Jhonatan Chaves con la maglia di leader della classifica a punti della Vuelta a Guatemala © Federación Guatemalteca de Ciclismo
Mondo Continental

Jhonatan Chaves, nel nome del padre e del fratello

Il colombiano, grande protagonista della Vuelta a Guatemala, è il fratello di German, investito e ucciso lo scorso anno insieme al padre durante un allenamento

06.11.2024 22:20

Trentacinquesimo appuntamento dell’anno con Mondo Continental. In questa puntata: Vuelta Ciclista Internacional a Guatemala, Tour do Rio, Campionati Caraibici e Jhonatan Chaves, uno dei giovani colombiani più interessanti.

Le corse della settimana

Vuelta Ciclista Internacional a Guatemala

Il podio finale della Vuelta a Guatemala
Il podio finale della Vuelta a Guatemala © Federación Guatemalteca de Ciclismo

Dopo la Vuelta Bantrab di maggio, il ciclismo UCI è tornato in Guatemala, per disputare la corsa più attesa: la Vuelta Ciclista Internacional a Guatemala, giunta alla sessantatreesima edizione. Diciannove squadre si sono presentate al via per darsi battaglia nei dieci giorni di gara: sette Continental (un grosso incremento rispetto alle due del 2023), una selezione nazionale messicana e undici formazioni dilettantistiche. 

La gara si è aperta con una tappa piuttosto impegnativa, con un profilo molto ondulato e l’arrivo in salita. David Gonzalez (Medellín-EPM) si è reso protagonista di uno splendido assolo, che gli ha permesso di tagliare il traguardo con ampio margine su tutti i rivali. Efrén Santos (Canel’s) si è preso la piazza d’onore a 2’09” e Cristian Cubides (Muni Fraijanes) ha completato il podio di giornata a 2’17”.

Anche la seconda frazione era abbastanza ondulata ed era caratterizzata da una salita lunga, ma non troppo dura nel finale. Robinson Lopez (GW Erco Shimano) ha conquistato la vittoria, precedendo di 2” l’idolo di casa Juan Mardoqueo Vásquez (Hino-One-La red-Suzuki) e di 23” Bryan Obando (Best PC). David Gonzalez ha perso 53”, ma ha tranquillamente conservato la testa della classifica.

La terza tappa prevedeva la linea d’arrivo in cima a una salita di diciassette chilometri, ma con una pendenza non eccessiva. A imporsi è stato l’esperto ecuadoriano Byron Guamá (Best PC), che ha avuto la meglio su Daniel Bonilla (Colono Bikestation) in uno sprint a due. Eli Alejandro Sisimith (RedHook Guatemala) si è piazzato in terza posizione, con un ritardo di 9”. Nella generale non ci sono state modifiche.

La quarta frazione era molto più semplice delle precedenti e la giornata si è rivelata buona per una fuga di uomini fuori classifica. L’irlandese Cormac McGeough (Canel’s-Java) ha centrato il successo in solitaria, con 47” su Jhonatan Chaves (Nu Colombia) e Donovan Ramírez (Colono Bikestation). Da segnalare che tre corridori sono finiti a terra, in momenti diversi, a causa di un dosso artificiale situato a pochi metri dal traguardo.

La quinta tappa presentava una salita di quasi quaranta chilometri che portava i corridori oltre quota 2000. Dopo un lungo tratto pianeggiante, la strada tornava a salire negli ultimi 3500 metri. Jhonatan Chaves si è preso la rivincita rispetto al giorno precedente, imponendosi con 14” su Robinson Lopez e 15” su Juan Mardoqueo Vásquez. David Gonzalez ha chiuso quarto a 32” e ha conservato la testa della classifica.

La sesta frazione presentava la principale asperità a circa quaranta chilometri dal traguardo e prevedeva nel finale diversi strappi brevi, ma duri. Cinque anni dopo aver dominato il Giro d’Italia Under 23, Camilo Ardila (Nu Colombia) ha ritrovato il successo a livello UCI, arrivando insieme al compagno Jhonatan Chaves, grande protagonista per il terzo giorno di fila. Bryan Obando ha completato la top3 a 16”. David Gonzalez è rimasto leader.

