Tiberi, ma che fai? Spara a un gatto e lo uccide a San Marino, era di un ministro locale. Solo multato
Una vicenda assurda ha avuto per protagonista il corridore della Trek-Segafredo che ha colpito con una fucilata la povera bestia
Una notizia incredibile rimbalza dal Corriere della Sera: Antonio Tiberi, professionista della Trek-Segafredo, ha ucciso un gatto a San Marino. Già così sembra una storia da Lercio, ma la dinamica della faccenda è ancora più incredibile: il frusinate, che ha residenza nella Repubblica del Titano dall'anno scorso (per risparmiare sulle tasse), ha sparato da una finestra del suo appartamento alla povera bestia con una carabina ad aria compressa (Hatsan BT65 SB Elite, il modello), e tra i vari colpi esplosi uno ha raggiunto al cranio l'animale, uccidendolo.
La storia risale a qualche tempo fa ma è emersa solo ora in seguito alla conclusione dell'inchiesta penale che ha portato a una sanzione pecuniaria di 4000 euro per il 21enne laziale, che abbiamo visto ottimamente impegnato in gara la scorsa settimana all'UAE Tour. Una condanna sin troppo leggera se confrontata con le leggi italiane che avrebbero potuto condurre il colpevole al carcere da quattro mesi a due anni. Non è detto che comunque la vicenda finisca qui, dato che il gatto ammazzato apparteneva al ministro del turismo di San Marino, Federico Pedini Amati, il quale ora dice “non abbiamo bisogno di dare la residenza a queste persone”.
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La confessione di Antonio Tiberi sull'assassinio del gatto
Tiberi, professionista dal 2021 col team di Luca Guercilena, già Campione del Mondo juniores a cronometro nel 2019 e forse la più grande promessa del ciclismo italiano, si è reso conto dell'enorme cretinata che ha fatto e così l'ha spiegata al giudice: “Il mio intento era semplicemente misurare la capacità di tiro dell’arma, tanto che ho preso di mira un cartello di divieto… ammetto anche di avere (altrettanto stupidamente e incoscientemente) provato a colpire un gatto… e con mia sorpresa l’ho effettivamente colpito… non avevo nessuna intenzione di uccidere l’animale, anzi ero convinto che l’arma non fosse letale”. Detto questo, resta da capire che razza di divertimento sia il mettersi a sparare da una finestra. Il fatto in sé, per quanto rubricabile a momento di incoscienza giovanile, è destinato probabilmente a lasciare il segno nella biografia del corridore: in un ciclismo sempre più internazionale si fa presto a farsi affibbiare un soprannome come The Cat Killer…