Signore e signori, WonderPoel
Di nuovo un super Van der Poel: stravince a Ruddervoorde e si riprende la leadership del Superprestige
Si allunga il palmarès di Mathieu Van der Poel, si accorcia drasticamente la descrizione delle sue vittorie: se parte, come ha fatto oggi e non solo, al primo giro della gara, fa il vuoto, poi gestisce fino alla fine, che vuoi raccontare? Per cui sei costretto a occupare lo spazio di mancata cronaca con qualche aggettivo in più, con qualche bella parola, magari con la ricerca di un nuovo soprannome.
Il Fenomeno va già bene, ma è un po' inflazionato, anche se nel ciclismo è forse la prima volta che viene usato; giocando col cognome del ragazzetto olandese, viene fuori un bel WonderPoel, per esempio: l'uomo delle meraviglie. Modificabile all'occorrenza in ThunderPoel, magari, perché quando devi descrivere la potenza con cui oggi sul tratto in sabbia del circuito di Ruddervoorde si è tolto tutti di ruota, come fai a non pensare al tuono?
Si giocava per il Superprestige, oggi, appunto a Ruddervoorde, per la quarta tappa della challenge più amata dai fiamminghi. E Mathieu Van der Poel, reduce dalla sconfitta di Boom (causata anche da una caduta con annesso problema meccanico), ci teneva a chiarire subito quale resti l'equilibrio delle forze in campo.
O lo squilibrio, se vogliamo, ma il senso non cambia: terza affermazione per WonderPoel in quattro tappe di SP, e primo posto in graduatoria ripreso (per il maggior numero di vittorie) pur avendo ora lo stesso punteggio di Wout Van Aert, 57 entrambi. Gli altri, lontanissimi, anche se Lars Van der Haar si conferma il terzo uomo del seeding.
Una scarna cronaca di gara
Come detto in apertura, la cronaca della gara di Ruddervoorde ce la sbrighiamo in poche righe: ennesima giornata asciutta, con sprazzi di sole (anche se verso la fine della prova qualche goccia ha iniziato a cadere), e corsa che ha preso subito il proprio indirizzo.
Nelle prime battute Quinten Hermans ha fatto il ritmo, ma quando si è approdati al citato tratto di sabbia, WonderPoel è comparso in tutta la sua magnificenza, uscendo dalla ruota di Wout Van Aert, e scavando un solco al proprio poderoso passaggio. Una tranvata vera e propria, abbattutasi sugli altri, e che ha subito proiettato Mathieu a prendere margine sugli inseguitori.
Van Aert ha provato in qualche modo a parare il colpo, si è isolato alle spalle di MVDP, ha cercato di limitare i danni ma si è trovato lo stesso a perdere progressivamente terreno, fino a contare 15" di distacco al quinto passaggio dal traguardo (dieci le tornate previste). Al sesto giro Lars Van der Haar, che da tempo era solitario in terza posizione, è stato raggiunto da un drappello con Laurens Sweeck, Toon Aerts e Michael Vanthourenhout; poi quest'ultimo ha pagato un problema meccanico, perdendo decisamente terreno, e Lars si è infine disfatto di nuovo degli altri due, prima Sweeck (mollato al sesto giro) e poi Aerts, staccato all'ultima tornata (ma parso comunque in risalita di condizione).
È sempre una lotta a due. Bertolini 20esimo di tappa
Van Aert si è impegnato eccome per tenersi aperto uno spiraglio, in vista di un'eventuale sparata finale che gli permettesse di riavvicinare il Fenomeno in fuga. Parevano girare entrambi col bilancino, 12" di distacco alla fine del terzo giro, 13" alla fine del quarto, 15" dopo il quinto, 13" dopo il sesto, 13" dopo il settimo, 14" dopo l'ottavo, 15" all'inizio del decimo e ultimo. In pratica i due hanno proceduto allo stesso identico ritmo per sei tornate su dieci. Però bisogna dire che Van der Poel ha attivato il cruise control, e naturalmente avrebbe avuto la possibilità di aumentare a propria volta l'andatura se avesse sentito l'odore di Wout in avvicinamento.
Invece ha gestito fino all'ultimo giro, lì ha mollato un po' mentre l'inseguitore invece attuava l'ultimo forcing, che gli avrebbe permesso di rosicchiare solo un terzo del gap che aveva a inizio giro. Al traguardo Mathieu Van der Poel ha chiuso con 10" su Wout Van Aert; al terzo posto Lars Van der Haar ha pagato un ritardo di 50"; quarto posto per Toon Aerts a 1'01", quinto per Laurens Sweeck a 1'24", quindi top ten completata da Michael Vanthourenhout a 1'27", Eli Iserbyt a 1'28", Tim Merlier a 1'31", David Van der Poel a 1'32" e Kevin Pauwels a 1'33". 20esimo posto per Gioele Bertolini a 3'38": il valtellinese mostra un certo progresso.
Nella classifica del Superprestige 2017-2018 Van der Poel raggiunge Van Aert, entrambi a 57 punti, ma l'olandese prevale per il numero di vittorie (tre contro una); terzo posto per Van der Haar a 51, quarto per Sweeck a 49; già lontani gli altri, a partire da Aerts quinto a 36, proseguendo con Hermans a 34 e Jens Adams a 28. La prossima tappa del Superprestige è in programma a Gavere domenica 12 novembre.