Roglic vince ma non arriva il colpo da ko
Vuelta a España, lo sloveno vince la crono per 1" su Barta e diventa leader, ma non fa il vuoto. Ottima prova di Carthy, buon sesto Cattaneo
Dopo il secondo e ultimo giorno di riposo, la Vuelta a España è ripartita con una frazione chiave per l’esito finale: cronometro da Muros a Mirador de Ézaro misura 33.7 km, i primi 31.9 senza alcuna insidia altimetrica. Storia diversa negli ultimi 1800 metri, dove i corridori hanno affrontato una rampa di garage simile a quelle viste a ripetizioni negli anni passati. La pendenza media è del 14.8%, cifra che spaventa tutti quanti.
Cavagna-Steimle, è uno-due della Deceuninck
Il primo dei 151 atleti a muoversi dalla pedana di partenza alle 13.47 è il francese Mickaël Delage (Groupama-FDJ), autore di un dimenticabile 53'11" tanto che nella salita finale è stato ripreso da chi è scattato 4' più tardi, il britannico Harry Tanfield. Nonostante i suoi 80 kg, il passista della AG2R La Mondiale mette in mostra le proprie qualità nella specialità siglando un 48'52" già interessante. Trascorrono una manciata di minuti prima che Alex Edmondson lo superi: l'australiano della Mitchelton-Scott fa meglio del rivale nel tratto di salita e si issa al comando in 48'24".
Sono solo due i corridori che, nella mezzora seguente, riescono a stare sotto la barriera dei 50': si tratta del portoghese Ivo Oliveira (UAE Team Emirates) in 48'53" e del britannico Scott Davies (Bahrain McLaren) in 49'21". A dare una scossa alla graduatoria ci pensa uno dei favoriti della vigilia, ossia il francese Rémi Cavagna: il campione nazionale della Deceuninck-Quick Step inizia la salita con 18" su Edmondson ma è proprio qui che scava il solco, andando al comando in 47'37". La compagine belga fa uno-due con il tedesco Jannik Steimle: corridore completo, il neopro' disputa un esercizio solido in 48'08".
Sütterlin si avvicina, Oliveira va al comando
Chris Froome (Ineos Grenadiers) si prende una giornata tranquilla, come testimoniata il 52'27" con tanto di mancato cambio di bici a inizio salita - uno dei pochi a non sfruttare tale possibilità. Un concreto pericolo alla leadership di Cavagna arriva da Jasha Sütterlin: il tedesco del Team Sunweb è dietro al francese di 16" al primo intermedio, ricuce sino a 4" al secondo per poi cedere qualcosa in salita, fino al 47'46" finale che lo posiziona al secondo posto. Non si risparmia Tim Wellens, ma il belga della Lotto Soudal in 49'15" è comunque lontano dalla vetta.
Una delle rivelazioni della Vuelta continua a brillare anche a cronometro: il talentissimo neerlandese Thymen Arensman (Team Sunweb) va bene soprattutto negli ultimi 1800 metri e il suo 48'09" dimostra come sappia il fatto proprio anche nella specialità. Chi del tic tac è uno dei migliori dieci-quindici al mondo è Nelson Oliveira: il navigato portoghese del Movistar Team fa registrare i migliori parziali in pianura e ci dà dentro anche in salita, balzando in vetta con un 46'49" che lo pone in lizza per un posto al sole.
Barta sorprende e va in testa, gran prova di Cattaneo
È più uno scalatore, ma il francese Clément Champoussin (AG2R La Mondiale) piace anche oggi in 48'23"; medesimo discorso per Andrea Bagioli (Deceuninck-Quick Step), che con 49'12" inizia al meglio l'ultimo terzo del suo primo grande giro. Più esperto e cronoman dei due, Bruno Armirail continua nella sua Vuelta di livello: il francese della Groupama-FDJ con 47'20" diventa secondo, facendo meglio del più celebrato connazionale Cavagna.
La grande sorpresa di giornata risponde al nome di William Barta: lo statunitense del CCC Team, valido a crono, eguaglia al centesimo il tempo di Oliveira sia al primo che al secondo intermedio. In salita il nordamericano riesce persino a fare la differenza sul lusitano e in 46'40" va addirittura in testa. Per uno come lui, senza contratto per il 2021, una splendida notizia. Ormai fuori di classifica, Marc Soler (Movistar Team) comunque non si risparmia in 47'51". Chi disputa una crono stupenda è Mattia Cattaneo: il lombardo della Deceuninck-Quick Step è regolare dall'inizio alla fine, con una nota di merito relativa alla salita, tanto che si piazza quarto con 47'25", migliore dello squadrone belga.