Le principali difficoltà della settima tappa erano concentrate nei primi chilometri ed erano seguite da un percorso nervoso, con pochissima pianura. L’inesauribile Jhonatan Chaves è riuscito a rimanere davanti e ha vinto nuovamente, battendo in una volata a due Bryan Obando. A 34” Robinson Lopez ha regolato Juan Mardoqueo Vásquez e Camilo Ardila, conquistando la testa della classifica. David Gonzalez ha, infatti, pagato 5’16” dal duo di testa ed è scivolato al terzo posto.

L’ottava frazione era composta da un circuito di circa 18 km nelle vie della capitale, senza particolari difficoltà, da ripetere per sette volte. Per la prima volta si è assistito a una volata di gruppo e il più veloce è stato Sebastian Brenes (Canel’s-Java), vincitore sullo stesso traguardo anche lo scorso anno. Il costaricense ha superato il connazionale Pablo Mudarra (Colono Bikestation) e il panamense Christofer Jurado (Panamá es Cultura y Valores). In classifica generale non ci sono stati cambiamenti.

La nona tappa era una cronometro individuale di quindici chilometri, quasi interamente in salita. Javier Jamaica (Medellín-EPM) ha fatto registrare il miglior tempo, facendo meglio di 9” rispetto al capoclassifica Robinson Lopez. Juan Mardoqueo Vásquez ha completato il podio di giornata, con un ritardo di 38” rispetto al vincitore. Nella top ten della generale non c’è stata alcuna variazione.

L’ultima frazione presentava un profilo piuttosto ondulato a metà percorso, per poi semplificarsi nel finale. Dopo una corsa in cui era stato un po’ in ombra, il campione colombiano Alejandro Osorio (GW Erco Shimano) ha lasciato il segno all’ultima occasione utile. Il ventiseienne ha tagliato il traguardo con 11” di margine su un gruppo di circa venticinque uomini, regolato dal solito Jhonatan Chaves davanti a Richard Huera (Best PC).

Robinson Lopez ha conquistato il successo finale, con 1’04” su Juan Mardoqueo Vásquez e 4’49” su David Gonzalez, miglior giovane della corsa. Jhonatan Chaves ha vinto sia la classifica a punti che quella dei GPM, mentre Juan Felipe Osorio (Orgullo Paisa) si è imposto negli sprint intermedi. Il Team Medellín-EPM, infine, ha dominato la graduatoria a squadre.

Tour do Rio

Il podio finale del Tour do Rio
Il podio finale del Tour do Rio © Equipo Nu Colombia

Dopo nove anni è tornato nel calendario UCI il Tour do Rio, corsa a tappe di tre giorni, che, dopo l’annullamento delle tre gare di inizio ottobre, è rimasta l’unica prova internazionale su territorio brasiliano. Le squadre partecipanti erano diciassette: sette Continental, nove formazioni dilettantistiche e una selezione dello stato di Rio de Janeiro.

Le tre tappe, tutte con partenza e arrivo a Conservatória, avevano percorsi differenti, ma profili abbastanza simili, con diverse salite, anche impegnative, ma senza mai arrivare ai 1000 metri di altitudine.

La prima frazione ha subito dato una scossa alla classifica generale. Sergio Henao (Nu Colombia) ha fatto la differenza in maniera netta, distanziando ampiamente tutti i rivali: il trentaseienne, che non vinceva una corsa UCI da sei anni e mezzo, ha rifilato 2’36” a Wilmar Paredes (Medellín-EPM) e 4’51” a Óscar Sevilla (Medellín-EPM). João Gaspar (AGI) ha chiuso a 7’27”, appena davanti a Brayan Sánchez (Medellín-EPM), mentre tutti gli altri corridori in gara hanno perso oltre 10’.

