Il quartetto azzurro femminile in gara a Parigi 2024 © FCI
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Per un soffio! Azzurre qualificate, l'oro è ancora possibile (ma lontanissimo)

Parigi 2024, l'Italia chiude col quarto tempo il turno d'esordio dell'Inseguimento a squadre femminile. Record italiano frantumato ma bisogna scendere di un altro secondo o due per vedere il podio

06.08.2024 19:14

Sognare per anni un risultato speciale, galvanizzarsi lungo il percorso con tanto di successo mondiale (nel 2022), passare attraverso l'incubo via via sempre più reale di ritrovarsi eliminate dalla corsa all'oro, e alla fine tirare un sospirone di sollievo per una qualificazione conquistata all'ultimo respiro: niente male come giostra emotiva, l'esordio delle inseguitrici azzurre alle Olimpiadi di Parigi 2024.

L'Italia femminile passa col quarto tempo nelle qualifiche dell'Inseguimento a squadre, esattamente come quella maschile; e come quella maschile se la vedrà al primo turno con una formazione oceanica, in questo caso la Nuova Zelanda che ha destato forte impressione avvicinando il record del mondo. La distanza tra azzurre e all black si conta sul piede di quasi tre secondi: che fare per colmare questo gap che pare più un canyon?

Che la lotta per il titolo olimpico ripartisse dai tempi di tre anni fa a Tokyo (e quindi 4'04") era piuttosto scontato. L'Italia partiva da un record nazionale di 4'09", la sfida sarebbe quindi quella di abbassare di almeno cinque secondi il limite fissato due anni fa proprio nel velodromo di Saint-Quentin-en-Yvelines (in quell'occasione furono i Mondiali). Per il momento le azzurre sono scese a 4'07", con qualche meccanismo migliorabile epperò con la necessità di alzare nettamente il livello dello scontro anche nelle parti dell'esercizio che già funzionano al meglio.

Non sappiamo quanti secondi possa valere l'annunciato rientro di Elisa Balsamo nel quartetto, domani nei turni conclusivi del torneo. Andare oltre i propri limiti sarà il mantra a cui le azzurre dovranno assimilarsi domani. L'oro, viste le prestazioni di neozelandesi e statunitensi, sembra in ogni caso abbastanza lontano. Ma il bronzo non lo è, e il podio sarebbe comunque un approdo gratificante e - lasciatecelo dire - anche meritato per un progetto come quello della pista femminile azzurra, che negli anni e con la politica dei piccoli passi è arrivata a essere uno dei punti di riferimento internazionali, limitatamente all'endurance.

Parigi 2024, le qualifiche dell'Inseguimento a squadre femminile

Martina Fidanza, Letizia Paternoster, Chiara Consonni e Vittoria Guazzini a Parigi 2024 © CONI
Martina Fidanza, Letizia Paternoster, Chiara Consonni e Vittoria Guazzini a Parigi 2024 © CONI

Dopo la riserva sciolta  dal ct Marco Villa solo nell'immediata vigilia della gara, fuori Elisa Balsamo e quartetto azzurro formato da Letizia Paternoster, Chiara Consonni, Martina Fidanza e Vittoria Guazzini. Le italiane hanno girato benino ma con qualche piccola sbavatura che potrà essere limata nei turni successivi per abbassare ulteriormente (e necessariamente, data la concorrenza) un tempo che però già oggi è stato ottimo, dato che è valso il nuovo primato italiano di specialità: 4'07"579 per il trenino aperto da Fidanza (che poi ai due chilometri e mezzo si è staccata come da programma), vissuto sulle strappate di Paternoster, la tenuta di Consonni e la progressione finale di Guazzini.

Prima delle italiane erano scese in pista cinque nazionali, la migliore delle quali era stata l'Australia col tempo di 4'08"612 (più indietro Francia e Canada); ma è stata un'altra la nazionale oceanica che di lì a poco avrebbe rappresentato una doccia abbastanza fredda per gli entusiasmi italiani: la Nuova Zelanda, che con 4'04"679 è andata molto vicina al record del mondo delle tedesche a Tokyo (4'04"242) ma soprattutto ha messo la contesa su un piano nettamente più competitivo. E dopo le all blacks (Ally Wollaston, Bryony Botha, Emily Shearman e Nicole Shields) mancavano ancora tre nazionali del calibro di Stati Uniti, Gran Bretagna e Germania, per un Inseguimento a squadre femminile davvero di altissimo livello in quest'edizione dei Giochi.

Le americane, un piccolo dream team formato da Chloé Dygert (e già lei…), la superspecialista dell'endurance Jennifer Valente, Lily Williams e nientemeno che la fresca olimpionica della strada Kristen Faulkner, hanno fatto una prima metà di gara a ritmi ancora superiori a quelli della Nuova Zelanda, per poi calare nella seconda parte. Il loro 4'05"238 era comunque un tempo nettamente inferiore a quello delle italiane.

Anche le britanniche, pur distanti due secondi dai due quartetti egemoni, sono riuscite a stare sotto il tempo delle azzurre: 4'06"710 per Elinor Barker, Josie Knight, Anna Morris e Jessica Roberts. Per il team schierato da Cameron Meyer pesantissima l'assenza di Katie Archibald, infortunatasi gravemente nelle scorse settimane per un incidente domestico: la fuoriclasse scozzese avrebbe certo garantito al suo quartetto la possibilità di giocarsi l'oro.

Per ultime hanno gareggiato le tedesche campionesse uscenti nonché recordwomen. In quanti avrebbero scommesso contro di loro e a favore delle azzurre, a questo punto? Ma il blasone non sempre paga, e in questo caso ne abbiamo avuto potente conferma: ingolfate sin dall'inizio, le quattro rappresentanti della Germania (a cui certo manca l'apporto di Lisa Brennauer, ritiratasi dalle competizioni) non sono riuscite ad andare oltre il quinto posto col tempo di 4'08"313.

Domani gran finale: doppio turno per assegnare le medaglie

Domani il torneo olimpico dell'Inseguimento a squadre femminile si completerà, a partire dalle 13.50 con il primo in cui vedremo fronteggiarsi Australia-Francia, Germania-Canada, Stati Uniti-Gran Bretagna e Nuova Zelanda-Italia. Le vincitrici di queste ultime due sfide si giocheranno poi l'oro, i due migliori tempi tra le restanti sei squadre andranno a disputarsi il bronzo.

Una giornata da doppio turno, visto che le finali sono in programma sempre domani, alle 19 (anzi alle 18.57, se dobbiamo essere precisi). A differenza che in altre manifestazioni internazionali, si faranno tutte le finali, anche quella per il settimo e quella per il quinto posto. Gara per il bronzo prevista alle 19.17, finalissima attesa alle 19.28.

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Marco Grassi
Giornalista in prova, ciclista mai sbocciato, musicista mancato, comunista disperato. Per il resto, tutto ok!