Lutsenko conquista la salita infinita del Giro di Turchia
Il durissimo arrivo di Babadağ diventa un due contro due tra Astana e Bora Hansgrohe, con il campione kazako che prende tappa e maglia battendo Zwiehoff. Delude Vine, Pellizzari ottimo sesto
Alexey Lutsenko si prende tappa e maglia nella tappa regina del Tour of Türkiye, con arrivo sulla salita più dura dell'intera stagione ciclistica. Non è un'iperbole, non è una sensazione data dalla fatica di fine stagione: tutti i corridori che hanno affrontato oggi la salita di Babadağ (18.4 chilometri al 10.3%) si sono trovati di fronte qualcosa di mai affrontato prima nella loro carriera. Non c'è stato un attimo di respiro sulle pendenze quasi sempre in doppia cifra dell'ascesa finale, che si è risolta con un due contro due tra Astana Qazaqstan e Bora Hansgrohe, con Lutsenko e Harold Tejada da una parte e Ben Zwiehoff e Florian Lipowitz dall'altra.
Nella fuga iniziale ci sono Robigzón Leandro Oyola (Team Medelín-EPM), Umberto Poli (Team Novo-Nordisk) e Oliver Mattheis (Bike AID), con il colombiano che riesce ad avvantaggiarsi sugli altri due sul primo gpm di prima categoria (12.7 km al 6.3), lasciandosi in un tentativo solitario anche dopo lo scollinamento. In gruppo prende la testa la Bora Hansgrohe per affrontare la discesa nelle prime posizioni, e approcciarsi senza rischi alla decisiva ascesa finale, riuscendo anche a frazionare il gruppo.
A inizio salita la fuga viene ripresa quasi subito proprio dall'azione della Bora, presente ancora con cinque corridori in un gruppo di circa trenta unità. Mentre Nico Denz controlla il ritmo, Alexis Guerin (Bingoal WB) decide di provare ad anticipare da molto lontano, e guadagna subito un buon vantaggio. Il francese prosegue nella sua coraggiosa azione per diversi chilometri, mentre il gruppo principale si riduce sempre di più. Nel frattempo, dopo il lavoro di Patrick Konrad, era passato in testa a fare il ritmo Domen Novak (UAE Team Emirates), ma proprio mentre lo sloveno detta l'andatura, a circa dodici chilometri dalla vetta, perde contatto il suo teorico capitano Jay Vine. L'australiano era il grande favorito della vigilia, ma ha avuto una pessima giornata.
In gruppo rimangono quindi solo in otto, con ancora Zwiehoff, Lipowitz e Anton Palzer per la Bora, Lutsenko e Tejada per l'Astana Qazaqstan, Ander Okamika (Burgos BH), Alex Martín (EOLO-Kometa) e lo stesso Novak, ma in poche centinaia di metri davanti rimangono solo la coppia Astana e la coppia Bora (Palzer si stacca), che vanno a riprendere Guerin. A quel punto mancano ancora oltre undici chilometri di scalata e oltre millecinquecento metri di dislivello, ma i valori sono ormai definiti e le energie sono sempre meno.
Zwiehoff sembra essere il più brillante dei quattro, ma intorno ai -9, dopo un paio di chilometri di stallo che permettono a Guerin di fare un po' di elastico, a ogni accelerazione Lipowitz inizia a perdere contatto. Il giovane tedesco riesce a resistere molto a lungo oltre il proprio limite, perché il compagno riesce a tenere il ritmo controllato e i due Astana non sembrano voler affondare il colpo, ma ai -5 un'accelerazione di Tejada lo toglie definitivamente dalla contesa. Il colombiano si mette in buona parte a disposizione di Lutsenko, che rimane più conservativo fino ai -2, quando rimane solo con Zwiehoff.
L'uno contro uno tra il campione kazako e lo scalatore tedesco, ancora alla ricerca della prima vittoria in carriera, si risolve nel durissimo ultimo chilometro. Ai 700 metri Lutsenko piazza l'accelerazione decisiva per guadagnare qualche metro su Zwiehoff, che non riesce a rispondere al cambio di ritmo. Nelle ultime centinaia di metri entrambi sono ben oltre il limite, ma il leader dell'Astana riesce a resistere fino alla fine e ad aumentare il vantaggio sul traguardo fino a dodici secondi. Terzo posto per Tejada a 27", quarto Lipowitz a 48", mentre dietro di loro la situazione è cambiata drasticamente rispetto ai primi chilometri. Matteo Badilatti (Q36.5 Pro Cycling Team) chiude a soli 55" dopo una grande rimonta nella seconda parte di salita, mentre anche Giulio Pellizzari (Green Project Bardiani CSF Faizanè) gestisce perfettamente lo sforzo e chiude al sesto posto a a 1'24" dal vincitore.
Una grande prestazione per il marchigiano classe 2004, che ora si accomoda anche al sesto posto della classifica generale, con oltre un minuto e mezzo di margine su Okamika, settimo. Lutsenko ora comanda con 16" su Zwiehoff e 33" su Tejada, ma le tappe impegnative in cui rimescolare le carte non sono ancora finite. Domani si arriva a Marmaris dopo uno strappo di tre chilometri al 7% che scollina a una decina di chilometri dal traguardo, ma sembrerà quasi una passeggiata dopo lo sforzo infinito della salita di oggi.