La seconda tappa aveva un dislivello maggiore rispetto alla precedente, ma ha avuto uno svolgimento più lineare e distacchi decisamente più contenuti. Con un attacco nel finale, Vinicius da Silva Santos (São José) ha sorpreso la concorrenza e ha tagliato il traguardo con 4” di vantaggio su un quartetto, regolato da João Gaspar su Wilmar Paredes. Del drappello faceva parte anche Sergio Henao, che ha conservato agevolmente la testa della classifica.

La terza e ultima frazione non ha fatto differenze tra i big e ha visto ancora una volta esultare un corridore di casa: il ventitreenne Gabriel Metzger (Rio do Sul) si è imposto con 7” di vantaggio sul colombiano Samuel Florez (Medellín-EPM) e 41” su un drappello regolato da João Gaspar.

La prima tappa è stata decisiva e Sergio Henao ha potuto festeggiare la vittoria finale, con 2’32” su Wilmar Paredes e 5’07” su Óscar Sevilla. João Gaspar, quarto a 7’25”, è stato il miglior brasiliano, mentre Vincius da Silva Santos, quinto, ha vinto la maglia di miglior giovane. Samuel Florez ha conquistato sia la classifica a punti che quella dei GPM, mentre la graduatoria a squadre è andata al Team Medellín-EPM.

Campionati Caraibici su strada

Cory Williams vince allo sprint il titolo caraibico
Cory Williams vince allo sprint il titolo caraibico © Cory Williams

Nel weekend, in Guyana, sono andati in scena i Campionati Caraibici, competizione per nazionali riservata a tutte le isole e gli arcipelaghi centroamericani, che si disputa con cadenza annuale. Le gare in programma erano due: la cronometro e la corsa in linea.

Nella prova contro il tempo non ci sono state sorprese, con gli atleti di Bermuda che hanno dominato come da pronostico. Il campione uscente Conor White, tesserato per gli Austin Outlaws, attivi nel calendario dilettantistico statunitense, ha confermato il titolo conquistato dodici mesi fa. Il venticinquenne è stato il più rapido a coprire i 36 km di gara, battendo di 35” il connazionale Kaden Hopkins. Anche il ventiquattrenne, che corre con la Vendée U, vivaio della TotalEnergies, ha confermato il piazzamento del 2023. Rispetto alla scorsa edizione c’è stato un cambiamento sul terzo gradino del podio: Cory Williams (Miami Blazers), ha portato il Belize alla medaglia di bronzo, con un ritardo di 1’35”.

Il portoricano Christopher Morales (Maglia Tecnosylva Bembibre), quarto a 1’44”, ha vinto il titolo under 23, con 2” sul campione uscente, il bermudiano Nicholas Narraway (Team California) e 1’55” sul giovanissimo martinicano Mathis Risal (Energizer).

La prova in linea misurava 155 km, con partenza e arrivo nella capitale guianese Georgetown. Élite e under 23 correvano insieme, ma erano previste due classifiche separate. L’epilogo della corsa è stato uno sprint a dieci e Cory Williams, uno dei big del mondo dei criterium statunitensi, ha sfruttato al meglio il proprio spunto veloce, andando a conquistare la vittoria. Il trentunenne beliziano ha preceduto sul traguardo il cubano Randol Izquierdo, che, essendo un classe 2004, ha vinto il titolo under 23 e non è entrato nell’ordine d’arrivo della prova élite. 

La medaglia d’argento è andata, così, al dominicano Jesus Marte, mentre l’idolo di casa Briton John ha centrato un insperato bronzo, scoppiando in lacrime dopo il traguardo per un risultato importantissimo per la Guyana. Fra gli under 23, invece, sul podio con Izquierdo sono saliti il beliziano Derrick Chavarria, sesto assoluto, e l’altro cubano Amed Oliva, che ha tagliato il traguardo in tredicesima posizione, staccato di 1’12”.

