Tadej Pogacar impegnato nella crono di Nizza © Tour de France
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Tutto quello che non sapete su Tadej Pogačar: “390 watt? Nulla di straordinario”

Il vincitore di Giro d’Italia e Tour de France 2024 ha rilasciato un’intervista in cui svela molti dei suoi segreti, su allenamento e alimentazione

24.09.2024 21:50

Tadej Pogačar, a soli 26 anni, ha già riscritto numerose pagine della storia del ciclismo. Tre volte campione del Tour de France, il corridore sloveno si è affermato come uno dei ciclisti più dominanti della sua generazione. In una recente intervista concessa a Peter Attia, ha offerto uno sguardo approfondito sui momenti chiave della sua carriera, a partire dalla vittoria epica al Tour de France del 2020 fino alla straordinaria doppietta Giro d'Italia-Tour de France del 2024. Non ha mancato di riflettere sulle sfide affrontate durante il 2022 e il 2023, condividendo anche dettagli del suo regime di allenamento e della sua preparazione meticolosa.

Diversi i temi affrontati nei circa 50 minuti presenti su YouTube che, in circa 48 ore, hanno superato abbondantemente le 60mila visualizzazioni. Il confronto non è potuto non partire dalla vittoria del Tour de France 2020, momento in cui il talento dello sloveno è diventato visibile a tutto il mondo.

Ma l’intervista è entrata nelle pieghe più profonde del campione. Dalla filosofia e la psicologia, con la capacità di imparare dai propri errori, passando alle scelte di allenamento (con dati fin qui inediti come frequenza cardiaca, potenza in uscita, VAM e HRV), ma anche di nutrizione, per ottenere prestazioni ottimali. 

Nasce una stella

La consacrazione di Pogačar è avvenuta il 19 settembre 2020, una data destinata a rimanere nella memoria collettiva del ciclismo. Quel giorno, nella penultima tappa del Tour de France, Pogačar compì un'impresa leggendaria nella cronoscalata di Planche des Belles Filles. Partito con un distacco di 57 secondi dal connazionale Primož Roglič, che indossava la maglia gialla, Pogačar non solo riuscì a colmare il divario, ma inflisse quasi due minuti di distacco a Roglič, conquistando la maglia gialla e assicurandosi la sua prima vittoria al Tour. "Non avevo alcuna aspettativa di vincere quel Tour. Era un anno particolare, quello del Covid, e avevamo trascorso lunghi periodi senza gare. Arrivare secondo mi sembrava già un risultato incredibile" ha spiegato Pogačar.

Uno degli aspetti più sorprendenti di quella vittoria è che Pogačar affrontò la cronoscalata senza misuratore di potenza, un dispositivo comunemente utilizzato per monitorare gli sforzi in gara. "Ho deciso di non montarlo per avere una bici più leggera. Ho dato tutto quello che avevo, senza pensare ai watt. Credo di aver mantenuto una potenza media di 380-390 watt, che non è nulla di straordinario per me", ha raccontato. Quel giorno, Pogačar pesava circa 66 chili, mentre nel 2024 è arrivato al Tour con un peso di 64,5 chili, una piccola ma significativa differenza che dimostra quanto anche i dettagli più minuti possano fare la differenza in una gara così lunga e impegnativa.

I segreti di Tadej Pogačar

Tadej Pogačar vince il GP de Montréal 2024 © GPCQM / J. Startt via X
Tadej Pogačar vince il GP de Montréal 2024 © GPCQM / J. Startt via X

Il trionfo di Pogačar non si fermò al 2020. Dopo aver vinto il Tour anche nel 2021, sembrava destinato a un facile tris nel 2022. Tuttavia, nella tappa cruciale del Col du Granon, subì un attacco implacabile dai corridori della Jumbo-Visma, con Roglič e Jonas Vingegaard che si alternarono in una serie di scatti continui. "Ho commesso un errore tattico. Ho cercato di rispondere a tutti gli attacchi, ma questo mi ha prosciugato le energie. Non era una questione di alimentazione, avevo mangiato a sufficienza, ma quando spendi così tanto non riesci a compensare" ha ammesso Pogačar, che alla fine perse quasi tre minuti da Vingegaard in quella tappa decisiva.

Nonostante le difficoltà del 2022 e 2023, il 2024 ha segnato una nuova vetta nella carriera del fenomeno sloveno. Pogačar è diventato uno dei pochi ciclisti nella storia a vincere sia il Giro d’Italia che il Tour de France nello stesso anno. Questa impresa, già di per sé straordinaria, è il risultato di una preparazione meticolosa e di un regime di allenamento altamente scientifico. "Monitoro costantemente le mie metriche: potenza, VAM (Velocità Ascensionale Media, ndr) e variabilità della frequenza cardiaca. Sono questi i dettagli che fanno la differenza a questo livello" ha spiegato.

La “maledizione” Milano-Sanremo

Guardando al futuro, Pogačar ha grandi ambizioni. Il suo obiettivo è continuare a vincere e migliorare, pur mantenendo il piacere di correre. "Rimanere al vertice richiede disciplina, ma il divertimento è essenziale. Finché mi divertirò, continuerò a correre" ha detto.

Con un cruccio, che nell'intervista rivela, tra il serio e il faceto: “Ho la sensazione che la Sanremo possa diventare la mia maledizione. Probabilmente morirò provando a vincerla (ride, ndr). Ci sono andato vicino a vincerla eppure la sento così lontana…”. Il campione, infatti, ha corso per quattro volte la Classica Monumento. Nel 2020 è arrivato 12º, nel 2022, 5º, 2023, 4º e quest'anno, nel 2024, 3º. Che il 2025 sia la volta buona?

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