Tadej Pogačar arriva da solo a Valloire ©Tour de France
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UAE a valanga sul Galibier, Pogačar torna subito in giallo

Lo sloveno attacca nel finale dopo un grande lavoro di squadra e arriva da solo a Valloire. Evenepoel secondo, Ayuso terzo dopo aver lavorato, anche Almeida tra i migliori

02.07.2024 17:50

E vallo a riprendere (o Valloireiprendere, se ci concedete di giocare sulla sede di arrivo), quando scatta con questa violenza, specialmente quando la squadra prepara il terreno in questo modo. Tadej Pogačar vince la sua prima tappa in questo Tour de France, scattando sulla cima del Galibier e allungando in discesa nei confronti di Jonas Vingegaard, che si è probabilmente spinto oltre i suoi attuali limiti per cercare di seguire l' attacco dello sloveno.

La risposta più importante l'ha però offerta il UAE Team Emirates, in particolare con i debuttanti attesi a un ruolo da protagonisti nella rincorsa alla maglia gialla del loro leader. Juan Ayuso e João Almeida sono andati anche ben al di sopra delle aspettative, prima scremando il gruppo dei favoriti, poi restando in quota quando la selezione era già avvenuta, andando a comporre una clamorosa superiorità numerica di tre sugli otto arrivati insieme al momento dello scatto di Tadej. 

La prima tappa di montagna ha già aperto distacchi e delineato valori, sicuramente non definitivi ma certamente indicativi per il prosieguo della Grand Boucle, che ha vissuto oggi il suo primo highlight significativo nei discorsi per la classifica, anche andando oltre i trentacinque secondi di distacco tra lo sloveno e gli inseguitori sul traguardo di Valloire.

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Il Tour lascia l'Italia con la partenza da Pinerolo, che porta a una lunga e graduale ascesa verso il Sestriere. Tra i primi a scattare c'è Mads Pedersen, interessato al traguardo volante di Castel del Bosco, dopo meno di venti chilometri. Con il danese ci sono anche Frank van den Broek (Team dsm-firmenich PostNL), protagonista inatteso della prima tappa, e Wout Poels (Bahrain-Victorious), ma le squadre degli interessati alla maglia verde riescono comunque a chiudere. Pedersen vince comunque lo sprint davanti a Biniam Girmay (Intermarché-Wanty), ma Jonas Abrahamsen (Uno-X Mobility) rimane leader della classifica a punti.

La lotta per la fuga si riapre con lo sprint intermedio, con diversi tentativi nel primo tratto pedalabile del Sestriere. Wout van Aert accusa presto il colpo e perde le ruote del gruppo, mentre Mathieu van der Poel riesce ad entrare nel tentativo giusto, dopo aver aiutato Philipsen in precedenza. Con il campione del mondo ci sono anche Christopher Juul-Jensen (Jayco-AlUla), Julien Bernard (Lidl-Trek), Bruno Armirail (Decathlon AG2R La Mondiale), Stephen Williams (Free Palestine), Oier Lazkano (Movistar), Raúl García Pierna e Cristián Rodríguez (Arkéa B&B Hotels), Kobe Goossens (Intermarché-Wanty), Warren Barguil (Team dsm-firmenich PostNL), Alexey Lutsenko (Astana Qazaqstan), Odd Christian Eiking e Tobias Halland Johannesen (Uno-X Mobility), Mathieu Burgaudeau (TotalEnergies), Romain Grégoire, Valentin Madous e David Gaudu (Groupama-FDJ). 

I diciassette al comando riescono finalmente a prendere vantaggio, e allo scollinamento hanno oltre due minuti di vantaggio sul gruppo maglia gialla. Williams vince lo sprint al gpm davanti a Madouas, che indossa la maglia a pois da secondo in classifica alle spalle di Abrahamsen. Dietro, le squadre dei primi quattro della classifica prendono le prime posizioni senza forzare il ritmo. La situazione cambia pochissimo anche sulla cima del 
Col de Montgenèvre (8.3 km al 6%), dove il gallese passa ancora per primo e il vantaggio dei fuggitivi è di poco superiore ai due minuti.

In testa al gruppo c'è a lungo Nils Politt, per una UAE intenzionata a contenere il distacco nel fondovalle che da Briançon porta ai piedi del Galibier. Tra gli uomini davanti non sembra esserci grandissima convinzione, e a inizio salita il loro vantaggio è risalito a 2'50". Si prospetta comunque una lotta tra gli uomini di classifica sui 23 chilometri di salita di uno dei più celebri colli del Tour, con secondi di abbuono in palio in cima e al traguardo di Valloire.

