Van der Poel sbaglia tutto, sulla ruota italiana esce un podio lotteria
Vanthourenhout vince la tappa di Coppa del Mondo in Val di Sole battendo le due sorprese Vandeputte e Kuhn. Solo ottavo Mathieu, Iserbyt termina la propria prova portato via in barella
L'obiettivo di portare il ciclocross alle Olimpiadi Invernali di Milano - Cortina 2026 come sport dimostrativo e dal 2030 come vera e propria disciplina a cinque cerchi è il faro che guida l'Unione Ciclistica Internazionale e Flanders Classic, società organizzatrice della CDM, nell'assegnazione di almeno una tappa stagionale ad una località di montagna che possa presentare un tracciato innevato e che convinca dunque il comitato olimpico ad accettare l'entrata del ciclocross nella casa dei Giochi Invernali.
Anche quest'anno è la Val di Sole, più precisamente Vermiglio, nella location dei Laghetti di San Leonardo ad ospitare la tappa nevosa di Coppa del Mondo, frazione numero dieci di una lunghissima challenge che vedrà la propria chiusura solamente il 29 di gennaio in Francia, a Besançon, dopo esser transitata anche per Gavere (26 dicembre, tornerà la sfida tra Van Aert, Van der Poel e Pidcock), Zonhoven (8 gennaio) e Benidorm (22 gennaio, il tracciato è stato presentato pochi giorni fa e presenta diverse insidie tecniche a partire dal fondo con ghiaia e sassi che ricorda più la MTB del cross). L'Italia ritorna quindi protagonista del grande ciclocross mondiale a distanza di un anno dall'ultima occasione e ancora una volta lo fa con un parterre d'eccellenza guidato da quel Mathieu van der Poel che l'anno scorso fu assente e vide dalla Spagna trionfare il rivale di sempre Wout van Aert.
Prima però di passare al vaglio la startlist è bene concentrarsi sul percorso, rinnovato rispetto alla prima edizione. La prima parte è similare al 2021, ma contiene qualche piccola modifica quasi trascurabile; la salita che lo scorso anno rappresentava il clou del tracciato è anche quest'anno al centro delle attenzioni, ma stavolta, una volta arrivati nel punto più alto del circuito i crossisti non troveranno subito discesa e poi pianura, ma di nuovo saliscendi fino alla curva che precede il rettilineo finale. Elemento caratterizzante è ovviamente il fondo ghiacciato e innevato che rende ogni curva pericolosissima (basti osservare quanto successo a Van Empel nella prova femminile). Rispetto al 2021 la neve è meno farinosa e dunque assomiglia alla sabbia in misura minore rispetto a quanto gli stessi atleti si aspettassero (Tom Meeusen, soprannominato Iceman, espertissimo belga che si è ritirato una settimana fa esatta ad Essen, l'aveva descritta molto simile alla sabbia). Primo favorito è come al solito Van der Poel, il quale tuttavia nelle interviste del pre-gara esprime i propri dubbi riguardo al rapporto col tracciato, peggiorato rispetto alla ricognizione di ieri a causa della minor quantità di neve presente, delineando uno scenario in cui una sua vittoria appare poco probabile. A sfidarlo i soliti noti, partendo da quel Michael Vanthourenhout che l'anno passato contese per un buon terzo di gara la vittoria a Van Aert e proseguendo con i duellanti per la generale Eli Iserbyt e il capoclassifica Laurens Sweeck. Da segnalare anche l'esordio stagionale di Gianni Vermeersch, in un contesto però non semplicissimo per mettersi immediatamente alla prova contro colleghi già ben rodati.
Come sempre la partenza migliore è quella dello svizzero Kevin Kuhn, il quale prende il comando dopo trenta secondi di gara e rimane in testa fino al primo passaggio sul traguardo. Alle sue spalle, nonostante qualche sbavatura tecnica dovuta al ghiaccio e alla neve, escono bene dal gruppetto Niels Vandeputte, sublime nella guida della bici soprattutto su circuiti scivolosi, e il campione europeo Michael Vanthourenhout, altro atleta che a livello di tecnica non è inferiore a nessuno. Brillanti in questa prima fase anche Laurens Sweeck, che senza squilli rimane sempre attento in terza/quarta posizione e soprattutto Eli Iserbyt, il quale non ha paura di entrare con cattiveria in curva per guadagnare posizione e di mettere il piede a terra nei tratti in cui è necessario per andare più veloce ed effettuare sorpassi. Ben presto si forma davanti un quintetto composto da Vanthourenhout, Vandeputte, Kuhn, Sweeck e Iserbyt, mentre Van der Poel è distante 16" già dopo una tornata e sembra soffrire pesantemente il fondo di gara.