Le Continental tra i big

Roger Kluge e Tim Torn Teutenberg festeggiano il titolo mondiale della madison
Roger Kluge e Tim Torn Teutenberg festeggiano il titolo mondiale della madison © Arne Mill

Il calendario delle corse professionistiche si è chiuso con il Giro del Veneto, la Veneto Classic e la Japan Cup. Biesse-Carrera, General Store-Essegibi e Mg.K Vis-Colors for Peace hanno preso parte alle gare italiane, anche se, in entrambe le prove, i migliori Continental al traguardo sono stati membri dei vivai dei team WorldTour. Davide Toneatti (Astana Qazaqstan Development) ha chiuso al nono posto il Giro del Veneto, in cui la Biesse-Carrera ha ottenuto la trentatreesima posizione con Nicolò Arrighetti, mentre Simone Gualdi (Wanty-ReUz) è stato trentesimo alla Veneto Classic, con Ben Granger che ha portato la Mg.K Vis-Colors for Peace al quarantaduesimo posto.

Alla Japan Cup hanno partecipato le locali Aisan, JCL Team Ukyo, Kinan, Matrix Powertag, Shimano, Utsunomiya Blitzen e Victoire Hiroshima, insieme alla slovena Ljubljana Gusto Santic. In una gara dominata dagli squadroni WorldTour, le formazioni di terza divisione hanno dovuto accontentarsi di un piazzamento di rincalzo e il migliore è stato Hayato Okamoto, che ha portato la Aisan a un buon quattordicesimo posto, anche se il ritardo dal gruppo di testa è stato superiore ai sette minuti.

Nei Campionati del Mondo di ciclismo su pista, le formazioni Continental hanno raccolto diverse vittorie. La BHS-PL Beton Bornholm ha conquistato due titoli con Tobias Hansen, vincitore dell’eliminazione e membro del quartetto dell’inseguimento a squadre che si è preso la medaglia d’oro. Il danese è stato anche argento nello scratch. La Rad-Net Oßwald e la Lidl-Trek Future hanno vinto un oro nella madison con Roger Kluge e Tim Torn Teutenberg, con quest’ultimo che si è preso anche il bronzo nell’inseguimento a squadre. Ha conquistato un titolo anche la Bridgestone, grazie a Kazushige Kuboki, dominatore dello scratch.

I Campionati Europei di ciclocross hanno dato soddisfazione alla Alpecin-Deceuninck Development, grazie a Jente Michels, che ha confermato il titolo under 23 dello scorso anno. Nella stessa prova c’è stata gloria anche per una formazione italiana, la Beltrami TSA Tre Colli, che ha potuto festeggiare la medaglia d’argento di Filippo Agostinacchio.

Negli ultimi giorni, purtroppo, è arrivato un aggiornamento dall’antidoping: Daniel Vysočan (Pierre Baguette) è risultato positivo al CERA in un controllo effettuato due giorni prima della prova under 23 dei Campionati del Mondo (da lui non completata). In questa stagione il ventenne ceco aveva chiuso al sesto posto il Tour of South Bohemia (in cui era stato il miglior giovane) e al sedicesimo il Tour de l’Avenir.

Il ritratto della settimana: Jhonatan Chaves

Jhonatan Chaves festeggia la vittoria nella quinta tappa della Vuelta a Guatemala
Jhonatan Chaves festeggia (con dedica) la vittoria nella quinta tappa della Vuelta a Guatemala © Federación Guatemalteca de Ciclismo

Prima di questa stagione, Jhonatan Stiven Chaves Torres non aveva ottenuto alcun risultato di rilievo in corse internazionali e il suo miglior risultato era il trentunesimo posto in una tappa della Vuelta a Colombia 2021. Nel 2024, invece, il corridore della Nu Colombia ha cambiato marcia: nella corsa di casa ha centrato le prime top ten, con un terzo e un sesto posto di tappa, e nella recente Vuelta a Guatemala è stato uno dei grandi protagonisti, nonostante un inizio tutt’altro che ragguardevole, con oltre 45 minuti persi nelle prime tre giornate.

