In bici sull’Acquedotto Carolino © Dafne Impellizzeri
Cicloturismo

Tra ciclismo, cultura ed enogastronomia: la ricetta vincente della Randonnée Reale Borbonica

Si è conclusa la Randonnée reale Borbonica. Tre percorsi tra la Reggia di Caserta, l’oasi WWF di San Silvestro e le tante meraviglie poco conosciute della provincia di Caserta, degustando la tradizione enogastronomica di questo territorio

16.09.2024 20:12

È già passato l’imbrunire di domenica 15 settembre, quando nella piazza centrale del comune di Piana di Monte Verna, gli ultimi partecipanti della Randonnée Reale Borbonica giungono finalmente al termine delle loro fatiche. Giusto il tempo di una breve fila per far timbrare la carta di viaggio, e per loro è giunto il momento di godersi il meritato riposo. Ad attenderli il ricco pasta party organizzato dall’associazione sportiva dilettantistica di promozione sociale Cam.bi.a, in collaborazione con la Pro Loco locale: un banchetto a base di mozzarelle di bufala DOP e delle tante eccellenze enogastronomiche che caratterizzano la tradizione casertana. 

La Randonnée come modello di interazione dolce e intelligente con il territorio circostante

Giunta alla sua settima edizione, la Randonnée Reale Borbonica non è una semplice manifestazione ciclistica, ma un intero weekend di eventi culturali, sportivi ed enogastronomici realizzati in collaborazione con il Comune di Piana di Monte Verna e la Direzione della Reggia di Caserta, con la partecipazione attiva di molte delle Pro Loco dei comuni attraversati dalla manifestazione, con lo scopo di valorizzare la cultura e le eccellenze del territorio. Da questo punto di vista, si tratta di un evento che, a differenza di molte randonnée del panorama italiano, non si caratterizza per la durezza del percorso o per la sua particolare lunghezza, ma per la sua capacità di coinvolgere il partecipante in una vera e propria sagra di paese itinerante, alla scoperta delle bellezze artistiche ed enogastronomiche della provincia di Caserta.

Come ci ha raccontato Giuseppe Gallina, ideatore della manifestazione e responsabile di ARI per il Sud, “la vera sfida è riuscire a incuriosire e far assistere a una randonnée anche a chi non fa parte di questo mondo”. Secondo Gallina, attraverso la realizzazione di eventi collaterali e la costruzione di una partnership territoriale che mette insieme diversi soggetti di promozione, si può raccontare al grande pubblico “il piacere di andare in bicicletta e far vedere un altro modello di ciclismo e di ciclista. Un approccio che fa emergere la randonnée come un modello di interazione dolce e intelligente con il territorio circostante”.

L’obiettivo finale della manifestazione, infatti, non è solo “far pedalare i partecipanti all’interno di luoghi culturali unici, ma anche quello di costruire un dialogo tra le associazioni del territorio e il mondo dei ciclisti, provando a ribaltare quella visione che vede nella bici un pericolo o una minaccia, per far emergere una visione del ciclista come fruitore e conoscitore sostenibile di un territorio e, quindi, come opportunità per la collettività locale”. 

Un percorso alla scoperta dei luoghi della cultura Borbonica 

L’Acquedotto Carolino © Dafne Impellizzeri
L’Acquedotto Carolino © Dafne Impellizzeri

Una piccola performance di musica classica ha dato il benvenuto ai quasi 250 partecipanti che, in questa edizione, hanno potuto scegliere tra tre distinti percorsi, uno da 180 chilometri, uno da 110 e uno 55. Il percorso lungo prevedeva la partenza dalla piazza centrale di Piana di Monte Verna, un passaggio all’interno del Real Sito di Caccia della Fagianeria, per poi transitare all’interno della maestosità del parco Reale della Reggia di Caserta. Il percorso ha, poi, continuato nel Complesso Monumentale del Belvedere di San Leucio, per poi attraversare l’Oasi Wwf di San Silvestro e giungere all’Eremo di San Vitaliano. Uno dei passaggi più spettacolari, tuttavia, è stato quello dell’Acquedotto Carolino, dove i partecipanti hanno potuto pedalare sul ponte dell’acquedotto, godendosi una vista unica. Infine, il percorso è giunto a Piedimonte Matese per poi rientrare verso Piana di Monte Verna. 

Dafne Impellizzeri, una esperta randonneur siciliana, che lo scorso anno è riuscita a percorrere ben 15100 chilometri nelle randonnée valide per il campionato italiano, aggiudicandosi così la maglia di campionessa italiana che ha sfoggiato con orgoglio sul percorso, ci ha raccontato che “è una randonnée stupenda che vale la pena di fare. Grazie a questa randonnée, infatti, c’è l’occasione unica di pedalare in luoghi normalmente non accessibili come la reggia di Caserta o l’Acquedotto Carolino - dove ti sembra di volare sull’acqua in sella alla tua bici alata – e di scoprire paesini e luoghi di un territorio spesso nascosto e poco conosciuto”. Sempre Impellizzeri ha poi sottolineato che “ogni Pro Loco mette a disposizione le prelibatezze del territorio e non si fa altro che mangiare. Si mangiano mozzarelle, melanzane, prosciutti e ogni altra prelibatezza. Onestamente non l’ho vissuta come una randonnée ma un’uscita in biciletta tra amici”. 

Le Pro Loco fanno a gara nel far assaggiare i prodotti locali © Dafne Impellizzeri
Le Pro Loco fanno a gara nel far assaggiare i prodotti locali © Dafne Impellizzeri

Lo stesso Gallina ha sottolineato come la scelta di distribuire ai partecipanti una  carta di viaggio in versione cartacea va proprio nella direzione di permettere a tutti di godersi lentamente il proprio viaggio. Come ci ha detto, infatti, questo significa “obbligare il partecipante a mettere il piede a terra e così costringerlo a fermarsi, alzare la testa per prendere consapevolezza di quello che lo circonda, parlare con gli altri e diventare parte di una collettività”. 

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Umberto Bettarini
Milanese di nascita, calabrese per vocazione. Dopo la sua prima randonnée, ha assaggiato la famosa “pillola rossa” per scoprire quanto è profonda la tana del Bianconiglio. Da allora è intrappolato in una grave forma di dannazione ciclistica