Tra questi cinque emergono Kuhn, Vandeputte e Vanthourenhout, principalmente per la superiorità tecnica che permette loro di staccare gli imperfetti Iserbyt (fin troppo aggressivo) e Sweeck, in lotta tra loro per la generale. Molto bene in sesta posizione anche Timon Rüegg, mentre Van der Poel continua a perdere terreno e veleggia in settima posizione a 20" dalla testa della corsa. Nel terzo giro la gara si indirizza ulteriormente: il campione d'Europa e Vandeputte dimostrano di aver più gamba degli altri e soprattutto più manico degli altri: la loro conduzione del mezzo è semplicemente perfetta e nei punti in cui gli altri scivolano o rallentano loro invece volano non sentendo nemmeno le difficoltà tecniche. Al termine della terza tornata, dietro la coppia di testa, si ricompatta il quartetto di inseguitori a poco più di 15": saranno Sweeck, Iserbyt e i due svizzeri Kuhn e Rüegg a giocarsi il podio poiché Van der Poel paga oltre 40" dalla testa e appare sempre meno a proprio agio su una superficie inusuale e che ha incontrato pochissime altre volte in carriera.
Nel quarto giro Vanthourenhout mette la sesta marcia e si disfa rapidamente della scomoda presenza di Vandeputte; Niels accusa sia fisicamente che mentalmente il colpo e deve incassare un distacco di circa 10" in una sola tornata, iniziando a guardarsi dal potenziale ritorno del quartetto tirato da uno straordinario Kuhn tampinato da un Iserbyt che fiuta nell'aria la possibilità di riaprire la classifica generale.
Proprio Eli è triste protagonista del quinto giro: nell'uscita curva della discesa più pericolosa del circuito il folletto belga termina a terra e si tocca immediatamente il ginocchio, sedendosi poi per terra ad aspettare i soccorsi che dopo pochi minuti lo portano via in barella. Si chiude per lui un periodo tremendo e sfortunatissimo, ma l'entità dell'infortunio andrà verificata successivamente e non è escluso che la sua stagione possa chiudersi qui. Ogni velleità di successo nella classifica generale va ovviamente abbandonata.
Davanti il suo compagno di squadra continua a stampare in serie tempi spaventosi, assicurandosi il completo dominio sulla corsa anche grazie ad un problema occorso a Vandeputte, costretto a cambiare bici nel corso della quinta tornata e a difendersi dal possibile rientro di Kuhn e Sweeck, galvanizzato dalla possibilità di chiudere qui ogni discorso riguardante la generale di CDM. Negli ultimi tre giri la sfida tra questi tre atleti si prende la scena su tutto il resto, mentre il grande favorito della vigilia Van der Poel tira i remi in barca e viene staccato anche da Vincent Baestaens e messo nel mirino da Pim Ronhaar. Sweeck paga nei confronti dei due rivali in curva e nei segmenti tecnici, però riesce sempre a rifarsi sotto sfruttando la propria potenza nei rettilinei e rimane in gioco per un posto sul podio fino all'ultimo giro. Vandeputte ha un guizzo d'orgoglio e mette in cassaforte la seconda piazza già a metà dell'ottava tornata, mentre Kuhn deve sudarsi il primo podio della carriera in una delle tre challenge principali del calendario fino alla volata con il capoclassifica, che però finisce per pagare le continue difficoltà di impostazione in curva e più in generali tutte le sbavature e le indecisioni figlie del fondo ghiacciato.
Vanthourenhout si prende così la seconda vittoria stagionale in Coppa del Mondo dopo quella di Overijse al termine di una gara dominata in lungo e in largo, tanto che i 39" di vantaggio su Vandeputte all'arrivo non testimoniano sufficientemente quale e quanta sia stata la superiorità del campione d'Europa quest'oggi. Il belga inoltre riapre anche la classifica generale portandosi a quota 265 punti, distante appena 23 lunghezze dai 288 punti del leader Sweeck che però, a questo punto della stagione, pare avere la vittoria in pugno. Dietro al campione svizzero Kuhn, terzo a 42", e a Laurens, quarto a 44", si classifica in quinta piazza a 1'20" l'altro svizzero Timon Rüegg, uno tra i più avvantaggiati dalle insolite condizioni del tracciato odierno. Buon sesto posto a 2'37" per Baestaens, Ronhaar è di nuovo in top ten, stavolta settimo a 2'51". Van der Poel, delusione di giornata, ottavo a ben 3'14", un passivo pesantissimo per un crossista della sua caratura, seppur non il più alto che abbia mai incassato. Il fondo ghiacciato lo ha respinto senza pietà e, come aveva già anticipato nelle interviste pre-gara, Mathieu non è mai riuscito a prenderne le misure, continuando nel corso della prova a perdere decine di secondi dal vincitore. Meritevoli di citazione anche il nono e il decimo, cioè Thijs Aerts (+3'19") e Corné van Kessel (+3'19"), oltre ai due migliori italiani Nicolas Samparisi, quattordicesimo a 3'55", e Filippo Fontana, quindicesimo a 3'59". Il veneto sta attraversando un buon momento di forma e sarebbe interessante vederlo al via delle principali gare belghe nelle prossime due settimane per osservarlo al cospetto dei migliori crossisti al mondo sui più celebri percorsi d'Europa.