In Finn dei conti abbiamo un campione mondiale junior
L'italiano conquista la maglia iridata tra gli juniores approfittando anche della caduta di Albert Withen Philipsen: l'Italia non vinceva da Diego Ulissi
Dopo la prova in linea junior femminile, vinta da Cat Ferguson (Gran Bretagna), che ha così doppiato il titolo conquistato a cronometro, a stretto giro di posta al Mondiale di Zurigo 2024 si è tenuta la medesima gara al maschile. Ad alzare le braccia al cielo, alla fine, è stato Lorenzo Finn, classe 2006 nativo di Genova ma di padre inglese, che corre per il team di sviluppo della BORA-hansgrohe.
Mondiali Zurigo 2024, prova in linea maschile juniores: la cronaca della gara
Il percorso della gara odierna prevedeva un primo circuito con partenza ed arrivo ad Uster, seguito dal passaggio sul Binz (1,5 km al 9,4%) e, successivamente, l'ingresso nel secondo tracciato, da ripetersi tre volte, caratterizzato in modo particolare dallo Witikon (1,4 km al 7,2%). Già dalle primissime centinaia di metri l'andatura del gruppo è stata parecchio elevata, il che ha fatto sì che si staccassero sin da subito gli atleti meno dotati. Tra questi Khuslen Ariunjargal (Mongolia), debilitato anche da un problema meccanico, e soprattutto Samuel Ndikumana (Burundi).
A soli 6 km dall'avvio la prima caduta, che ha visto coinvolto un solo uomo, Gasper Stajnar (Slovenia), mentre a fare il ritmo per tenere la corsa chiusa ci ha pensato da subito la Danimarca. La velocità elevata in gruppo, unita alla pioggia e, di conseguenza, alla strada bagnata, hanno portato ad un secondo ‘incidente’, ben più importante del primo da un punto di vista numerico: tanti i corridori finiti a terra, tra cui Lorenzo Finn, Cristian Remelli e Andrea Bessega (Italia), Guilherme Lino (Brasile), Bor Ebner (Slovenia) e Jasper Schoofs (Belgio). Questo mentre in testa ci ha provato, senza grandi risultati, Tural Isfrailov (Azerbaigian) a prendere spazio.
Philipsen e la Danimarca fanno corsa dura
Nonostante ciò la Danimarca ha deciso di continuare a fare il ritmo, pagando però in una curva. La terza caduta di giornata ha infatti visto coinvolto Noah Lindholm Moller Andersen, scivolato sulla strada bagnata. Mentre il Belgio, con Jasper Schoofs e Louic Boussemaere, si è messo in testa al primo gruppo inseguitore per provare a ricucire lo strappo, davanti i compagni di Albert Withen Philipsen non hanno avuto la minima intenzione di fermarsi, anzi. E questo ha inevitabilmente spaccato il gruppo in diversi tronconi.
Agli 81 km dal traguardo la situazione è sembrata già molto chiara, con un gruppo di testa composto da circa 25/30 corridori. Da qui hanno cercato di evadere in sei, subito però ripresi dal resto del plotone. Un'altra sfuriata di Albert Withen Philipsen non ferma comunque i tentativi di attacco dei suoi avversari. Ai -75 a provarci è proprio Lorenzo Finn (Italia), seguito da Hector Alvarez (Spagna), per una sortita che si rivela comunque effimera.
A quel punto il gruppo di testa si è assottigliato fino a contare appena 15 unità: Albert Withen Philipsen e Anton Louw Larsen (Danimarca), Paul Seixas e Aubin Sparfel (Francia), Hector Alvarez e Adrià Pericas (Spagna), Matisse Van Kerckhove (Belgio), Lorenzo Finn (Italia), Patryk Goszczurny (Polonia), Senna Remijn e Jurgen Zomermaand (Paesi Bassi), Ashlin Barry (Stati Uniti), Paul Fietzke (Germania), Sebastian Grindley (Gran Bretagna) e Nicolas Halter (Svizzera).
L'attacco di Lorenzo Finn spezza il gruppo di testa
A quel punto, in così pochi, gli attacchi sono stati una costante. Il primo, neanche a dirlo, è stato proprio Albert Withen Philipsen, seguito poi da un tentativo a due di Patryk Goszczurny e Matisse Van Kerckhove. Dopo un momento di pausa, altra fiammata, operata questa volta da Aubin Sparfel. Ai -60, infine, è arrivato lo scatto più serio di questa fase di corsa ad opera di Lorenzo Finn. Il ligure, lasciato andare dai suoi compagni di avventura, è riuscito a conquistare fino a 22" sul resto della concorrenza, che però a quel punto ha mostrato un timido segnale di reazione.
Dal gruppo inseguitore sono quindi partiti alla rincorsa Albert Withen Philipsen, Paul Seixas, Hector Alvarez, Senna Remijn e Sebastian Grindley, mentre i rimanenti nove hanno perso sempre più contatto, arrivando anche sopra il minuto di ritardo da un Lorenzo Finn in stato di grazia. Sotto la spinta del danese, autore di un'altra fiammata - l'ennesima - il classe 2006 di Genova viene ripreso da una parte degli ex compagni. Non reggono al ritmo infernale, infatti, il neerlandese e il campione del mondo juniores a cronometro.
Ai 35 km dal traguardo la situazione era la seguente: in testa Lorenzo Finn, Albert Withen Philipsen, Hector Alvarez e Sebastian Grindley, seguiti a 30" di distacco da Senna Remijn e Paul Seixas e poi il resto dei partecipanti dispersi per tutto il tracciato. Appena passata la linea del traguardo, per affrontare l'ultimo giro del circuito, il britannico ha cominciato a saltare i cambi, essendo il meno forte. I quattro, in vista dell'ultima asperità altimetrica, hanno ripreso fiato rischiando di far rientrare il neerlandese, a quel punto rimasto da solo.
La caduta di Withen Philipsen e l'attacco di Finn
La sgasata di Albert Withen Philipsen, il più attivo di questa corsa, ha messo in difficoltà prima Sebastian Grindley e in seguito anche Hector Alvarez, tenendo incollato a ruota solamente il nostro Lorenzo Finn. Il danese, però, scivola in curva anche a causa della strada bagnata, rimanendo a terra per diversi minuti, e permette all'azzurro di proseguire per qualche centinaio di metri da solo, salvo poi farsi riprendere dall'iberico. Ai 21 km dal traguardo, dopo vari gesti di stizza contro il compagno di avventura che non dava alcun cambio, è arrivata l'accelerata decisiva del ligure, mentre l'argento europeo juniores in carica si è piantato totalmente.
A quel punto il suo vantaggio è aumentato sempre di più, anche perché alle sue spalle Sebastian Grindley ha recuperato tutto lo svantaggio che aveva rispetto a Hector Alvarez, decisamente in difficoltà. Gli ultimi chilometri sono stati una passerella sostanzialmente per Lorenzo Finn, primo italiano a vincere un titolo iridato juniores a 17 anni di distanza da Diego Ulissi nel 2007. Una medaglia d'oro sudata, ma ampiamente meritata, condita da quel pizzico di fortuna - la caduta di Albert Withen Philipsen - che è necessaria se vogliamo in certi contesti. L'argento è finito al collo del britannico, la vera sorpresa odierna, arrivato comunque a 2' e 05" mentre il bronzo lo ha conquistato Senna Remijn, che ha battuto in volata Paul Fietzke e Ashlin Barry.