Jens Dekker racconta l'addio al ciclocross: "Vorrei rompere il tabù della depressione"
L'ex iridato juniores nel ciclocross ha parlato della sua lotta contro la depressione e di come ne sta uscendo. "Non credo che sarò mai più me stesso, ma ora le cose vanno molto meglio"
“Vorrei rompere il tabù della depressione: tante persone ne soffrono, ma non ne parlano perché non è affatto facile.”
A parlare è Jens Dekker nel corso di una lunga intervista al quotidiano neerlandese Wielerflits. Il venticinquenne oranje, dopo un passato da astro nascente del ciclocross, ha voluto raccontare la sua lotta contro la depressione nel corso dell'ultimo anno e il suo rapporto complicato con il ciclismo, annunciando il (secondo) ritiro.
“Lo scorso inverno ho avuto pensieri suicidi”
L'ex iridato juniores, a causa di problemi fisici e psicologici, aveva infatti abbandonato il ciclocross una prima volta al termine della stagione 2019/2020, in cui aveva conquistato il celebre Koppenbergcross nel suo ultimo anno tra gli Under 23. Dopo più di tre anni, Dekker aveva scelto di tornare all'inizio della scorsa stagione: le cose, però, non sono andate come previsto.
“Nonostante un problema al polso la mia stagione di ritorno era cominciata bene. Ma dopo tre o quattro gare non avevo più voglia di correre: nel camper ho cominciato a prendere a calci il rullo, non volevo più saperne niente. Ho sempre vissuto di sport, ma all'improvviso ho pensato: non lo voglio più.”
Dekker racconta di come da questo pensiero sia ricaduto nella depressione.
“Quel pensiero si è trasformato in qualcosa di peggiore; ho iniziato a convincermi di non volere più vivere. Dopo Boom (2 dicembre, ndr) ho pensato di prendermi tre giorni di pausa dalla bici, ma il mercoledì seguente mentre pedalavo sono entrato in panico. Ho avuto pensieri suicidi. La domenica ero di nuovo in gara, a Essen, ma con la testa non c'ero: lì ho capito che la mia carriera era finita.”
“Non credo che sarò mai più me stesso, ma ora le cose vanno molto meglio”
Nelle settimane seguenti Dekker ha annunciato di voler prendere una pausa, che si è poi trasformata in un ritiro definitivo. A un anno di distanza da quell'episodio, Dekker si dedica a tempo pieno al ruolo di allenatore in diversi sport.
“Mi piace aiutare le persone a migliorare nello sport e vorrei trasmettere le mie conoscenze alle generazioni future. Ora lavoro nella scuola del settore giovanile del PEC Zwolle, formo gli studenti e seguo alcuni atleti individualmente. In un certo senso è liberatorio sapere che non devo usare il mio talento direttamente. Quando ho deciso di tornare a correre l'ho fatto per non avere più rimpianti. Ora so com'è andata e lo accetto.”
Dekker è riuscito a lottare con la depressione, ma sa che per molti la strada è più difficile: ora il suo obiettivo è rompere il tabù intorno a questa patologia e invitare le persone a parlarne.
“Ho avuto la fortuna di riconoscere cosa stava accadendo in me. Ne ho parlato con i miei genitori e insieme abbiamo deciso di contattare il GGZ (il centro neerlandese per la salute mentale, ndr) e di lavorarci sopra. Non credo che mi riprenderò del tutto, ma ora le cose vanno molto meglio. Vorrei eliminare questo tabù. Penso che dovremmo parlare di più della depressione, se possibile. Quando ci sei dentro, è molto difficile: ecco perché ne parlo, ora che le cose vanno meglio per me."
Jens Dekker non è il primo a parlare apertamente di depressione nel mondo del ciclismo: ad agosto il giovane emergente Leo Hayter aveva annunciato il ritiro temporaneo dal ciclismo per curare la propria salute mentale, tema affrontato anche dalla statunitense Kristen Faulkner dopo la conquista del titolo olimpico in linea a Parigi.
Se stai affrontando un momento difficile e pensi di soffrire di depressione, non esitare a chiedere aiuto. In Italia, puoi rivolgerti al Telefono Amico componendo il numero 02 2327 2327, o contattare il numero unico per l’emergenza sanitaria 112 in caso di necessità urgente.