Ethan Hayter, campione nazionale britannico nel 2024, sarà uno dei nuovi volti della Soudal Quick-Step © Jordan Benjamin-Sutton
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Soudal Quick-Step 2025: il bilancio finale del mercato

Un'analisi delle operazioni in entrata e in uscita della formazione belga dopo l'innesto di Gianmarco Garofoli che ha completato la rosa per la prossima stagione

Dopo Lidl-Trek e Decathlon-AG2R La Mondiale, la terza squadra World-Tour a ufficializzare l'organico completo per l'annata 2025 è la Soudal Quick-Step. Per la formazione belga, questa finestra di mercato è stata segnata da alcuni significativi cambiamenti: l'addio di due dei corridori che per anni sono stati fra i più rappresentativi della squadra, il ritorno di una vecchia conoscenza e l'innesto di diversi elementi piuttosto versatili il cui pieno potenziale è ancora tutto da esplorare.

L'ultima pedina del roster

Con l'annuncio della promozione nel World-Tour per il classe 2004 Andrea Raccagni Noviero, era rimasto solo un posto disponibile per completare la rosa e la scelta è ricaduta su un altro corridore italiano, il 22enne marchigiano Gianmarco Garofoli, passato professionista nel 2023 con la maglia dell'Astana e nella quale ha corso in questi due anni.

In quest'ultima parte di stagione il nativo di Ancona, corridore da salita ma dotato anche di un buono spunto veloce e che in questo biennio ha faticato a trovare continuità per vari problemi di salute, si è messo in evidenza soprattutto alla Vuelta España, dove ha raccolto due piazzamenti nei primi dieci di tappa, e al Giro dell'Emilia, dove aveva tentato l'allungo poco prima del decisivo scatto del campione del mondo Tadej Pogačar

Con gli innesti di Raccagni e Garofoli e le perdite di Masnada e Moscon, nel 2025 l'Italia avrà così in Quick-Step lo stesso numero di portacolori di questa stagione: tre, con il veterano Mattia Cattaneo (in squadra dal 2020) a completare il terzetto di italiani. 

Il bilancio complessivo del mercato

Con la rosa dunque completa, si può ragionare sull'operato complessivo della Soudal Quick-Step avendo a disposizione l'intero quadro di partenze e arrivi, in un processo che ha mirato a ridurre sensibilmente l'età media della rosa:

L'assunto principale da cui partire è che storicamente la Quick-Step, perlomeno nell'ultimo decennio, si è rivelato un contesto dove tanti corridori hanno toccato il loro apice in carriera vestendo la maglia della squadra belga, e dopo averla lasciata hanno fatto estrema fatica a confermare quelle vette. I casi più recenti vanno ricondotti a sprinter come Elia Viviani e Fabio Jakobsen, ma anche lo stesso Rémi Cavagna, il quale ha passato un'annata da incubo in Movistar nella sua prima esperienza lontana dal Wolfpack

Julian Alaphilippe lascerà dopo 11 stagioni la maglia della Quick-Step © TourofSlovakia
Julian Alaphilippe lascerà la Quick-Step dopo 11 stagioni © TourofSlovakia

Analizzando in primis coloro che se ne vanno, è inevitabile partire da Julian Alaphilippe, due volte campione del mondo nonché uno dei più grandi corridori nella storia della squadra, un simbolo che non sarà semplice rimpiazzare. Il rapporto con il CEO Lefevere ha avuto alti e bassi nelle ultime stagioni, complice le difficoltà del talento transalpino di trovare costanza di risultati ad alti livelli anche a causa di alcune rovinose cadute. La spettacolare vittoria in fuga al Giro d'Italia arrivata in questa stagione rimarrà comunque una delle migliori imprese portate a termine con la maglia della formazione belga.

Un altro addio di rilievo è senza dubbio quello di Kasper Asgreen, vincitore del Giro delle Fiandre e della E3 Harelbeke nel 2021 e di una tappa al Tour de France 2023, che salvò dal disastro la sua squadra in quell'edizione della Grande Boucle. C'è da dire che anche il forte passista e uomo da classiche danese ha faticato, salvo rare occasioni, a ritrovare lo smalto mostrato soprattutto tre stagioni fa, e dunque era probabilmente giunto il momento di cambiare aria per ritrovare nuovi stimoli e motivazioni in un contesto come la EF.

Perdita minore ma da segnalare quella di Jan Hirt, esperto scalatore ceco che quest'anno tra Giro d'Italia e Tour de France ha saputo fornire un rendimento piuttosto solido, coronato da una Top 10 nella classifica generale della Corsa Rosa. In parte sorprende infine la non conferma di Gianni Moscon, il quale come gregario puro di Evenepoel al Tour de France si era ben comportato nell'adempiere a quelle che erano le mansioni richieste.