Mas sotto la sufficienza, Martin va meglio di lui
Paradossalmente, David De la Cruz piace di più in pianura che in salita: comunque l'esercizio dello spagnolo della UAE Team Emirates in 47'38" è assai interessante. La top ten della generale si apre, dal basso verso l'alto, con Mikel Nieve: mostrando le ataviche difficoltà, lo spagnolo della Mitchelton-Scott sprofonda in 51'26". Non va malaccio il russo Aleksandr Vlasov (Astana Pro Team) in 48'56", tempo migliore dello spagnolo Alejandro Valverde (Movistar Team), il cui 49'06" è inficiato da qualche secondo perso nel cambio bici.
L'austriaco Felix Grossschartner (Bora Hansgrohe) prosegue nella sua Vuelta solida in 48'33"; meglio ancora il suo rivale diretto per il sesto posto, il neerlandese Wout Poels (Bahrain McLaren), autore di un bel 47'51", frutto di una super salita. Prova complessa per Enric Mas: lo spagnolo del Movistar Team patisce abbastanza nel tratto pianeggiante e non cambia marcia neppure in salita, pur avendo cambiato bici dopo i rivali - possibile, avendola presa dall'ammiraglia. Il tempo di 48'22" del leader dei giovani impallidisce rispetto a quello di Daniel Martin: di certo non uno specialista della crono, l'irlandese della Israel Start-Up Nation si difende bene in 47'56".
Prestazione monstre di Carthy, Roglic si gestisce bene e vince
Alzi la mano chi si aspettava una prova simile per Hugh Carthy: il filiforme britannico si permette di dare la paga ai rivali diretti nel tratto in pianura, proponendosi in un virtuale testa a testa con chi è partito 2' dopo di lui. In salita l'alfiere della EF Pro Cycling va forte ma, in rapporto, meno del tratto precedente. Ma con il suo 47'04" è sicuramente da ritenere il vincitore morale di giornata.
Il vincitore reale è, invece, Primoz Roglic. Ma lo sloveno, strafavorito della vigilia, non va come ci si aspettava: dietro di 2" a Carthy (e di 13" rispetto a Barta) dopo 12 km, il capitano del Team Jumbo-Visma sorpassa l'albionico al secondo intermedio per solo un secondo. A fare la differenza è il tratto in salita, quello che meno di due mesi fa l'aveva visto capitolare a La Planche des Belles Filles: oggi l'ex saltatore con gli sci va in progressione e guadagna su tutti, leader provvisorio compreso. Ma, da esterni, è un peccato, perché Rogla balza in vetta con 46'39", precedendo per 1"08 il povero statunitense che stava per coronare una prova da sogno.
Carapaz ingolfato in salita, Cattaneo alla fine è buon sesto
L'ultimo a prendere il via è Richard Carapaz: se nel primo intermedio va come i rivali - 6" peggio di Carthy e 4" di Roglic - con il passare dei km l'ecuadoriano della Ineos Grenadiers vede allontanarsi la maglia rossa, dato che al secondo rilevamento paga 19" dallo sloveno. E in salita, invece di migliorare, paga troppo: al traguardo è settimo in 47'28", ma il distacco è importante, soprattutto frutto dei 30" pagati nel settore conclusivo.
Quarta vittoria di tappa in tredici giorni per Primoz Roglic, sempre più dominatore della classifica a punti. Lo sloveno del Team Jumbo-Visma ha preceduto per un solo secondo il giovane statunitense Will Barta (CCC Team). Seguono Nelson Oliveira (Movistar Team) a 10", Hugh Carthy (EF Pro Cycling) a 25", Bruno Armirail (Groupama-FDJ) a 41", Mattia Cattaneo (Deceuninck-Quick Step) a 46", Richard Carapaz (Ineos Grenadiers) a 49", Rémi Cavagna (Deceuninck-Quick Step) a 58", David De la Cruz (UAE Team Emirates) a 59" e Jasha Sütterlin (Team Sunweb) a 1'07".
Roglic in rosso, domani frazione per i fuggitivi - ma per nulla banale
La nuova classifica generale vede Primoz Roglic tornare a indossare la maglia rossa di leader. Lo sloveno vanta ora 39" su Richard Carapaz e 47" su Hugh Carthy: la lotta per la maglia rossa sembra limitata a loro tre, perché Daniel Martin insegue a 1'42" ed Enric Mas viaggia a 3'23". Seguono Wout Poels a 6'15", Felix Grossschartner a 7'14", Alejandro Valverde a 8'39", Aleksandr Vlasov a 8'48" e David De la Cruz a 9'23".
Domani spazio alla seconda tappa più lunga della Vuelta 2020, la Lugo-Ourense di 204.7 km con tre gpm di terza categoria; giornata disegnata apposta per i fuggitivi, ma che potrebbe comunque vedere del movimento tra i big in virtù dell'ultimo km che presenta una pendenza media del 6% nel quale poter, a seconda dei casi, incrementare il vantaggio o ridurre il distacco di una manciata di secondi, in una corsa ancora lungi dall'essere definita.