La UAE apre il Galibier per l'attacco di Pogačar

Mentre in gruppo scandisce il ritmo Tim Wellens, davanti l'allungo più deciso è quello di Lazkano, raggiunto inizialmente da Gaudu e poi da Johannesen e Juul-Jensen. Nelle scaramucce tra i quattro di testa l'unico che riesce ad andarsene è ancora lo spagnolo, mentre dietro Marc Soler accorcia fino a 40" di distacco all'imbocco degli ultimi 8 chilometri del vero e proprio Galibier.

In poco più di un chilometro Lazkano viene ripreso dalla trenata di Pavel Sivakov, mentre il primo uomo di classifica a pagare è Simon Yates, insieme anche a Tom Pidcock. Non passa neanche un chilometro e anche Richard Carapaz perde contatto, rimettendo in palio la sua maglia gialla. Intanto davanti si fa vedere anche Almeida, che si mette per la prima volta a disposizione di Pogačar. Anche Enric Mas non riesce a tenere il passo, così come Aleksandr Vlasov, che lascia da solo Primož Roglič, e Romain Bardet. Anche Matteo Jorgenson non riesce a rendersi utile nel finale per Vingegaard, che a cinque chilometri dalla cima rimane da solo.

I tre potenziali co-leader diventano gregari di extralusso a disposizione dello sloveno, con Ayuso a fare ulteriore selezione. Il primo dei tre a mollare è Adam Yates, mentre Giulio Ciccone si stacca dopo Felix Gall ed Egan Bernal. Resta quindi un gruppetto di otto, con ancora Almeida e Ayuso ad alternarsi al comando. Con i tre UAE, oltre a Vingegaard ed Evenepoel, ci sono Mikel Landa e Carlos Rodríguez, oltre a un Roglič che ha qualche défaillance ma rimane agganciato fino all'ultimo chilometro.

Almeida e Ayuso fanno la differenza negli ultimi chilometri di Galibier
Almeida e Ayuso fanno la differenza negli ultimi chilometri di Galibier

La girandola di cambi UAE finisce a 800 metri dallo scollinamento, e come sulla doppia curva del San Luca, arriva lo scatto secco di Tadej Pogačar. E come sul San Luca, Vingegaard riesce a rispondere immediatamente, mentre Evenepoel e tutti gli altri vengono lasciati sul posto. Rilancio dopo rilancio, lo sloveno riesce a guadagnare metri sul grande rivale, che diventano secondi al passaggio in cima, inclusi quelli di bonification. 

Il confronto in discesa è stato spesso è volentieri un tema nei duelli tra i vincitori degli ultimi quattro Tour, e questa volta è Pogačar a trarne vantaggio. Vingegaard si riavvicina nei primi tornanti ma poi si allontana progressivamente, venendo ripreso anche dal gruppetto dietro, condotto da un ottimo Rodríguez. Con lo spagnolo ci sono anche Ayuso, Roglič ed Evenepoel, che dopo aver scollinato terzo con margine ha perso molto terreno in discesa.

Il ricompattamento nel gruppo inseguitore è un'altra ottima notizia per la nuova maglia gialla, che arriva in solitaria con 35" di vantaggio, e si riprende il simbolo del primato lasciato per un giorno. Evenepoel vince la volata per il secondo posto, mentre Ayuso sfila gli abbuoni ai rivali di classifica del suo capitano. Almeida è il terzo UAE nei primi otto, mentre Ciccone vince la volata del gruppo a 2'41", in cui ci sono anche Buitrago, Gall, Jorgenson, Yates, Bernal e Geraint Thomas. A oltre quattro minuti gli altri outsider con ambizioni di classifica, a oltre cinque Carapaz, che perde ventuno posizioni.

Pogačar comanda la classifica con 45" su Evenepoel, che rimane in una buona posizione per andare in giallo con la crono di venerdì, e già 50" su Vingegaard. Ayuso sale in quarta posizione a 1'10", mentre Almeida è ottavo a 1'32". Ciccone torna in top ten ed è nono, ma c'è già un solco di quasi due minuti tra lui e il portoghese, in una classifica già molto delineata dalla prima tappa di montagna. Ora due giornate per i velocisti, poi una cronometro che diventa già molto interessante.

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