Passando agli innesti, il tratto comune che contraddistingue molti degli elementi che avranno il compito di rinforzare la rosa sia nelle corse di un giorno che nelle corse a tappe, è la sensazione di non aver ancora espresso il massimo del loro potenziale, e quale miglior ambiente che quello della Quick-Step per verificare se è vero. Il nome per cui vale di più questo aspetto è indubbiamente Ethan Hayter, talento britannico classe 1998 che in INEOS ha sì collezionato 19 vittorie di cui cinque di livello World-Tour, ma che soprattutto nelle ultime due stagioni è stato relegato ai margini del roster; stupisce, per esempio, che nel suo quinquennio con la formazione britannica abbia disputato solo un Grande Giro, la Vuelta España 2022, peraltro non conclusa. Con il Wolfpack sarà interessante vedere se, oltre a sfruttarne le doti negli sprint a ranghi ristretti, si lavorerà per costruire un corridore solido per le corse a tappe di una settimana e magari farlo diventare un valido gregario da Grandi Giri. Insomma, c'è del margine inesplorato in particolare come scalatore.

L'acquisto che invece sembra fornire le migliori garanzie è Valentin Paret-Peintre, 23enne francese che in questa stagione si è rivelato un autentico angelo custode per Ben O'Connor in Decathlon-AG2R, soprattutto nelle tappe più dure del Giro d'Italia. Il fratello minore di Aurélien è un profilo perfetto da affiancare a Evenepoel per i Grandi Giri, e sarà altresì curioso testarlo come corridore da classifica nelle corse a tappe di una settimana.

Il ritorno a casa di Maximilian Schachmann dopo sei annate in BORA può essere quello serviva al tedesco per tornare a esprimersi al meglio delle sue possibilità. Arrivato nel World-Tour nel 2017 con la squadra di Lefevere, il nativo di Berlino è un altro profilo che ha avuto molti alti e bassi nella sua carriera, con dei picchi notevoli toccato tra il 2018 e il 2020 in cui sembrava poter essere un serio contendente per tutte le corse a tappe di una settimana (due volte vincitore della Parigi-Nizza e di 3 tappe ai Baschi). In Quick-Step ha vinto la sua unica tappa nei Grandi Giri (Giro d'Italia 2018 a Prato Nevoso) e potrebbe quindi essere l'ambiente giusto per ritrovare le sue migliori sensazioni.

Venendo all'ultima coppia di acquisti, a 31 anni Dries Van Gestel avrà la prima occasione a tempo pieno nel World-Tour ed è un corridore che nelle classiche di primavera può rivelarsi una lieta sorpresa: nel 2022 fu terzo alla Gent-Wevelgem vinta da Girmay e sesto sia alla Kuurne-Bruxelles-Kuurne che alla Paris-Tours, e vanta inoltre dei piazzamenti in Top 20 sia al Fiandre che alla Roubaix (13esimo quest'anno). Partirà a fari spenti e questo potrebbe aiutarlo nel riuscire ad affermarsi in una squadra che, come detto, sta vivendo una fase di transizione e di ricambio di alcune pedine per le corse sulle pietre. Pascal Eenkhoorn è un profilo di corridore che potrà tornare utile come gregario sia nelle corse di un giorno che nei Grandi Giri, e quando avrà l'occasione di mettersi in proprio con qualche fuga da lontano, ha le carte in regola per giocarsi la vittoria su certi terreni.

Postilla finale sui due italiani: il contratto annuale per Garofoli dovrà essere un'ulteriore motivazione per dare il meglio di sè sia come uomo da salita in sostegno dei capitani che nel ritagliarsi un ruolo da protagonista con qualche fuga nelle tappe a lui più congeniali. Per Raccagni Noviero, invece, che ha firmato un triennale, il 2025 sarà definibile come un'annata di apprendistato nel conoscere le corse World-Tour a cui parteciperà, cercando in primis di eseguire al meglio i compiti richiesti dalla propria formazione.

In conclusione, il mercato della Quick-Step presenta forse più incognite che certezze in senso assoluto: è innegabile, tuttavia, che alcuni elementi (Hayter su tutti) abbiano un potenziale che, se espresso pienamente, potrebbero far pendere la bilancia dalla parte dell'autentico successo. La realtà è questa: il Wolfpack non è più la schiacciasassi del World-Tour che abbiamo potuto ammirare in particolare nel finale dello scorso decennio, e la politica di acquistare determinati profili di corridori lo conferma. Tuttavia, il DNA vincente della squadra non si è completamente dissipato, perciò è lecito restare ottimisti.

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Michele Moretti
Cresciuto a pane e sport. Nato con l'amore per il basket, mi sono avvicinato al ciclismo grazie ai pomeriggi passati a guardarlo in tv con i miei nonni. Accumulatore seriale di statistiche sportive a tempo perso.