Uscito di classifica, è andato a caccia del successo parziale e ha mostrato una grandissima gamba: nelle altre sette tappe, infatti, non è mai uscito dai primi otto dell’ordine d’arrivo, mettendo a referto due vittorie e tre secondi posti e risalendo fino al quattordicesimo posto in classifica generale. La sua notevole continuità di rendimento e la sua propensione all’attacco, inoltre, gli hanno permesso anche di aggiudicarsi la graduatoria a punti e quella riservata al miglior scalatore.

Contrariamente a tanti connazionali, Jhonatan Chaves ebbe la possibilità di gareggiare in Europa già nel suo biennio tra gli juniores, in cui raccolse dei risultati promettenti (soprattutto in Spagna). Nel 2018 fu decimo nella classifica finale della Vuelta a Pamplona (in cui andò anche vicino al successo parziale) e nella stagione seguente trovò la vittoria in una tappa della Vuelta a Valladolid Junior, in cui riuscì a battere in volata l’uruguayano Thomas Silva (attualmente professionista con la Caja Rural) e Raúl García Pierna (che quest’anno ha vestito la maglia dell’Arkéa-B&B Hotels).

Il 2020 non fu un anno facile: la riduzione dei calendari per lo scoppio della pandemia colpì tutti, ma fu particolarmente dura per i classe 2001 come lui. Alle minori possibilità di mettersi in luce, infatti, si aggiungeva la difficoltà di doversi ambientare in una categoria nuova. Dopo un buon inizio, certificato dal settimo posto alla Clásica de Boavita, infatti, il colombiano, che correva con la EPM-Scott Under 23, non riuscì a ripetersi e la sua Vuelta de la Juventud de Colombia fu poco convincente.

Nella stagione successiva si trasferì alla UAE Team Colombia, formazione dilettantistica composta esclusivamente da under 23. Dopo un’altra partecipazione poco convincente alla Vuelta de la Juventud, ebbe la possibilità di prendere parte alla Vuelta a Colombia dei grandi: essendo la sua prima corsa UCI in carriera, il fatto di averla portata a termine rappresentava già un buon punto di partenza. A fine stagione trovò anche la prima vittoria in una prova del calendario nazionale: si impose, infatti, in una tappa della Vuelta a Cundinamarca.

Nel 2022 Chaves decise di provare l’avventura in Europa e firmò con la D’Amico-UM Tools, ma la scelta non si rivelò vincente. Disputò soltanto quattro gare in Italia, collezionando altrettanti ritiri: arrivò al traguardo solo nella prima tappa del Giro di Sicilia, che chiuse in ultima posizione, per poi abbandonare il giorno seguente. Nel finale di stagione tornò a gareggiare in patria, ma senza ottenere risultati particolarmente brillanti.

L’anno scorso, per l’ultima stagione da under 23, è ripartito dalla EPM e i risultati sono stati ottimi: ha chiuso al terzo posto sia la Vuelta de la Juventud, in cui si è aggiudicato una tappa e la maglia di miglior scalatore, che la Vuelta a Cundinamarca, che lo ha visto trionfare in una frazione e nella classifica riservata ai giovani. Questi risultati gli hanno permesso di essere convocato in nazionale per il Tour de l’Avenir.

Dal punto di vista sportivo, il 2023 è stato un anno molto positivo per il colombiano, ma dal punto di vista personale non si può, purtroppo, dire la stessa cosa, a causa di una tragedia: il 4 giugno, il giorno dopo la fine della Vuelta a Cundinamarca, il fratello maggiore German, anch’egli ciclista e suo mentore, e il padre sono stati investiti durante un allenamento e non sono sopravvissuti.

Quest’anno Jhonatan Chaves ha vissuto la sua migliore annata: oltre alle vittorie alla Vuelta a Guatemala, si è imposto a più riprese nel calendario nazionale (ha vinto anche una tappa del prestigioso Clásico RCN). Probabilmente nel 2025 resterà nel mondo Continental colombiano, ma dopo la crescita evidenziata nelle ultime due stagioni, sarà sicuramente uno degli uomini da seguire.

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