo severo nella prima metà, per merito di un GPM di prima categoria, il Coll de les Llebres Mussara (10.5 km al 6% medio e punte del 8% nel primo tratto) e del Coll de Capafons (2^ cat., 4.3 km al 5.7%), e semplice nel finale, condito a propria volta da un seconda categoria, il Coll de la Teixeta (2.9 km al 5.3%) a poco più di 25 km dalla fine. La frazione si presentava adatta a colpi di mano e fughe numerose, che favorissero corridori in grado di seminare il gruppo lungo i tornanti del Coll de les Llebres Mussara.
In partenza accade però l'imponderabile: dopo un breve attacco di Rohan Dennis (Jumbo-Visma), Casper Pedersen (Team DSM) e Simone Petilli (Intermarché-Wanty-Gobert), la Ineos-Grenadiers, o quel che ne è rimasto dopo il virus influenzale che ha afflitto Michal Kwiatkowski, Richie Porte e Pavel Sivakov, si piazza in testa al plotone e impone un ritmo elevatissimo; la prima vittima illustre è proprio la maglia bianco-verde di João Almeida, il quale perde contatto da un troncone di 22 atleti ai -134. Quattro chilometri più tardi, però, rimangono davanti solamente in tre: Lucas Plapp, campione australiano e promessa del pedale oceaniano, Richard Carapaz (INEOS Grenadiers) e Sergio Higuita (Bora-Hansgrohe). Ai -119 i due sudamericani rimangono soli e si avviano verso una difficilissima e quasi anacronistica azione di coppia.
Dietro di loro si forma un gruppetto già ridotto ai minimi termini e con poche forze al proprio interno, tanto che i 23 in questione, Carlos Rodríguez e Jonathan Castroviejo (INEOS), Steven Kruijswijk (Jumbo-Visma), João Almeida, Juan Ayuso e Marc Soler (UAE Emirates), Dylan Teuns e Wout Poels (Bahrain-Victorious), Jai Hindley (Bora), Ben O'Connor e Dorian Godon (AG2R Citroën), Michael Storer, Sébastien Reichenbach e Quentin Pacher (Groupama-FDJ), Carlos Verona (Movistar), Mattias Skjelmose Jensen, Amanuel Gebreigzabhier e Giulio Ciccone (Trek-Segafredo), Javier Romo e Sebastián Henao (Astana Qazaqstan), Nairo Quintana (Arkéa Samsic), Tobias Johannessen (Uno-X) e Fernando Barceló (Caja Rural-Seguros RGA), da un minuto di distacco arrivano a cederne fino a 3'30". Col passare dei chilometri rientrano su questi 23 svariati altri colleghi, tra cui Rui Costa (UAE), importantissimo per imbastire un inseguimento organizzato, e alcuni gregari di Uno-X e Bahrain Victorious.
A 47 dal traguardo Soler si pianta a bordo strada, rendendo ancor più complicato il compito della squadra del leader Almeida, alla quale si unisce l'Uno-X per il capitano Johannessen e, a una quarantina di chilometri dall'arrivo di Cambrils, Hermann Pernsteiner (Bahrain). Il gap scende sino a 2' all'imbocco dell'ultima asperità di giornata, dove Ayuso si produce in un forcing per avvicinarsi a Carapaz ed Higuita, riuscendo a rosicchiare parecchi secondi. In discesa poi Juan si lancia a capofitto staccando gli altri membri del gruppo, portandosi a 1'15" dai battistrada. Alle sue spalle Rodriguez, Teuns, Pernsteiner Ciccone e Quintana viaggiano di comune accordo nel duplice tentativo di riprendere gli attaccanti e distanziare Almeida, il quale lungo la discesa bagnata ha perso le ruote dei tre Bahrain ed è rimasto nel G4, insieme alla maggioranza degli inseguitori. Avvisato della situazione, Ayuso decide di attendere i sei contrattaccanti e di rimanere a ruota in attesa del rientro di Almeida. Il ricompattamento avviene all'interno dei tre chilometri, proprio mentre Higuita e Carapaz si preparano allo sprint finale.
Dopo un'impresa durata 135 chilometri i due sudamericani hanno anche le energie per giocarsi il successo parziale in una volata cortissima, lanciata dal colombiano. Il campione di Tokyo la spunta per pochissimo, aggiudicandosi un successo che anche a distanza di anni e in mezzo a titoli di rango superiore come il Giro e l'Olimpiade svetterà nel suo palmares. Terzo a 48" il velocista della BikeExchange-Jayco Kaden Groves, compagine che ha tentato in ogni modo di ricucire sui battistrada. Quarta piazza appannaggio di Simone Velasco (Astana Qazaqstan Team), quinto Pacher, sesto lo specialista della pioggia Jan Bakelants (Intermarché), settimo Barceló, ottavo Dorian Godon (AG2R), nono Jensen e decimo Henri Vandenabeele (DSM). La classifica ne esce logicamente stravolta e anche gli abbuoni colti agli sprint intermedi assumono un ruolo principale; Higuita è la nuova maglia bianco-verde, Carapaz paga 16", Almeida 52", Quintana 53", Ayuso 1'08", Poels e O'Connor 1'10", Johannessen 1'13", Guillame Martin (Cofidis) 1'16" e Torstein Træen 1'27".
Non è però finita qui, anzi; domani con il consueto finale esplosivo della Barcellona - Barcellona (138.6 km) ci sarà una nuova possibilità di ribaltare tutto. Il circuito del Montjuïc occuperà gli ultimi 50 chilometri di corsa e se già nelle edizioni normali questo luogo caro al ciclismo regala spettacolo a piene mani, domani rischierà di far saltare il banco. I due indiziati per un crollo improvviso sono ovviamente i protagonisti odierni, ma tutti gli attori principali hanno speso tantissimo ed una crisi irreversibile è dietro l'angolo per ognuno dei corridori al via.